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Ipersonnia
Titolo originale: Ipersonnia
Anno: 2022
Nazione: Italia
Genere: Drammatico, Fantascienza, Thriller
Casa di produzione: Ascent Film, Nightswim, in collaborazione con Amazon Prime Video e in collaborazione con Rai Cinema
Distribuzione italiana: Indipendente
Durata: 100 minuti
Regia: Alberto Mascia
Sceneggiatura: Alberto Mascia, Enrico Saccà
Fotografia: Matteo Vieille
Montaggio: Mario Marrone
Musiche: Federico Bisozzi
Attori: Stefano Accorsi, Caterina Shulha, Astrid Meloni, Paolo Pierobon, Alessandro Gazale, Andrea Germani, Francesco La Mantia
Ipersonnia è un film drammatico di fantascienza, con i tratti del thriller psicologico, diretto da Alberto Mascia alla regia del suo primo lungometraggio. La pellicola, con protagonista il sempre monumentale Stefano Accorsi, è vincitrice del premio Solinas Experiment per la sceneggiatura ed è stata selezionata per la sezione Fuori concorso alla 40° Torino Film Festival.
Dal 29 novembre 2022 nei migliori cinema italiani.
Trama di Ipersonnia
In un futuro prossimo l’Italia ha adottato nuove metodologie per quanto riguarda il sistema carcerario: i detenuti devono scontare i loro anni di pena in uno stato di sonno perenne e profondo, l’ipersonno chiamato anche Hypnos. Questo non solo per rendere i carcerati inoffensivi, ma anche per evitare il sovraffollamento delle prigioni. Si rivela essere sì un metodo economico ed efficiente, ma con i suoi lati oscuri che emergeranno distruttivi, dal punto di vista dello psicologo David Damiani che ha il compito di monitorare i detenuti. Degli imprevisti innescheranno una serie di eventi che coinvolgeranno il protagonista, costretto ad affrontare i fantasmi del suo passato, nonché la sua etica.

Recensione di Ipersonnia
Il cinema italiano nell’ultimo decennio sta vivendo una nuova vita per quanto riguarda la sperimentazione del mezzo: nella contemporaneità si sta tentando di viaggiare verso nuovi orizzonti fatti di generi diversi, spesso trattati con maggiore maestria dal cinema americano (o talvolta internazionale), che del ‘genere’ ne ha fatto un marchio di fabbrica, ce lo suggerisce la suddivisione in generi su cui si basava la vecchia produzione hollywoodiana, come quella attuale del resto. Questa pellicola italiana, come molte altre uscite negli ultimi tempi, tenta di imitare quella fluidità e maestria nella trattazione dei generi, riuscendovi probabilmente solo a metà, ma con delle intuizioni interessanti che rendono questo tentativo comunque degno di nota.

Ipersonnia infatti ha il coraggio (che poche opere hanno nel nostro paese) di saltare da un genere all’altro nella stessa pellicola, passando dalla fantascienza al thriller psicologico, dal drammatico al noir. In un mix che a tratti funziona, a tratti si perde in aspetti della trama che sarebbe stato interessante approfondire. Spesso smarrisce l’obiettivo preso dal desiderio di trattare i vari generi, mostrando però la mancanza nel riuscire a realizzare ciò con la consapevolezza necessaria. La narrazione manca del giusto mordente, e di originalità nello svelamento della vera identità del protagonista, ricordando pericolosamente film come Shutter Island, come molte altre pellicole con lo stesso schema narrativo (questo pur essendo consapevoli che scrivere una sceneggiatura del tutto originale con centinaia di prodotti che escono ogni giorno è ormai un’utopia).

Lo spettatore riesce ad intrattenersi attraverso gli occhi del protagonista, interpretato da un magistrale Stefano Accorsi (la sua presenza è ciò che conferisce maggiore qualità alla pellicola) in questo flusso di eventi diviso fra sogno e realtà, dubitando continuamente di ciò che scorre sullo schermo e dunque interrogandosi su ciò che sta vedendo. Questa è sicuramente una delle armi vincenti di Ipersonnia.
Gli strati di lettura del primo lungometraggio di Alberto Mascia sono molteplici e tutti estremamente affascinanti. L’analisi di uno stato italiano che ha perso qualsiasi scrupolo ed empatia, che tenta di governare le menti dei suoi cittadini insabbiando la verità dei rischi di questo nuovo trattamento, un barbaro metodo al limite della lobotomia, creando uno strano equilibrio destinato a cedere. Ipersonnia è un film che parla dunque della nostra società e del controllo che esercita su di noi, suoi cittadini. Questa analisi purtroppo però rimane solo in superficie.
In conclusione
Questa prima prova di Alberto Mascia è di buon auspicio per il futuro del suo cinema, nonché del panorama cinematografico italiano, nella prospettiva di una continua sperimentazione che possa portare ad un uso più organico e funzionale del genere, per far sì che si implementi naturalmente nelle narrazioni filmiche del nostro paese, prendendo in considerazione con rispetto il contesto, come Gabriele Mainetti è riuscito a fare con Lo chiamavano Jeeg Robot.
Note positive
- Regia
- Fotografia
- Interpretazione
Note negative
- Sceneggiatura con spunti di riflessioni interessanti che rimangono però solo in superficie
- Narrazione a tratti confusionaria