Il padre dell’anno (2024). Una commedia sulle seconde possibilità.

Recensione, trama e cast del film Il padre dell’anno (2024). Michael Keaton e Mila Kunis in una commedia drammatica sulla genitorialità e le seconde possibilità.

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Il padre dell'anno (2024) - Immagine concessa a uso editorial da dimillamacchiavelli
Il padre dell’anno (2024) – Immagine concessa a uso editorial da dimillamacchiavelli

Trailer di “Il padre dell’anno”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il padre dell’anno viene distribuito da Adler Entertainment nei cinema a partire dal 25 settembre 2025. Alla regia abbiamo Hallie Meyers-Shyer (“40 sono i nuovi 20”) mentre nei panni dei protagonisti troviamo Michael Keaton insieme a Mila Kunis e Andie MacDowell.

La regista Hallie Meyers-Shyer dichiara: “Osservando le molteplici forme che la famiglia può assumere al giorno d’oggi, ho voluto raccontare la storia di bambini di generazioni diverse e da matrimoni diversi che si uniscono per formare una famiglia moderna”  – inoltre – Il padre dell’anno è un film che parla di crescita a qualsiasi età, di figli e figlie, di madri e padri, di matrimoni e divorzi, e della consapevolezza che ciò che davvero conta nella vita sono le persone che amiamo.”

Trama di “Il padre dell’anno”

La vita di Andy Goodrich (Michael Keaton) viene sconvolta quando sua moglie, madre dei loro due gemelli di nove anni, entra in un programma di riabilitazione di 90 giorni, lasciandolo da solo con i bambini. Catapultato nel mondo della genitorialità moderna, Andy si affida alla figlia del suo primo matrimonio, Grace (Mila Kunis), chiedendo consigli e delucidazioni. Grace anch’essa incinta inizialmente rifugge alle richieste del padre che era sempre stato assente, ma mano a mano che il tempo passa il loro rapporto rinasce.

Recensione di “Il padre dell’anno”

La pellicola Il padre dell’anno è una commedia drammatica che si inserisce nel filone delle narrazioni familiari contemporanee, con un impianto registico sobrio e una sceneggiatura che privilegia il dialogo come veicolo di introspezione e riconciliazione. Hallie Meyers-Shyer adotta una regia classica, priva di virtuosismi, che privilegia la messa in scena funzionale alla narrazione. La regista evita il sentimentalismo eccessivo, mantenendo un tono equilibrato tra ironia e dramma.
L’uso della luce e degli interni domestici richiama l’estetica delle commedie familiari americane, con una palette cromatica che suggerisce comfort e nostalgia, anche se la fotografia non sempre è all’altezza e molte volte l’uso delle luci è fin troppo abusato.  

Il film tratta vari temi con al centro la questione genitorialità, difatti si esplora il concetto di “essere padre” non come ruolo biologico, ma come scelta quotidiana. La regista va inoltre ad analizzare il rapporto tra Andy e Grace come fulcro emotivo, trattato con realismo e gradualità, suggerendo inoltre che c’è sempre spazio per le seconde possibilità se accompagnato da consapevolezza e vulnerabilità. La struttura narrativa è lineare, con un arco di trasformazione ben definito per il protagonista. Andy Goodrich, interpretato da Michael Keaton offre una performance calibrata, giocata su sfumature emotive e tempi comici precisi, è un personaggio che è stato costruito su contrasti: brillante ma emotivamente immaturo, ironico ma vulnerabile. La sceneggiatura lavora sul tema della genitorialità tardiva e della riconciliazione intergenerazionale, con dialoghi che alternano sarcasmo e tenerezza. Il film inizia a ingranare quando Andy chiede aiuto alla figlia adulta Grace, i due hanno un rapporto teso e distante. Lei è incinta e ancora ferita dalle assenze del padre, ma accetta comunque di aiutarlo, dando il via a un percorso di riconciliazione che si snoda tra gag esilaranti e momenti di profonda vulnerabilità.

Mila Kunis, nel ruolo della figlia Grace, bilancia il cinismo con una crescente empatia, contribuendo alla credibilità del rapporto padre-figlia. Il cast secondario è funzionale, ma non particolarmente memorabile, lasciando spazio alla dinamica centrale. La colonna sonora risulta discreta e non invasiva, riesce ad accompagnare le transizioni emotive senza sovraccaricare la narrazione. L’uso di brani natalizi nei momenti chiave rafforza il contesto stagionale e il senso di famiglia imperfetta

In conclusione

Il padre dell’anno non innova il genere, ma lo interpreta con onestà e misura. È un film che privilegia la scrittura e la recitazione rispetto alla sperimentazione visiva, risultando efficace nel suo intento: raccontare una storia di imperfezione, crescita e affetto ritrovato; una riflessione sul tempo che passa, sulle seconde possibilità e sull’amore che resiste, anche quando sembra perduto. Lascia il pubblico con una domanda semplice ma potente: cosa significa davvero essere un buon genitore?

Note positive

  • Cast
  • Tematiche
  • Regia

Note negative

  • Fotografia e comparto luci non sempre funzionale

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozione
SUMMARY
3.6
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Tatiana Coquio
Tatiana Coquio

Amo alla follia la settima arte, la sceneggiatura è ciò che mi interessa di più in un film, tanto da aver fatto degli studi in merito.
Star Wars fan da una vita e serie TV addicted.
Lettrice e scrittrice compulsiva, sempre pronta ad appuntare note e pensieri un po' ovunque, quando posso viaggio per il mondo accompagnata dal mio fido ipod e una colonna sonora a tema.