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Il Ritorno
Titolo Originale: Jesus vender tilbage
Anno: 1992
Paese di Produzione: Danimarca
Genere: Fantastico
Casa di produzione: Superfilm Productions
Durata: 90minuti
Regia: Jens Jørgen Thorsen
Sceneggiatura: Jens Jørgen Thorsen
Montaggio: Jesper Osmund
Fotografia: Jesper Høm
Musica: Jimmy Dawkins
Attori: Marco Di Stefano, Johnny Melville, Jed Curtis, Jean-Michel Dagory, Benny Hansen, Jacob Haugaard, Atlanta
Trama di Il Ritorno
Il film si apre con un incipit dal tono apocalittico in cui profeta da un grido d’allarme alla società. È il giorno del giudizio, con lo spettatore che vede la spazzatura dell’uomo cosparsa sulla terra e il fumo inquinante delle fabbriche. La guerra e la disumanità ha portato alla sofferenza e al non rispetto dalla natura stessa. L’essere umano, con la sua mania di egoismo, farà morire il nostro pianeta, gli animali che lo circondando e, in maniera parossistica e tragica, se stesso. Perfino l’interno universo perirà, ma Dio farà ritornare nuovamente suo figlio Gesù sulla Terra per redimere il mondo, per farlo ritornare alla pace, per rimettere il giusto ordine delle cose, ora sprofondate nel caos.
Il ritorno 1992 Jed Curtis: Il Papa Il ritorno 1992 con Marco di Stefano
Recensione de Il Ritorno (1992)
Il ritorno (Jesus vender tilbage) è l’ultimo film fantastico del regista danese Jens Jørgen Thorsen (Wet Dreams – Sogni bagnati, nel segmento “Another Wet Dream” del 1974), che ha realizzato anche la sceneggiatura, la produzione e la scenografia del film. L’opera filmica, dopo una lunga gestazione e problemi di finanziamenti, pensata nel 1968 viene realizzata nella versione definitiva soltanto nel 1989 uscendo in Danimarca il 13 Marzo 1992. Nel cast spiccano l’attore italiano Marco Di Stefano nel ruolo di Gesù (una memorabile performance che lo ha reso famoso nel ruolo) e Jed Curtis nell’interpretazione ironica e di critica del Papa.
Gesù (interpretato da Marco Di Stefano), vestito di bianco con una tunica sacerdotale e sandali, scende dal cielo come un semi – fantasma (tecnica da cinema muto) all’interno della strada principale dove scorgiamo sullo sfondo l’imponente arco di Trionfo di Parigi. Le immagini sono suggestive con Gesù che guarda con occhi innocenti e “da bambino” la città contemporanea, costernata anche dalle bellezze monumentali come la Tour Eiffel e dalle sculture dal volto angelico. La scena è accompagnata da una canzone Rock and Roll, che abbinata alle inquadrature fa accostare questa scena ad un videoclip. Interessanti per la tecnica cinematografica i raccordi sull’asse di Gesù che si allontana in una piccola strada e la panoramica sulla città, piena di palazzi e sculture, ma povera di ambiente naturale. Il flm, nel suo seguirsi, si snoda su vari generi: dal poliziesco e d’azione con toni splatter, passando dall’essere una pellicola di critica pesante sul mondo clericale e papale fino a divenire un road movie a tinte Hippy in cui troviamo il protagonista, in una sequenza altamente musicale, che si fa accompagnare nel pellegrinaggio bucolico assieme a dei barboni ubriaconi, i quali simboleggiano nel film i suoi discepoli, persone povere ma buone d’animo che Gesù ha voluto aiutare e portare con sé nel suo cammino.
