Evangelion: Death (True)2/The End of Evangelion: un evento imperdibile

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Evangelion: Death (True)2/The End of Evangelion

Titolo originale: DEATH (TRUE)2 / Shin Seiki Evangerion Gekijō-ban: Ea/Magokoro o, Kimi ni

Anno: 1997

Paese: Giappone

Genere: fantascienza

Produzione: Gainax Production I.G

Distribuzione: Toei Company

Durata: 150 min

Regia: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki

Sceneggiatura: Hideaki Anno

Fotografia: Hisao Shirai

Montaggio: Sachiko Miki

Musiche: Shiro Sagisu

Trailer italiano di EVANGELION: DEATH (TRUE)2 / THE END OF EVANGELION

Trama di Death (True)2

Neo-Tokyo 3, 2015: a quindi anni di distanza da una catastrofe planetaria conosciuta come Second Impact, il quattordicenne Shinji Ikari è convocato dalla NERV, misteriosa organizzazione gestita dal padre Gendo Ikari, per pilotare l’unità Evangelion EVA-01. Gli Evangelion sono robot di enormi dimensioni dall’ambigua composizione sia tecnologica sia organica e costituiscono l’unica arma efficace di cui l’umanità dispone per respingere gli attacchi dei mostruosi Angeli.

Trama di The End of Evangelion

Il lungometraggio è composto dal remake dei due episodi finali dell’anime (episodio 25’: Air / Love is destructive; episodio 26’: A te il mio animo sincero / I need you), in cui Shinji, in seguito alla distruzione degli angeli e all’avvio del Progetto per il perfezionamento del genere umano – un rituale programmato dalla setta segreta Seele, si trova a dover decidere quale sarà il futuro dell’umanità.

Immagine promozionale di The End of Evangelion

Recensione di Evangelion: Death (True)2/The End of Evangelion

Death (True)2 e The End of Evangelion, nonostante siano usciti in Giappone nel 1997 – due anni dopo la fine della serie animata, non sono mai stati distribuiti in una sala cinematografica italiana. EVANGELION: DEATH (TRUE)2 / THE END OF EVANGELION costituisce dunque un vero e proprio evento cinematografico, non solo perché per soli tre giorni (dal 28 al 30 giugno) sarà possibile vedere entrambi i film sul grande schermo ma anche perché la sonorizzazione, sfruttando al massimo le tecnologie della società Nexo Digital, riesce a offrire un’esperienza completamente immersiva, impossibile da replicare guardando i film in home video o su Netflix, nel cui catalogo è presente l’intero franchise di Neon Genesis Evangelion.

L’unità EVA-01

Anche se uno spettatore che abbia già visto la serie potrà sicuramente apprezzare nel modo più completo la visione dei film, l’evento è pensato anche per i neofiti, dal momento che Death (True)2 costituisce un riassunto dei primi 24 episodi dell’anime. Death (True)2, nonostante possa risultare ostico a chi non conosca gli eventi di Neon Genesis Evangelion, è in ogni caso un prodotto validissimo a prescindere dalla sua natura di riassunto: la modalità narrativa, che sfrutta in modo intelligente il montaggio degli spezzoni della serie e l’uso dei titoli e delle didascalie, è notevolissima e riprende la seconda metà dell’anime, nella quale, anche grazie al cambiamento della modalità narrativa stessa, è evidente il passaggio di focalizzazione dall’intreccio (atipico ma comunque riconducibile al genere mecha) a una sempre più complessa riflessione filosofica sulla natura dell’uomo, sulla sua funzione sulla Terra e sul suo futuro.

Il Frutto della vita in possesso degli Angeli, e il Frutto della conoscenza in possesso dell’uomo. Ora che li possiede entrambi, l’EVA 01 è divenuto pari a una divinità. Ed ora è tornato all’origine dell’esistenza, l’Albero della vita. Diventerà l’arca che salverà l’uomo dal vuoto generato dal Third Impact o sarà il demone che spazzerà via l’umanità. Il futuro adesso è solamente nelle mani del figlio di Ikari.

The End of Evangelion

Come già rilevato, la seconda parte dell’anime presenta un progressivo cambiamento di tono, che viene estremizzato negli ultimi due episodi, il 25 e il 26. Il finale dell’anime ha diviso critica e pubblico: in molti hanno lodato la coraggiosa sperimentazione di Hideaki Anno, scrittore e ideatore dell’intero universo di Neon Genesis Evangelion, ma numerosi sono stati anche i delusi, che hanno contestato l’estrema introspezione degli ultimi due episodi. The End of Evangelion nasce dunque dall’esigenza di raccontare la fine della serie in modo sì filosofico ed esistenziale ma completo anche per quanto riguarda l’intreccio: il risultato è stupefacente.

I protagonisti di Neon Genesis Evangelion

Così come la serie animata di cui costituisce il degno finale, The End of Evangelion è un’opera estremamente stratificata e complessa, visivamente sperimentale e visionaria, che in molti hanno definito la versione animata di 2001: Odissea nello spazio (1968). Dal capolavoro di Kubrick Hideaki Anno riprende in modo evidente la riflessione sull’intelligenza artificiale e sull’evoluzione del genere umano (con diretto riferimento al pensiero di Nietzsche), ma anche diverse soluzioni visive, comunque rielaborate in modo originalissimo, e l’interessantissimo abbinamento di scenari fantascientifici a una colonna sonora composta principalmente da musica classica.

Un altro cult a cui è interessante accostare l’opera è il rivoluzionario Videodrome (Cronenberg, 1983), che riprendendo apertamente le teorie del massmediologo McLuhan mostra la mutazione interna dell’uomo quando nella società sono introdotte nuove tecnologie. In Neon Genesis Evangelion, infatti, la contaminazione uomo-macchina è portata a livelli estremi: la fusione tra artificiale e organico è evidente, ma risulta intelligentissima anche la trasposizione della teoria secondo cui l’elettronica costituisce un’estensione del nostro sistema nervoso e, di conseguenza, un computer è a tutti gli effetti un cervello che l’uomo crede di controllare ma dal quale è in realtà trasformato.

Uno degli Angeli

Un grande merito di Evangelion è la capacità di affrontare temi così complessi con un approccio introspettivo che si lega alle tematiche dell’incomunicabilità e delle relazioni interpersonali, quasi sempre ricondotte alle dinamiche familiari, secondo un approccio psicanalitico e apertamente freudiano. La tematica religiosa, evocata dal titolo stesso della serie animata, è anch’essa rilevantissima ed è tra tutte la più ambigua.

In conclusione, Death (True)2 e The End of Evangelion rappresentano il perfetto completamento di una delle opere più complesse e interessanti degli ultimi decenni. The End of Evangelion, nonostante lo sperimentalismo che sfocia a tratti nell’onirico, riesce comunque a concludere in modo coerente gli eventi narrati nella serie: la modalità narrativa e visiva simbolista è coerente con la vera trama di fondo, quella appunto legata a temi filosofici, comunque sorretta da un’estetica e da un intreccio mecha in grado di coinvolgere un ampio spettro di spettatori.

Note positive

  • Estrema complessità e stratificazione di tematiche filosofiche, psicanalitiche e religiose
  • Sperimentazione visiva e narrativa
  • Colonna sonora

Note negative

  • Nessuna

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