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Io sono Rosa Ricci
Titolo originale: Io sono Rosa Ricci
Anno: 2025
Nazione: Italia
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Picomedia con Rai Cinema, in collaborazione con Netflix
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Durata: 90 minuti
Regia: Lyda Patitucci
Sceneggiatura: Maurizio Careddu, Luca Infascelli
Fotografia: Valerio Azzali
Montaggio: Valeria Sapienza
Musiche: Paolo Baldini Dubfiles
Attori: Maria Esposito, Andrea Arcangeli, Raiz, Gennaro Di Colandrea, Jorge Perugorría, Gerardo De Pablos, Juan Daniel Straube, Simon Rizzoni, Ernesto Montero
Trailer di “Io sono Rosa Ricci”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Nelle sale italiane da giovedì 30 ottobre 2025 e presentato in anteprima alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, “Io sono Rosa Ricci” si pone come prequel spin-off del fortunato franchise televisivo “Mare Fuori”. Diretto da Lyda Patitucci, regista ferrarese agli esordi nel 2023 con il film “Come pecore in mezzo ai lupi”, questa nuova collaborazione tra Picomedia, Netflix e Rai Cinema approfondisce le vicende della famiglia Ricci, concentrandosi sulla secondogenita Rosa prima del suo ingresso nell’IPM.
Nel cast, oltre alla protagonista Maria Esposito, l’attore e cantante Raiz torna nei panni di Don Salvatore. All’assenza di Giacomo Giorgio come Ciro Ricci, corrispondono i nuovi ingressi di Andrea Arcangeli e dell’interprete cubano Jorge Perugorría nel ruolo dell’antagonista.
Tenutesi tra la primavera e l’estate del 2025, le riprese si sono svolte dapprima in Sicilia e successivamente a Napoli, riprendendo in piccolissima parte le location originali della seria televisiva.
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Trama di “Io sono Rosa Ricci”
Napoli, 2020. Rosa Ricci (Maria Esposito) ha quindici anni e un’eredità ingombrante: è figlia di uno dei boss più temuti della città. È una ragazzina schiva, che vive in una gabbia dorata protetta da Don Salvatore (Raiz) e dal suo clan. Quando viene rapita da un narcotrafficante (Jorge Perugorría) intenzionato a colpire suo padre, Rosa si ritrova prigioniera su un’isola remota. Minacciata e costantemente in pericolo, durante la sua prigionia, intraprende però un percorso di crescita e stringe un legame profondo che le darà forza e una nuova consapevolezza. Mentre il padre scatena una guerra per salvarla, Rosa progetta la sua fuga. Quando finalmente torna a Napoli, non è più la ragazza di prima: ora è pronta a riprendersi la sua vita. E a scegliere, da sola, il suo destino.
Recensione di “Io sono Rosa Ricci”
Io sono Rosa Ricci. Nella serie e nel lungometraggio, la protagonista interpretata da Maria Esposito non manca nel ricordarci il proprio nome e le proprie origini. Noi spettatori, costretti da un’insistenza quasi tediante, finiamo per prenderne atto. Giunti però all’ennesima riproposizione di un prodotto acchiappa like, è lecito domandarsi se sia ancora sufficiente insistere su un’identità per conferirle nuova linfa.
Cavalcando il successo del fenomeno seriale di mamma Rai, che nel febbraio 2026 tornerà per una sesta stagione, regista e sceneggiatori costruiscono una storia fatta di tormentoni e ingredienti già pronti: la Rosa Ricci di Maria Esposito è, evidentemente, la mattatrice dell’intero impianto narrativo; il cantautore Raiz firma parte della colonna sonora e torna nei panni di Don Salvatore; e infine si sprecano i riferimenti a Ciro Ricci, personaggio interpretato da Giacomo Giorgio nella prima stagione di “Mare Fuori” e ormai trasformatosi in icona social per i giovani fan.
La messa in scena guidata da Lyda Patitucci, giovane autrice al suo secondo lungometraggio, tradisce le attese verso una nuova voce del cinema italiano che con il suo film d’esordio, “Come pecore in mezzo ai lupi”, lasciava intravedere una certa naturalezza nel racconto poliziesco. Determinante, in tal senso, una sceneggiatura sterile e per certi versi inappropriata: eticamente discutibile nel processo di celebrazione di personaggi negativi e altresì inconcludente nel vano tentativo di creare attesa verso l’esito dei protagonisti.
Nel voler ricalcare l’impatto mediatico di “Gomorra”, l’ambientazione nella malavita napoletana sembra dimenticarsi la reale necessità di stigmatizzare la delinquenza dei giovani personaggi, finendo così per restituirgli l’allure di icone pop per le nuove generazioni. In questo contesto già ben avviato e definito, “Io sono Rosa Ricci” accresce il processo di immedesimazione verso caratteri moralmente discutibili. Inoltre, se i detrattori del prodotto televisivo troveranno infruttuosa la visione di un film così legato all’universo seriale, i sostenitori di “Mare Fuori” si approcceranno al lungometraggio già consapevoli del destino riservato ai personaggi principali, rendendo vacuo ogni sforzo di suscitare ansia, speranza oppure empatia con la narrazione.
Se “Io sono Rosa Ricci” emerge come un episodio esteso adatto ad una prima serata Rai, è anche a causa di una fotografia patinata ed uno stile di regia che, nei piani ravvicinati e durante le sequenze più movimentate, si fa portatore di un carattere eccessivamente confusionario. Gli stessi interpreti che avrebbero dovuto rappresentare una nota di merito, appaiono stanchi nei panni di personaggi sfruttati oltre le loro reali potenzialità.
A conti fatti, la storia di formazione di una principessa portata ad abbracciare l’utilizzo delle armi non solo viene raccontata con singolare naturalezza, bensì assume un tono spettacolare da film d’azione, tendendo tuttavia a dimenticare che in questo tipo di storie non esistono eroi buoni da sostenere. Esaltare e persino valorizzare l’origin story di un malavitoso non è unicamente un’ingenuità sul piano della sceneggiatura, ma si permette di giocare con l’ingenuità di un pubblico che non riesce a distinguere attore e personaggio.
In conclusione
“Io sono Rosa Ricci” è un titolo di discutibile valore, più affine alla serialità televisiva che al contesto cinematografico. Una trama poco incisiva e persino noiosa si ricollega al più ampio problema della spettacolarizzazione della malavita e dell’esaltazione dei suoi interpreti.
Note positive
- Durata non eccessiva
Note negative
- Regia a tratti confusionaria
- Storia poco attraente
- Inutile per chi non ha visto la serie
- La malavita non è rappresentata come un problema
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| Colonna sonora e sonoro |
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1.9
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