Il senso di Hitler (2020): dalla dittatura a TikTok

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Il senso di Hitler locandina

Il senso di Hitler

Titolo originale: The meaning of Hitler

Anno: 2020

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Documentario

Produzione: Play/Action Pictures, Uwaga Films

DistribuzioneWanted Cinema

Durata: 92 minuti 

Regia: Petra Epperlein, Michael Tucker 

Sceneggiatura: Michael Tucker 

Fotografia: Michael Tucker

Montaggio:  Michael Tucker

Musiche: Alex Kliment

Trailer Il senso di Hitler (2020)

Il senso di Hitler è un documentario del 2020 al cinema dal 27 gennaio 2022 che, partendo dall’omonimo libro The meaning of Hitler di Sebastian Haffner, analizza la figura dello spietato dittatore mettendola in relazione con il presente, quanto influenza ancora il mondo odierno? È possibile trovarne la sua ombra nei fenomeni social come ad esempio TikTok?

Trama de Il senso di Hitler

Questo documentario si presenta da subito come un viaggio attraverso diversi continenti che in un modo o nell’altro sono stati toccati dalla figura del più spietato dittatore Europeo, Adolf Hitler. Attraverso l’uso d’immagini storiche e di studiosi del passato e del presente viene redatta un’analisi precisa del fenomeno “Hitler”, il suo rapporto con le masse, se e da quali traumi infantili può derivare, traumi tuttavia mai appurati. Per poi piombare nel presente, i nuovi gruppi nazionalisti nostalgici del terzo reich, fino ai social network, piattaforme come Tik Tok, veicolo, tra le altre cose, di odio razziale e antisemita, fino all’hype creato da remix house dei discorsi di Hitler.

Recensione de Il senso di Hitler

L’analisi condotta da Petra Epperlein e Michael Tucker in questo documentario è sottile e originale. Di certo non sono stati i primi ad approcciarsi al confronto tra passato hitleriano e presente, tuttavia in pochi l’hanno espresso in modo così lucido e schietto. Tratto dal libro di Sebastian Haffner del 1978, si concentra sull’opportunità di descrivere a pieno la definizione data dallo stesso autore nel suo scritto: Hitler era un perdente radicale e ha fallito nel suo progetto fanatico proprio per questo. Scopriamo che in un grande magazzino in Germania sono raccolti diversi dipinti posti a sequestro, raffiguranti il periodo di grande ascesa del dittatore, le sue conquiste, i suoi discorsi gloriosi e tra questi sono conservati quattro acquarelli dipinti dallo stesso Hitler in giovinezza, stile piuttosto mediocre che gli ha impedito di entrare all’accademia d’arte, il primo di una serie di fallimenti che hanno condizionato la sua mente criminale.

Il senso di Hitler fotogramma
Il senso di Hitler fotogramma

Nell’affannosa ricerca di spiegare l’inspiegabile, qualcuno afferma anche che per risollevarsi dalle sue problematiche comportamentali e d’insonnia sia ricorso all’ipnosi, da cui alcuni giurano non sia mai stato svegliato del tutto, agendo dunque fuori dalla sua completa volontà. Questo tuttavia non è mai stato dimostrato e in ogni caso, aggiungiamo noi, non lo scagionerebbe da tutto ciò che ha perpetrato per anni.

Il documentario sposta vorticosamente lo sguardo dal passato al presente, in cui incrociamo personaggi come David Irving fervente negazionista dell’Olocausto finito a processo contro la storica statunitense Deborah Lipstadt e uscitone fuori come un razzista e antisemita. Nonostante il processo, la confutazione delle idee e la sua reputazione macchiata per sempre, le sue posizioni negli anni non sono cambiate, fomentate anche dal seguito che dice di avere ancora, e ciò che afferma in questo documentario, credendo di avere il microfono spento, sugli ebrei costretti a scavare la terra con i cucchiaini da tè e al gelo, mette i brividi.

Gli ebrei non sono abituati ai lavori manuali ma solo a timbrare ricevute e robe fiscali.

David Irving

Non solo la storia, ma la figura di Hitler ha influenzato vari ambiti della vita anche dopo la sua morte, dalla politica più recente, come si può notare dai discorsi megalomani ed egocentrici di Trump alle sue folle, ai media con un sorprendente confronto tra il discorso e la grande parata di Norimberga, ripresa innumerevoli volte nel cinema addirittura nel Re Leone, fino ad arrivare ai social network, in particolare Tik Tok , quotidianamente veicolo rapidissimo di odio razziale e antisemita attraverso ragazzini insoddisfatti in cerca di consenso e facile riconoscimento sociale e il problema più grande è che con questi temi lo ottengono.

Il documentario inizia e finisce a New York, dal presente si sposta nel passato e torna al presente, una realtà in cui l’ideologia nazista è in crescita ed espansione e non viene fatto abbastanza per frenare il dilagare del male. E forse quello che ci insegna questo documentario è di interrompere questa catena partendo dalla base, finché continueremo a considerare Hitler e il suo seguito, di uomini comuni e militari come folli non-umani, che hanno agito sotto effetto di sostanze psicotrope o addirittura di ipnosi, continueremo a perpetrare una profonda fascinazione verso di essi. Considerarli umani è brutale, ma vero e ci metterebbe davanti alla realtà quando siamo anche noi come loro escludendo il diverso, che ci ruba il lavoro, le tradizioni.

Basterebbe spezzare l’incantesimo in un modo banalissimo come afferma lo storico Saul Friedlander “far finire i film nei campi di sterminio di Sobibor, Belzec, Treblinka e principalmente bisognerebbe capire che i nazisti erano umani, non disumani.”

Note positive

  • Analisi lucida tra passato e presente
  • Dà spazio a entrambe le fazioni
  • Coinvolgente

Note negative

  • /
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