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Jane Austen ha stravolto la mia vita
Titolo originale: Jane Austen a gâché ma vie
Anno: 2024
Nazione: Francia
Genere: sentimentale
Casa di produzione: Movies Inspired
Distribuzione italiana: Movies Inspired
Durata: 94 minuti
Regia: Laura Piani
Sceneggiatura: Laura Piani
Fotografia: Pierre Mazoyer
Montaggio: Floriane Allier
Musiche: Peter Von Poehl
Attori: Camille Rutherford (Agathe Robinson), Pablo Pauly (Félix), Charlie Anson (Oliver), Annabelle Lengronne (Chéryl), Liz Crowther (Beth), Alan Fairbairn (Todd), Lola Peploe (Olympia), Alice Butaud (Mona), Roman Angel (Tom), Laurence Pierre (Rosemarie), Alyzée Soudet (Voisine atelier), Rodrigue Pouvin (Sybil), Nina Hédin (Employée résidence), Frederick Wiseman (Le poète), Pierre-François Garel (Gabriel ou Raphaël)
Trailer di “Jane Austen ha stravolto la mia vita”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Sceneggiatrice e regista, Laura Piani ha una formazione accademica in cinema e letteratura, maturata tra Parigi e Roma. Durante gli anni parigini ha lavorato come libraia presso la storica Shakespeare & Co, mentre completava gli studi in sceneggiatura al Conservatoire Européen d’Écriture Audiovisuelle (CEEA). In seguito, ha preso parte al primo corso di formazione per showrunner promosso dalla FEMIS Film School.
Nel corso della sua carriera, la Piani ha firmato numerose sceneggiature, collaborando con registi di spicco del panorama cinematografico francese, tra cui Edouard Deluc, Diane Bertrand, Cristina Pinheiro, Marion Laine e Guillaume Gallienne. Parallelamente all’attività autoriale, Piani è una consulente riconosciuta nel campo della sceneggiatura: lavora regolarmente con realtà internazionali come l’European Writers Club, il Groupe Ouest, il TorinoFilmLab, il Krakow Film Festival, la Pop Up Residency di Bratislava e il TRT 12 Punto di Istanbul.
Ha insegnato sceneggiatura in diverse istituzioni, tra cui le Beaux-Arts di Parigi, l’ESRA, la Cinéfabrique, il CEEA e il workshop Emergence dedicato alle serie TV. Nel 2022 ha scritto e diretto il suo primo cortometraggio di finzione, Prudence Ledoux a le Vent en Poupe, interpretato da Alice Butaud e Pierre-François Garel, distribuito da OCS.Nel 2024 dà alla luce il suo primo lungometraggio da regista, realizzando Jane Austen a gâché (titolo italiano: Jane Austen ha stravolto la mia vita), pellicola romantica presentata in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival il 9 settembre 2024, per poi uscire nelle sale cinematografiche francesi il 22 gennaio 2025. In Italia, il film è stato distribuito al cinema il 18 settembre 2025 dalla casa di distribuzione MoviesInspired.
Trama di “Jane Austen ha stravolto la mia vita”
Agathe, una giovane donna segnata da un trauma del passato, vive a Parigi con sua sorella Mona e il piccolo Tom. Da anni lavora nella celebre libreria Shakespeare & Co, dove condivide il bancone e le giornate con Félix, il suo migliore amico: irresistibile e incostante seduttore.
La giovane donna, che ha paura di salire in macchina, è un concentrato di contraddizioni: goffa, brillante, romantica e solitaria. Vende romanzi tutto il giorno, ma sogna di scriverne uno suo. Idealizza l’amore come nei libri di Jane Austen, autrice che adora, ma nella vita reale si tiene alla larga da qualsiasi coinvolgimento. La sua immaginazione è vivace, ma la sua esistenza è bloccata da insicurezze e aspettative disattese.
Quando Félix, di nascosto, iscrive il suo manoscritto a una residenza letteraria, Agathe viene selezionata dalla prestigiosa Jane Austen Residency nel Regno Unito. Sconvolta e riluttante, accetta di partire, e proprio prima della partenza Félix compie un gesto inaspettato: la bacia. Un atto che le confonde il cuore, riempiendolo di felicità e titubanza.
Alla residenza, Agathe si ritrova immersa in un mondo fatto di tè, scrittori eccentrici e fan sfegatati di Jane Austen. Tra i presenti c’è Oliver, pro-pro-pro nipote della scrittrice e docente di letteratura inglese, affascinante quanto altezzoso. Ma mentre il contesto la stimola, Agathe non riesce a scrivere nemmeno una riga. I pensieri tornano sempre a Félix, che forse è l’uomo che ha sempre cercato.
Per trovare la sua voce e dare forma al suo romanzo, Agathe dovrà affrontare le proprie paure, smettere di sabotarsi e accettare che la vita, pur non somigliando a un romanzo, può offrire sorprese degne di essere raccontate.
Recensione di “Jane Austen ha stravolto la mia vita”
Niente di rivoluzionario sotto il sole. Laura Piani realizza, senza ombra di dubbio, una commedia alquanto pregevole, che vive di una sana commistione tra romanticismo e letteratura, riportandoci — seppur in una storia ambientata nel XXI secolo — nel mondo letterario della scrittrice britannica del 1775, Jane Austen. La sua presenza riecheggia per tutta l’opera audiovisiva: dalle citazioni letterarie tratte dai suoi romanzi — a partire da Persuasione (1818) — alla scrittura stessa della protagonista, un personaggio femminile complesso e bizzarro, proprio come quelli narrati dalla Austen. Anche l’impostazione narrativa si rifà ai suoi stilemi, incentrandosi sul classico binomio dell’uomo ruvido, inizialmente odiato e poi amato. Un cliché che dovrebbe essere superato nel 2025, ricercando una maggior complessità, anche in un semplice film sentimentale – letterario. Inoltre non manca uno degli elementi più iconici delle storie austeniane: il ballo. Quei tipici balletti in cui l’amore sgorga da ogni angolo, dove un ballo non è solo un ballo, ma una sfida tra pretendenti, che si cimentano in movenze danzanti per conquistare la propria fiamma.