Una versione inedita sulla figura di Gesù e sulla chiesa
Singolare è che Gesù, non avendo soldi, non essendo allineato con l’economia capitalista, ruba assieme ai barboni a un mercato di paese per mangiare e non ha l’abilità di fare miracoli alle persone. Addirittura l’opera si contorna di aspetti erotici, ovvero Gesù avrà una storia e farà l’amore con una rapinatrice e peccatrice; il loro primo incontro è all’uscita dell’ambasciata, in cui il gruppo di criminali ha seminato sangue, con lei che viene incaricata di uccidere lo strano uomo barbuto che sembra sia giunto da un altro tempo. La donna non riuscirà a sparargli perché si innamora subito di questo strano sconosciuto, rimanendo folgorata dai suoi occhi neri. L’amore viene contraccambiato, facendo i due l’atto passionale nel bagno dell’aereo dirottato dalla gang dei terroristi. La donna incarna nella modernità la figura religiosa di Maddalena. Per questo aspetto sessuale del film, l’opera è stata dibattuta e criticata dalla chiesa cristiana. Bisogna dire che la pochezza dei fondi necessari per realizzare il lungometraggio deriva anche dal fatto che il Il Ritorno rivela, pur con esagerazione, il mondo malato della chiesa, dei preti, cardinali e del Papa in una visione fortemente critica (molto forte e sarcastica è la scena in cui il Papa è un pedofilo, tenendo con sé e accarezzando un bambino, facendogli mangiare dei dolciumi; la mdp riprende nella sua stanza anche riviste con immagini e copertina di uomini muscolosi, quindi è anche omosessuale), evidenziando che il clero si sia arricchito e abbia compreso a suo modo e per i suoi interessi di profitto e potere, il messaggio cristiano, non badando alle sofferenze delle persone e non aiutando i poveri. I clericali infatti pensano solo ad arricchirsi e a mangiare come “maiali”. Inoltre veicolati dall’importanza della comunicazione televisiva, vogliono annunciare in prima visione a tutti i telespettatori la nuova venuta di Gesù sulla Terra, dopodiché in precedenza avevano perfino pensato di ucciderlo e di rimetterlo sulle croce, perché secondo loro il Salvatore avrebbe sradicato la loro ricchezza e risistemato in maniera corretta l’ordine delle cose, rendendo giustizia. All’interno del vaticano ricostruito (accompagnato da immagini reali d’archivio Found-Footage di vere celebrazioni religiose), la folla di migliaia di fedeli si accinge ad assistere al messaggio di Gesù. La gente si rivela composta da fanatici, accalcandosi, spingendosi, addirittura le suore si masturbano con il crocifisso. Nel finale, lo sconforto del Salvatore fa comprendere soprattutto allo spettatore (visto la folla urlante in San Pietro) che il mondo non ha ricevuto nessun insegnamento cristiano, che la sua crocifissione non è servita a redimere i peccati del mondo.
Che faccio io qui? E’ questa la chiesa cristiana? E’ questo quello che ne avete fatto? E’ questo il risultato del vostro lavoro di duemila anni? Duemila anni! Non siete pronti per me. Sono ritornato troppo presto. Che desolazione immensa! La terra potrebbe essere così bella!
Gesù ( Marco di Stefano)- Il Ritorno
La pecca del film è che, pur essendo interessante e lungimirante per avere profetizzato il futuro (sul tema del terrorismo, ecologico, della civiltà materialista), innesca troppe tematiche che, in poco più di un’ora e mezza, non possono certamente essere esaminate tutte con massima cura. Inoltre la sceneggiatura è un po’ debole, ma viene compensata dagli effetti speciali e dalla interpretazione teatrale di Marco Di Stefano. L’opera esaspera alla massima potenza i vizi della chiesa rendendo il film divertente, lanciando comunque un messaggio forte: se la chiesa, ovvero il potere, genera peccato e non si adegua alla pace e alla fratellanza, il mondo delle persone comuni e dei fedeli sarà sempre più direzionato verso il caos. E’ solo con la vera missione cristiana, e con uno spirito di ammirazione verso il mondo che ci circonda, la natura e gli altri, che si può cercare di esseri felici, meno soli e propensi al bene comune.
Note positive
- L’interpretazione attoriale di Marco Di Stefano
- Gli effetti speciali
- Le sequenze musicali
Note negative
- La sceneggiatura
- Troppe tematiche trattate