G20 (2025). Un Thriller Presidenziale tra Azione e Umanità

"G20" è un thriller presidenziale ricco di tensione, ma anche un'efficace esplorazione della resilienza umana di fronte a situazioni estreme, dove le decisioni personali si intrecciano inevitabilmente con le responsabilità istituzionali in una corsa contro il tempo che tiene incollati allo schermo.

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Trailer di “G20”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

“G20” è un thriller d’azione diretto da Patricia Riggen, scritto da Caitlin Parrish, Erica Weiss e Logan & Noah Miller e prodotto da Amazon MGM Studios. Il cast è formato da Viola Davis, Anthony Anderson, Marsai Martin, Ramón Rodríguez, Antony Starr, Douglas Hodge, Elizabeth Marvel, Sabrina Impacciatore e Clark Gregg. Il film esce in tutto il mondo su Prime Video il 10 aprile 2025.

Trama di “G20”

Quando il vertice del G20 viene messo sotto assedio, il presidente degli Stati Uniti Danielle Sutton (interpretata dall’attrice Premio Oscar Viola Davis) diventa il bersaglio numero uno. Dopo essere riuscita a sfuggire alla cattura da parte degli aggressori, deve ingannare il nemico per proteggere la sua famiglia, difendere il suo Paese e pensare alla salvaguardia dei leader mondiali in una emozionante corsa contro il tempo.

Douglas Hodge, MeeWha Alana Lee, Viola Davis in G20. (Photo Credit Ilze KitshoffPrime Video). © Amazon Content Services LLC
Douglas Hodge, MeeWha Alana Lee, Viola Davis in G20. (Photo Credit Ilze KitshoffPrime Video). © Amazon Content Services LLC

Recensione di “G20”

“G20” ci trasporta nel caos di un summit internazionale trasformato in zona di guerra quando terroristi guidati dal feroce Rutledge (interpretato da un glaciale Antony Starr) prendono d’assalto il vertice del G20 a Città del Capo. La premessa, seppur non originalissima, viene sviluppata con ritmo e tensione crescenti, trasformando una riunione diplomatica in un campo di battaglia dove politica e sopravvivenza si intrecciano pericolosamente.

Al centro della tempesta troviamo la presidente degli Stati Uniti Danielle Sutton, portata sullo schermo da una straordinaria Viola Davis che riesce a infondere nel personaggio una rara complessità: forza e determinazione si alternano a momenti di autentica vulnerabilità e tenerezza. La sua Sutton non è solo una leader sotto attacco, ma anche una madre e una moglie disperatamente preoccupata per la sicurezza della propria famiglia.

Davis conferma ancora una volta la sua straordinaria capacità di dare profondità emotiva ai suoi personaggi, rendendo credibile ogni sfumatura di questa donna potente costretta a navigare tra doveri istituzionali e istinti protettivi. La dinamica familiare rappresenta infatti uno dei punti di forza della pellicola, con Anthony Anderson nel ruolo del marito Derek che offre una performance convincente e naturale, distanziandosi dai ruoli comici per i quali è maggiormente conosciuto.

Un buon thriller adrenalitico

Anderson riesce a trasmettere la giusta misura di supporto e preoccupazione, creando un’interessante dinamica di coppia con la Davis che va oltre i soliti stereotipi del “first gentleman”. I giovani Christopher Farrar (Demetrius) e Marsai Martin (Serena) nei panni dei figli presidenziali riescono a bilanciare momenti di tensione con battute leggere che offrono respiro alla narrazione. Particolarmente notevole è la performance della Martin, che conferma il suo talento già ampiamente dimostrato in altri progetti, portando sullo schermo una giovane donna intelligente che non si limita al ruolo di “figlia in pericolo”.

Da segnalare anche la presenza di Sabrina Impacciatore nel ruolo del Presidente del Consiglio italiano Elena Romano, che con la sua interpretazione aggiunge profondità al cast internazionale e regala alcuni dei momenti più spiritosi del film grazie alle battute ben scritte affidate al suo personaggio. L’Impacciatore non sempre riesce a evitare la trappola della macchietta tipicamente italiana, ma offre un ritratto credibile di una leader politica che mantiene la propria umanità anche nelle situazioni più estreme.

