Fuga da Los Angeles (1996): La fine dell’essere umano secondo Carpenter

Condividi su
locandina di Fuga da Los Angeles (1996)

Fuga da Los Angeles

Titolo originale: Escape from L.A.

Anno: 1996

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Azione/Fantascienza

Casa di produzione: Paramount Pictures

Distribuzione italiana: United International Pictures

Durata: 101 min

Regia: John Carpenter

Sceneggiatura: John Carpenter, Debra Hill, Kurt Russell

Fotografia: Gary B. Kibbe

Montaggio: Edward A. Warschilka

Musiche: John Carpenter, Shirley Walker

Attori: Kurt Russell, Steve Buscemi, Georges Corraface, Valeria Golino, Stacy Keach

Trailer di Fuga da Los Angeles

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

John Carpenter torna alla regia del sequel “1997: Fuga da New York“, con Kurt Russell come protagonista, a vestire i panni del personaggio Jena Plissken. Ad accompagnarlo in questa avventura ci sono Steve Buscemi e l’italianissima Valeria Golino, che in quegli anni gode di un particolare successo anche all’estero. Il primo film è considerato un cult del genere mentre questo secondo lavoro cerca di ricalcarne la gloria, mantenendo quindi la solita atmosfera di fondo. Con un incasso di 25 milioni di dollari a seguito dei 50 spesi, non ha riscosso il successo sperato, ma resta comunque un’opera in pieno stile Carpenter. La pellicola è stata distribuita in Italia il 10 gennaio del 1997.

Trama di Fuga da Los Angeles

Un grande terremoto si abbatte sulla California, provocando il distacco della città di Los Angeles dal resto dello Stato. La nuova isola diviene quindi, per scelta governativa, una prigione a cielo aperto dove inserire tutti i criminali del paese. Nel frattempo la figlia del presidente degli Stati Uniti, ruba al padre un telecomando in grado di modificare tutti i congegni elettronici del pianeta. Innamorata di un noto criminale, costretto a vivere a Los Angeles, si rifugia da quest’ultimo. Jena Plissken viene quindi ingaggiato nuovamente per recuperare il marchingegno entro 24 ore di tempo, prima che un veleno impiantato nel suo corpo faccia effetto e lo uccida.

Fotogramma di Fuga da Los Angeles
Fotogramma di Fuga da Los Angeles

Recensione di Fuga da Los Angeles

La seconda opera di Carpenter mantiene tutti quegli elementi esplosivi e dinamici che hanno caratterizzato il primo lavoro. Inseguimenti, scontri, sparatorie fanno da cornice a un film che vive di un intenso intrattenimento. La particolarità è che sicuramente perde quel fascino che caratterizza bene il precedente titolo. Siamo davanti a una ripetizione di fondo, in cui si vuole ricalcare il successo dello scorso ma con meno originalità e freschezza del tutto. Nonostante l’atmosfera generale che sembra riportare lo spettatore alla vecchia fuga da New York, qui manca una solida struttura che leghi bene ogni punto della storia. Carpenter è un regista che dell’azione e dell’horror ci ha creato una carriera sopra, rivelandosi come uno dei migliori del suo campo. Questa volta il film passa al varco ma con una grinta più debole, dovuto forse al fatto che di base non è un vero e proprio sequel ma più un rimaneggiamento della storia in sé, in cui si riutilizza i medesimi ingredienti per riportare su schermo qualcosa di già visto e assaporato con gusto.

Nonostante ciò il film comunque si salva. Il motivo è semplice ed è merito di due ingredienti fondamentali, ovvero la regia del suo autore e la forza del personaggio principale interpretato da un Russell perfetto per il ruolo. Questi due aspetti fanno in modo che la pellicola scorra con un ritmo notevole e intrattenente. Ogni pericolo che riguarda Jena Plissken è infatti molto coinvolgente e soprattutto diverte. Quella sensazione di leggerezza è per lo più assicurata. Per chi ha amato il primo titolo non può non apprezzare anche il secondo. Nel complesso la nostalgia nel rivedere l’avventura ai limiti del tempo del suo protagonista, non può non farsi a galla e soprattutto coinvolgere d’intensità, trasportando di nuovo lo spettatore in un mondo crudele e spietato.

Fotogramma del film Fuga da Los Angeles
Fotogramma del film Fuga da Los Angeles

Carpenter non si dimentica inoltre di inserire una spietata critica rivolta alla società americana e lo fa con gran coraggio, esattamente come avvenuto già quindici anni prima. Il punto di vista dell’autore emerge e si staglia chiaramente all’interno della storia, alla medesima potenza che il precedente. Se c’è una cosa che sa manifestare bene Carpenter è infatti inserire in grossi prodotti di intrattenimento un’analisi spiazzante della società. Il mix che ne fuoriesce presenta sempre una gran lucidità, evidente dimostrazione di un regista anche abbastanza divisorio per certi versi. La criminalità si riversa perciò in entrambi i lati secondo Carpenter. Non esiste la classica divisione bene e male ma ognuno è responsabile dei suoi crimini, in cui nella moderna società che descrive, a pagarne le conseguenze sono solamente gli emarginati del sistema. Chiunque venga considerato squilibrato o deviante viene perciò allontanato, messo al confino, così come veniva fatto per tutti i dissidenti politici nei periodi totalitari della storia. Il problema è che a portarsi addosso le colpe dei propri reati, lo sono anche le istituzioni, che sotto un velo ipocrita e moralista, nascondono invece una malvagità, per il mantenimento del potere e dell’ordine sociale. Il protagonista è infatti un antieroe, un eterno dannato costretto a subire i soprusi dei potenti e ad agire per loro interesse.

Nessuno si salva mai veramente in un’opera di Carpenter. Ciascuno è macchiato di un delitto che si trascina con sé, che sia visibile agli altri o in penombra. Il bene è un concetto che non sussiste nella poetica carpenteriana. Il finale è un esempio di come l’happy ending, non solo sia considerato lontano anni luce dalla sua visione, ma anche disgustato come soluzione classica per un finale. Carpenter è un autore crudo e diretto, quello che ha da comunicare, lo comunica sempre senza troppi giri di parole ma arrivando al sodo, a costo di spiazzare lo spettatore. Il mondo si distruggerà se continuiamo a ragionare per semplici termini e distinzioni. Se non sviluppiamo una certa sensibilità che ci permette di cogliere quelle sfumature che ci rendono umani e se il potere dei piani alti continuerà ad alimentare la sua ingordigia, scaricando tutto il male sulle persone più facilmente etichettabili, allora per l’essere umano la fine è vicina. Il regista è più spietato del solito a questo giro. Non per altro il suo allontanamento da Hollywood, costretto o meno che sia, avvenuto oltre dieci anni fa, ne è una prova.

In conclusione

Il film funziona nel suo complesso, nonostante qualche piccolo incidente di scrittura qua e là, come l’apparizione in scena di Valeria Golino. Sebbene l’attrice sia stata inserita nel cast, la sua presenza rimane superficiale e non troppo rilevante per il proseguimento della storia. La fotografia è incredibile, essendo girato principalmente di notte. Gli effetti speciali sono datati e se paragonati a quelli odierni si rivelano ampiamente sorpassati, frutto del maggior sviluppo tecnologico. Non per questo comunque dispiacciono e se, contestualizzati all’anno di uscita, si lasciano guardare volentieri.

Note Positive

  • Ottima Regia
  • Buone Interpretazioni
  • Gran finale

Note negative

  • Troppo ripetitivo in alcuni punti
  • Qualche buco di scrittura
  • Situazioni a volte banali
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.