Per tutto ciò, e per il modo stesso in cui la pellicola ci viene raccontata, non possiamo certo dire che Jane Austen ha stravolto la mia vita sia un film innovativo od originale — tutt’altro. La Piani realizza una pellicola che si rifà ai canoni classici della commedia romantica, citando e richiamando espressamente autori come Shakespeare e Austen (in particolare quest’ultima, come già evidenziato), e aderendo alle regole canoniche del genere sentimentale. Il tutto è impreziosito da richiami stilistici e registici a noti commedianti cinematografici come Mike Leigh e Roger Michell, fino ad arrivare ad atmosfere cromatiche e giochi di luce che evocano Casa Howard (1992) di James Ivory. La regista predilige, proprio come in quel film, una palette cromatica rareffatta e spenta, con tonalità quasi sbiadite — una scelta in netta controtendenza rispetto alla commedia francese e americana post-2010, che privilegia tinte accese e luminose.
Tale scelta artistica, seppur ispirata a Casa Howard, risulta più che azzeccata, poiché il personaggio centrale dell’opera, nonostante gli abiti eccentrici e variopinti — tra tinte rosse e blu — non è certo un personaggio felice, ma piuttosto nostalgico e solo. Due sentimenti ben raccontati sia a livello fotografico, sia nel modo stesso in cui lo spazio viene ripreso e narrato registicamente.
A differenza della maggior parte delle commedie romantiche che appaiono luminose e patinate, volevo davvero imporre forti riferimenti pittorici e considerare un’inquadratura elegante, in contrasto con l’apparente spensieratezza e frivolezza della storia. Inoltre, optare per un rapporto di formato Scope e abbracciare spazi più ampi mi ha permesso sia di esaltare la solitudine di Agathe sia di imporre la distanza con la semplice realtà che stavo cercando, e quindi trasmettere meglio come Agathe si senta assolutamente in contrasto con il mondo in cui vive.
Dichiarazione della regista
Per il resto, il film non possiede nulla di effettivamente originale o sorprendente. Nonostante la sua eleganza e la ricerca raffinata, si rivela una pellicola alquanto scontata e banale. Una banalità che intacca inevitabilmente la struttura narrativa, con una traiettoria fin troppo evidente: già al primo incontro tra Agathe e Oliver comprendiamo tutto ciò che c’è da sapere. L’evoluzione del personaggio principale segue un percorso tradizionale, secondo i canoni più consolidati della sceneggiatura cinematografica. Quanto a Oliver, la scrittura lo lascia in ombra: il suo arco narrativo si riduce a due o tre battute pronunciate in un negozio di antiquariato — un’occasione mancata, poiché all’interno di questa superficialità nel tratteggiare il personaggio maschile ciò che viene meno è il pathos emotivo. L’emozione — quella che in un film romantico dovrebbe farla da padrone — non penetra mai realmente in scena, a causa di una sceneggiatura che si concentra quasi esclusivamente sulla sua protagonista: una donna che vive in un mondo tutto suo e che fatica a uscire dal guscio, a interagire con il mondo esterno, con ciò che si estende oltre il suo luogo di lavoro, ovvero i libri, e la sua famiglia.
Lei ha paura dell’esterno, del mondo in generale, e il film non racconta altro che la sua fuoriuscita — involontaria, essendo spinta all’azione — dal suo mondo ordinario verso un mondo nuovo, in cui si ritrova a mettersi in gioco, sfidando le proprie emozioni. È probabilmente questo l’aspetto che interessa maggiormente alla cineasta, ed è per portare avanti tale tematica — a tratti scritta in modo molto semplicistico — che la regista finisce per dimenticare il racconto più emotivo sul piano sentimentale. Indubbiamente, la regia, la fotografia e la colonna sonora — con melodie sospese nel tempo, che sembrano vivere in un passato indefinito — conferiscono al film una certa raffinatezza, ma il tutto appare fin troppo banale e fin troppo didascalico.
In conclusione
Jane Austen ha stravolto la mia vita si inserisce nel panorama delle commedie romantiche contemporanee con un impianto stilistico che privilegia la citazione letteraria e la costruzione visiva elegante. Laura Piani adotta una regia che richiama atmosfere austeniane e riferimenti pittorici, costruendo una protagonista isolata e nostalgica, immersa in un mondo interiore fatto di libri e distanze emotive. La narrazione segue una traiettoria classica, con una struttura che privilegia il percorso individuale rispetto alla dinamica sentimentale. Il risultato è un’opera che, pur aderendo ai codici del genere, si distingue per la cura estetica e per l’attenzione al dettaglio, senza però introdurre elementi di reale innovazione.
Note positive
- Regia attenta alla composizione visiva
- Palette cromatica in contrasto con il genere
Note negative
- Struttura narrativa prevedibile
- Arco del personaggio maschile poco sviluppato
- Emozione sentimentale non pienamente espressa
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Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazione |
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Emozione |
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SUMMARY
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3.0
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