La sceneggiatura firmata da Logan Miller, Noah Miller, Caitlin Parrish ed Erica Weiss riesce a costruire una narrazione tesa ed efficace, con colpi di scena ben orchestrati che mantengono alta l’attenzione dello spettatore. Particolarmente apprezzabile è il modo in cui gli sceneggiatori riescono a intrecciare la tensione politica internazionale con la dimensione più intima e personale dei protagonisti, creando un thriller che non sacrifica la caratterizzazione dei personaggi sull’altare dell’adrenalina.

Una regia attenta e dinamica

I dialoghi risultano credibili, con momenti di leggerezza ben distribuiti per alleggerire la tensione. Le interazioni di Elena Romano e dei figli presidenziali sono particolarmente riuscite, offrendo uno spaccato di umanità in mezzo al caos generale. La regia di Patricia Riggen si dimostra sicura nel gestire sia le sequenze d’azione che i momenti più intimi, creando un equilibrio raro nei film di questo genere.

La Riggen, già nota per film come “The 33”, dimostra ancora una volta la sua abilità nel dirigere un buon cast e nel costruire tensione narrativa anche in spazi ristretti. La sua direzione sa quando accelerare e quando rallentare, permettendo agli attori di brillare nei momenti chiave e mantenendo sempre chiara la geografia degli eventi nonostante la complessità delle scene d’azione. La fotografia contribuisce efficacemente alla narrazione, con una palette cromatica che contrasta i toni freddi degli ambienti istituzionali con i colori caldi delle location sudafricane.

Le sequenze notturne sono particolarmente ben realizzate, con un uso sapiente delle ombre che aumenta la sensazione di pericolo imminente. Il montaggio serrato aiuta a mantenere alto il ritmo della narrazione, alternando efficacemente le varie linee narrative senza mai perdere di vista il cuore emotivo della storia. La colonna sonora, discreta ma efficace, sottolinea i momenti di tensione senza mai risultare invadente.

Decisioni personali vs. responsabilità istituzionali

Non mancano, è vero, alcune scene d’azione che sfiorano l’inverosimile, tipiche concessioni al genere action, ma nel complesso le coreografie dei combattimenti corpo a corpo risultano convincenti e ben realizzate, aggiungendo adrenalina al racconto senza mai sovrastare la componente umana. I set piece action sono distribuiti strategicamente lungo la narrazione, con una progressione di intensità che culmina in un finale adrenalinico ma emotivamente soddisfacente.

Merita una menzione anche la rappresentazione della politica internazionale, che pur nelle semplificazioni necessarie per un film d’azione, riesce a catturare alcune delle dinamiche e tensioni reali del panorama geopolitico contemporaneo. Il film non cade nella facile trappola di dipingere eroi e villain monodimensionali, ma cerca di esplorare le sfumature e le complessità delle relazioni internazionali in un mondo globalizzato.

“G20” si rivela così non solo un thriller presidenziale ricco di tensione, ma anche un’efficace esplorazione della resilienza umana di fronte a situazioni estreme, dove le decisioni personali si intrecciano inevitabilmente con le responsabilità istituzionali in una corsa contro il tempo che tiene incollati allo schermo. È un film che, pur non rivoluzionando il genere, lo arricchisce con personaggi ben delineati e una narrazione che non teme di mostrare la vulnerabilità dietro il potere.

In Conclusione

“G20” offre intrattenimento di qualità, bilanciando bene azione, tensione politica e dramma personale, il tutto sostenuto da interpretazioni di alto livello, in particolare quella della Davis, che conferma ancora una volta il suo status di attrice di straordinario talento e versatilità.

Note Positive

  • Scrittura
  • Regia
  • Recitazione
  • Ritmo

Note Negative

  • Alcune scene d’azione inverosimili
  • Ogni tanto l’Impacciatore cade nel macchiettismo
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Renata Candioto
Renata Candioto

Diplomata in sceneggiatura alla Roma Film Academy (ex Nuct) di Cinecittà a Roma, ama il cinema e il teatro.
Le piace definirsi scrittrice, forse perché adora la letteratura e scrive da quando è ragazzina.
È curiosa del mondo che le circonda e si lascia guidare dalle sue emozioni.
La sua filosofia è "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita".