La creatura di Gyeongseong 2 (2024). Storia di vendetta e di un amore (quasi) impossibile 

Recensione, trama e cast de La creatura di Gyeongseong 2 (2024), la nuova stagione della serie K-drama noir tra vendetta, amore e misteri a Seul.

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Locandina de La creatura di Gyeongseong 2

La creatura di Gyeongseong 2

Titolo originale: Gyeongseong keuricheo

Anno: 2024

Paese: Corea del Sud

Genere: Thriller, Noir

Casa di Produzione: Studio Dragon, Kakao Entertainment

Distribuzione italiana: Netflix

Ideatore: Kang Eun-Kyung

Stagione: 2

Puntate: 7

Regia: Jung Dong-yoon

Sceneggiatura: Kang Eun-Kyung

Fotografia: Non specificato

Montaggio: Non specificato

Musica: Kim Tae-seong

Attori: Park Seo-joon (Ho-jae), Han So-hee (Yoon Chae-ok), Claudia Kim (Yukiko Maeda), Lee Moo-saeng (Capitano Kuroko), Bae Hyun-sung (Seung-jo), Park Tae-in (Ahn Jong-Hyeok)

Trailer di “La creatura di Gyeongseong 2”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il 27 settembre 2024, Netflix ha rilasciato la seconda stagione del K-drama coreano Gyeongseong keuricheo. Nonostante il discreto successo di pubblico e critica della prima stagione, la distribuzione della seconda stagione, composta da soli sette episodi, rispetto ai dieci della prima, è avvenuta senza alcuna promozione o attenzione mediatica da parte di Netflix, che ha preferito lanciare la serie in sordina, lasciandola nell’anonimato.

Devo ammettere che anch’io ho scoperto del rilascio di questa seconda stagione quasi per caso, grazie a una piattaforma come JustWatch, che utilizzo per tenere traccia delle serie e dei film che guardo, e che mi ha notificato l’uscita della stagione. Senza questa piattaforma, probabilmente non avrei visto queste sette puntate nell’immediato, dato che Netflix, almeno in Italia, non ha minimamente supportato la serie a livello mediatico o sui social. Si tratta di una scelta rischiosa, che probabilmente ridurrà notevolmente il numero di spettatori di ritorno, almeno nel nostro Paese.

La serie, diretta in questa seconda stagione da Jo Yeong-min, Chung Dong Yoon e Roh Youngsub, con una sceneggiatura firmata ancora una volta da Eun-kyung Kang, vede il ritorno di Park Seo-joon, Han So-hee e Claudia Kim nei ruoli principali. Tra le nuove entrate nel cast spiccano Lee Moo-saeng e Hyun Bong-sik.

Trama di “La creatura di Gyeongseong 2”

Seul, 2024. Han So-hee è ancora in vita, con un aspetto fisico rimasto sorprendentemente simile a quello della tumultuosa primavera del 1945. Avvolta dall’oscurità della città e in una profonda solitudine interiore, la ragazza è divenuta un essere mutante dopo che il Najin è penetrato nel suo corpo, donandole una forza fisica e una velocità di movimento sovrumane, oltre a renderla immortale e incapace di invecchiare, sconfiggendo così la morte stessa. Conosciuta come Becco d’Argento, Han So-hee vive in completo anonimato, evitando di farsi vedere e continuando a svolgere il solito lavoro: ritrovare persone scomparse dietro compenso economico. Accettando un incarico per rintracciare un giovane uomo, si imbatte in Jang Ho-Jae, un detective privato senza licenza. Dopo un iniziale scontro, la donna nota in lui un’incredibile somiglianza con il suo amato Jang Tae-sang, che non ha più rivisto dal lontano 1945. Ma è davvero possibile che il direttore del banco dei pegni di Seul sia ancora in vita? Jang Ho-Jae, infatti, soffre di amnesia e non ha memoria del proprio passato. Eppure, se fosse proprio lui, come sarebbe riuscito a sopravvivere sino a oggi?

Nel frattempo, a Seul, l’azienda scientifica Jeonseung Biotech è attiva con l’obiettivo di migliorare la condizione umana, spingendo l’umanità verso nuove frontiere. Questa organizzazione, nel massimo riserbo, prosegue gli esperimenti legati al Najin, creando nuovi mostri e conducendo esperimenti sugli ignari esseri umani. Gli sventurati, infatti, vengono uccisi dal Najin o trasformati in creature mostruose, proprio come accadde alla madre di Han So-hee nel ’45. Dietro alla Biotech si nasconde ancora l’ombra di Yukiko Maeda, che, mossa dalla paura della morte e da una sete insaziabile di vendetta, porta avanti i suoi piani crudeli e inarrestabili.

Han So-hee as Yoon Chae-ok in La creatura di Gyeongseong S2. Cr. Lim Hyo SunNetflix © 2024
Han So-hee as Yoon Chae-ok in La creatura di Gyeongseong S2. Cr. Lim Hyo SunNetflix © 2024

Recensione di “La creatura di Gyeongseong 2”

I fan della prima stagione di La creatura di Gyeongseong potrebbero rimanere delusi da questi sette episodi, che si discostano notevolmente dalle atmosfere e dalla struttura drammaturgica lineare e immediata a cui ci avevano abituato i primi dieci episodi. Se nella prima stagione la narrazione si concentrava su un genere horror integrato con atmosfere tipiche del K-drama, mescolando elementi storici e sentimentali, Gyeongseong keuricheo 2 abbandona la componente horror per abbracciare un’estetica noir, immergendo lo spettatore in un clima oscuro, tanto nella fotografia quanto nella scenografia.

Questa nuova Seul del 2024 appare spettrale e pericolosa: ogni accenno di luce sembra annullato da un’oscurità che pervade il tessuto drammaturgico della storia. La felicità e i momenti di leggerezza appaiono fugaci e fragili, pronti a essere lacerati da sangue e tradimenti. La seconda stagione è quindi permeata da un’atmosfera cupa e opprimente, sviluppandosi interamente in ambienti urbani decadenti e, a tratti, claustrofobici. La città diventa quasi un personaggio a sé stante, rappresentando la violenza e l’impossibilità di fuga all’interno di questa società.

Questa scelta stilistica evoca l’idea, tipica del noir, di un destino ineluttabile: i protagonisti e i vari personaggi sembrano spesso condannati fin dall’inizio a una vita di infelicità e lotta perpetua, senza un’effettiva possibilità di sottrarsi al proprio destino, dove lo scontro con il nemico appare come l’unica, sofferta via di salvezza. La narrazione si sviluppa attraverso un’estetica chiaroscurale che sfrutta forti contrasti di luci e ombre, nel tentativo di costruire tensione e senso di pericolo, enfatizzando la tragicità dei personaggi e il loro profilo moralmente ambiguo. In particolare, Han So-hee (come anche Seung-jo) emerge come un personaggio diviso tra luce e oscurità, una donna trasformata in un essere mostruoso, le cui mani sono macchiate di sangue non per scelta, ma per il destino legato alla sua stessa trasformazione.

Dentro queste atmosfere tipiche del noir, arricchite da elementi d’azione e da numerosi momenti di combattimento, ritroviamo alcuni richiami alla prima stagione, con situazioni che si ripresentano puntualmente e che piaceranno ai fan della serie. L’incontro tra Jang Ho-Jae e Han So-hee, ad esempio, si svolge più o meno nello stesso luogo del primo incontro nella stagione precedente, con una scena che ripropone lo scontro fisico come fulcro. Un altro elemento drammaturgico ripreso dalla stagione precedente è la componente poliziesca: nella prima stagione, Jang Tae-sang era pedinato per ordine del Commissario Ishikawa da un giovane poliziotto, Mori, alle prime armi; in questa stagione, Jang Ho-Jae viene seguito da una giovane poliziotta inesperta, su mandato di un commissario della polizia di Seul. Inoltre, tornano i luoghi del passato, come le prigioni in cui venivano condotte le sperimentazioni nel 1945, e il palazzo del banco dei pegni di Tae-sang. Tuttavia, questi sono tra i pochi elementi che ci riconducono alla prima stagione; per il resto, la narrazione si discosta notevolmente dalla struttura e dal tono originale, pur rimanendo ancorata al passato drammaturgico dei personaggi.

L’elemento horror è quasi assente: le “creature” appaiono solo in due scene, e con loro scompare anche il tocco sentimentale che permeava la prima stagione. Il romanticismo è relegato a pochi momenti superficiali, con uno sviluppo più focalizzato sulla lotta contro la Jeonseung Biotech e sullo stile noir che sulla storia d’amore dei personaggi, il tutto con una narrazione che si sposta maggiormente sul mistero, con una sceneggiatura mai del tutto chiara. Gli elementi drammaturgici vengono svelati gradualmente nel corso degli episodi, e, complice il salto temporale dal 1945 al 2024, lo spettatore scopre soltanto a poco a poco cosa sia accaduto ai personaggi durante questo arco temporale. I flashback disseminati lungo la stagione rivelano i retroscena sia dei personaggi ricorrenti sia delle new entry, come il Capitano Kuroko e Seung-jo, personaggi interessanti però solo a tratti a causa di un assenza effettiva di un arco di trasformazione vero e proprio.

Il problema è che questa stagione, pur puntando su atmosfere di mistero con i vari pezzi del puzzle che si uniscono lentamente, soffre di alcune dimenticanze a livello di sceneggiatura, che potrebbero costituire veri e propri buchi di trama non permettondo di comprendere a fondo determinate situazioni vissute dai personaggi. La domanda che mi ha attanagliato per tutta la visione è stata: perché non si trasformano più nelle creature? Come mai Han So-hee e Jang Tae-sang riescono a controllarsi, come anche gli altri personaggi centrali alla narrazione? Domande che, al momento, rimangono senza risposta e sembrano prive di una logica drammaturgica coerente.

Questa seconda stagione, come anche la prima, si costruisce intorno a una trama di vendetta, con Yukiko Maeda eretta a villain principale. Il personaggio è delineato come una donna mossa da impulsi egoistici, che trae piacere dal tormento personale inflitto a Han So-hee e Jang Tae-sang, per motivi sia di odio che di amore: Yukiko, infatti, è segretamente innamorata di Tae-sang e gelosa del sentimento che lui nutre per So-hee. Tuttavia, il conflitto che coinvolge Yukiko, pur introdotto già nella prima stagione, non raggiunge mai vette drammatiche significative, limitando la forza del personaggio che non riesce a imporsi come un villain realmente spaventoso e crudele, come avrebbe potuto e dovuto essere.

Un altro aspetto che manca di efficacia in questa stagione è la regia. Se la fotografia risulta tecnicamente ben curata, con un’illuminazione di pregio, la regia manca di incisività, compromettendo il ritmo e il pathos drammaturgico della narrazione. Lo spettatore si ritrova raramente a provare tensione o empatia per i personaggi, anche a causa di interpretazioni mediocri e di una scrittura che non riesce a dare pieno spessore ai nuovi personaggi. A livello emotivo, quindi, la seconda stagione risulta avvolta da un senso di profonda apatia, in gran parte dovuto a una regia che non riesce a valorizzare né il ritmo narrativo né le emozioni dei personaggi.

Bae Hyeon-seong as Seung-jo, Lee Mu-saeng as Kuroko in La creatura di Gyeongseong S2. Cr. Lim Hyo SunNetflix © 2024
Bae Hyeon-seong as Seung-jo, Lee Mu-saeng as Kuroko in La creatura di Gyeongseong S2. Cr. Lim Hyo SunNetflix © 2024

In conclusione

“La creatura di Gyeongseong 2” porta la serie verso atmosfere noir e cupe, abbandonando il sapore horror e sentimentale della prima stagione per un racconto di vendetta e mistero immerso in una Seul spettrale. La narrazione frammentata, i nuovi personaggi e la mancanza di coerenza nella trama hanno reso difficile replicare l’intensità e l’impatto emotivo della stagione precedente, lasciando questa seconda stagione in una sorta di limbo visivo e drammatico.

In parole povere questa stagione, nonostante un estetica eccelsa, non convince.

Note positive

  • Atmosfere noir e fotografia chiaroscurale che arricchiscono l’estetica spettrale
  • Alcuni richiami alla prima stagione che arricchiscono la continuità

Note negative

  • Carenza di pathos e tensione, nonostante la nuova atmosfera noir
  • Personaggi e villain poco incisivi
  • Scrittura e regia poco incisive, con buchi di trama
Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozioni
SUMMARY
3.1
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.