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L’arte della gioia
Titolo originale: L’arte della gioia
Anno: 2025
Paese: Italia
Genere: Drammatico, In costume, Sentimentale
Casa di Produzione: Emma Esposito, Davide Bertoni, Viola Prestieri, Sky Studios, HT Film
Distribuzione italiana: Sky Italia
Ideatore: Goliarda Sapienza, romanzo L’arte della gioia
Stagione: 1
Puntate: 6
Regia: Valeria Golino
Sceneggiatura: Valeria Golino, Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli, Stefano Sardo
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Giogiò Franchini
Musica: Tóti Guðnason
Attori: Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi, Guido Caprino, Alma Noce, Giuseppe Spata, Giovanni Bagnasco
Trailer di “L’arte della gioia”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Dopo la presentazione in anteprima mondiale al Festival di Cannes e l’uscita in sala in due parti la scorsa estate, L’arte della gioia, diretta da Valeria Golino, è disponibile dal 28 febbraio 2025 in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming su NOW.
Liberamente tratta dall’omonimo romanzo di culto di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi), la serie è prodotta da Sky Studios e HT Film, con la produzione di Viola Prestieri, avvalendosi di una sceneggiatura firmata dalla stessa Valeria Golino, affiancata da Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo. Golino, regista e attrice pluripremiata, ha ricevuto nel corso della sua carriera prestigiosi riconoscimenti tra cui il David di Donatello, il Nastro d’Argento, il Globo d’Oro, il Ciak d’Oro e la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia.
A dare vita ai personaggi dell’universo di L’arte della gioia è un cast d’eccezione, con interpreti di grande rilievo nel panorama cinematografico italiano. Tecla Insolia (La bambina che non voleva cantare, 5 minuti prima) veste i panni di Modesta, la protagonista spregiudicata, sensuale e coraggiosa. Valeria Bruni Tedeschi (I villeggianti, Forever Young – Les Amandiers, Estate ’85, La pazza gioia) interpreta Gaia Brandiforti, una principessa dalla personalità complessa. Guido Caprino (Il Miracolo, Fai bei sogni, 1992-1993-1994) è Carmine, l’uomo che gestisce le terre della famiglia Brandiforti. Jasmine Trinca (Fortunata, Marcel!, Supereroi, La dea fortuna) presta il volto a Leonora, la madre superiora del convento in cui Modesta trova rifugio da bambina. Alma Noce (Brado, La ragazza ha volato, Gli anni più belli) è Beatrice, la più giovane della famiglia Brandiforti. Giovanni Bagnasco (Finalmente l’alba) interpreta Ippolito, il figlio di Gaia e unico vero erede della casata. Giuseppe Spata (La mafia uccide solo d’estate – Parte II, La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, Tutta colpa di Freud) veste i panni di Rocco, l’autista dei Brandiforti.
Trama di “L’arte della gioia”
Nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 in una famiglia povera, in una terra ancora più povera, Modesta è animata fin dall’infanzia da un insaziabile desiderio di conoscenza, amore e libertà. Determinata a perseguire la propria felicità, è disposta a tutto pur di non piegarsi alle regole di una società oppressiva e patriarcale, alla quale sembra predestinata. Un tragico incidente la strappa alla sua famiglia e la conduce in un convento, dove, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, riesce a diventare la protetta della Madre Superiora.
Il suo cammino la porta poi alla villa della Principessa Brandiforti, dove diventa una figura indispensabile, ottenendo sempre più potere all’interno del palazzo. Questo incessante percorso di emancipazione si intreccia con una maturazione personale e sessuale che la spinge a varcare il confine tra lecito e illecito, rivendicando giorno dopo giorno il proprio diritto al piacere e alla gioia.

Recensione di “L’arte della gioia”
“L’arte della gioia” ci presenta un’opera audace che segue il percorso di Modesta, una donna siciliana che attraversa le trasformazioni sociali e politiche del Novecento italiano con una combinazione unica di intelletto acuto e profonda carnalità. Tecla Insolia brilla nell’interpretazione della protagonista, riuscendo a trasmettere la vitalità dirompente di una figura che sfida apertamente le convenzioni morali del suo tempo.
