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Shin Godzilla
Titolo originale: Shin Gojira
Anno: 2016
Paese: Giappone
Genere: Fantascienza / Horror / Drammatico
Casa di produzione: Toho Company
Distribuito da: Dynit
Durata: 2 hr (120 min)
Regia: Hideaki Anno, Shinji Higuchi
Sceneggiatura: Hideaki Anno
Montaggio: Hideaki Anno
Dop: Kosuke Yamada
Musiche: Shiro Sagisu
Attori: Hiroki Hasegawa, Satomi Hishihara, Yutaka Takenouchi, Ren Ōsugi, Jun Kunimura
RECENSIONE DI SHIN GODZILLA
Nel 1954 Ishiro Honda presentava al mondo il primissimo Godzilla, un capolavoro di pathos e concetti in cui il mostruoso sauro radiativo Gojira incarnava una metafora del peso che i disastri nucleari di Hiroshima e Nagasaki hanno avuto sulla cultura giapponese. Il suo successo ha ovviamente generato una saga pluridecennale in cui la componente simbolica è andata poco a poco a smarrirsi in favore del puro intrattenimento. Nel frattempo l’arroganza dell’uomo non ha fatto che accrescere di decennio in decennio, così i realizzatori di Shin Godzilla (tra cui l’Hideaki Anno di Evangelion) hanno deciso di riportare il mostro alla sua essenza metaforica, attualizzandola e ricollegandola al disastro della centrale nucleare di Fukushima del 2011.
Shin Godzilla è tra i migliori esempi di reboot a cui si potrebbe mai assistere, una colossale tragedia apocalittica tecnicamente magniloquente, in cui il mostro e le forze governative giapponesi si sfidano in un balletto di morte. Eppure, proprio come il capostipite di Honda, non è un film di mostri che punta alla spettacolarità pura della lotta. Le sequenze incentrate sul sauro radioattivo sono spaventose, e l’escalation di distruzione viene portata all’estremo da una sopraffina fusione di CGI e animatronics che ben si mescola alle inquadrature aeree e ai campi lunghi maniacali per dare tangibilità all’idea del disastro.
TRAMA DI SHIN GODZILLA
Nella Baya di Tokyo, un’esplosione subacquea danneggia la Tokyo Wan Aqua-Line, il più lungo tunnel stradale subalveo del mondo. Qualcosa, inizialmente scambiato per un’eruzione subacquea, si ri sveglia nel fondale e leva fino al cielo la sua immane coda…


ANALISI DI SHIN GODZILLA
Questo nuovo Godzilla avanza tra i palazzi di Tokyo e polverizza ogni cosa con la stessa furia inamovibile di un dio della morte. Il crescendo della devastazione trova un impeccabile contrappunto di lirismo tragico nella colonna sonora di Shiro Sagisu, collaboratore di Anno in Evangelion, epica e tonante, di quelle destinate a rimanere nelle orecchie di chi la ode per lungo, lunghissimo tempo. Per quanto al mostro venga riservato un minutaggio breve, ne viene scandita l’evoluzione da creatura strisciante e repellente al titano che tutti noi conosciamo, dal quale veniamo schiacciati attraverso lo schermo assieme alle comparse (la sequenza del primo ruggito è tra le più iconiche del film).
Per quanto concerne i personaggi umani, si dà una descrizione lucida e precisa sia delle strategie adottate dalle autorità giapponesi per fronteggiare la creatura che dell’incompetenza dei piani alti, soggiogati da una burocrazia forse più pericolosa di Godzilla stesso. In queste sequenze spicca la capacità di Hideaki Anno (e del suo co-regista Shinji Higuchi) di dar valore corale alla vicenda grazie al supporto di un cast di primo livello che annovera il Jun Kunimura visto in Ichi the Killer.
Come già la splendida controparte americana di Gareth Edwards del 2014 (anch’esso più viscerale e meno commerciale), Shin Godzilla segna un nuovo traguardo per il genere “di mostri”, e rispolvera Godzilla in quello che forse è il miglior film che gli si potesse dedicare.
NOTE POSITIVE
- Regia puntuale e documentaristica
- Aggiornamento della metafora sul pericolo nucleare
- Recitazione corale
- Colonna sonora epica e tonante
- Ottima mistura di CGI e animatronics
NOTE NEGATIVE
- Nessuna di rilevante