La sua Modesta è un personaggio scomodo, che si muove con anticonformismo, sex appeal ed eroismo attraverso epoche turbolente, dolori profondi e amori intensi, mantenendo sempre viva la sua voglia di vivere. La narrazione si sviluppa come una storia emancipata, intrisa di desiderio e aspirazione e priva di morale. Nata nel 1900 in una famiglia poverissima della Sicilia, Modesta è consapevole sin dall’infanzia del proprio potenziale, determinata a lasciare quel piccolo paese che percepisce come una gabbia per le sue aspirazioni.
La storia segue la sua evoluzione dall’infanzia all’età matura, intrecciandosi con le vicende storiche della Sicilia durante la prima metà del XX secolo. Il racconto non risparmia momenti di cruda drammaticità: Modesta subisce violenza dal padre (interpretato con intensità da Antonio De Matteo) e, in seguito a un tragico incendio, perde sia la madre (un’Alice Canzonieri che non convince pienamente) che la sorella disabile (interpretata da Erika Bonura).
Ancora giovane, viene mandata in un convento dove riceve l’educazione dalla Madre Superiora Leonora, un personaggio a cui Jasmine Trinca dona profondità e sfumature con la sua interpretazione eccellente. Il legame affettivo che si crea tra le due donne rappresenta uno dei primi momenti formativi per la protagonista. Dopo la morte di Leonora, seguendo le disposizioni testamentarie, Modesta viene trasferita presso la famiglia nobiliare dei Brandiforti.
Il destino di Modesta: seduzione e potere nella Sicilia aristocratica
Qui viene accolta dalla Principessa Gaia, vedova e figura dominante del casato, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi con una prestazione a tratti convincente. In questo nuovo ambiente, Modesta impara rapidamente a manipolare le circostanze a proprio vantaggio, instaurando un legame particolare con Beatrice, la figlia minore di Gaia, soprannominata “Cavallina” per la sua andatura claudicante. Alma Noce offre un’interpretazione toccante di questo personaggio, sviluppando con naturalezza l’evoluzione del rapporto con Modesta: inizialmente amichevole, poi sempre più intimo e profondo.
Un altro personaggio significativo nella storia è Carmine, interpretato con efficacia da Guido Caprino. Il suo ruolo di affittuario appartenente alla piccola borghesia imprenditoriale agricola offre un interessante contrasto con l’ambiente aristocratico in cui si muove Modesta. È proprio in questo contesto che la protagonista, facendo leva sulla propria intelligenza e bellezza, riesce a garantirsi un matrimonio di convenienza con Ippolito (Giovanni Bagnasco), erede dei Brandiforti e figlio maggiore di Gaia, acquisendo così lo status di aristocratica.
Ciò che rende Modesta un personaggio così affascinante è la sua complessità: sensuale, generosa, affettuosa, ma anche calcolatrice e determinata. Non smette mai di sedurre uomini e donne, utilizzando la propria femminilità come strumento di potere mentre attraversa i cambiamenti storici del Novecento, lasciando un’impronta indelebile sul suo tempo. La regia di Valeria Golino, pur presentando qualche ingenuità, riesce a dar vita a un racconto vivido e consapevole.
Il lavoro di scrittura, curato da Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo, si distingue per qualità e profondità, offrendo una riflessione incisiva sui temi della sopravvivenza e sui compromessi morali che si è disposti ad accettare per ottenerla.

In conclusione
“L’arte della gioia” si configura quindi come un affresco storico e umano di grande impatto, capace di esplorare la complessità dell’animo femminile attraverso una protagonista che rifiuta di piegarsi alle convenzioni sociali del suo tempo, rivendicando il proprio diritto alla felicità e all’autodeterminazione in un’epoca che negava alle donne qualsiasi forma di libertà.
Note Positive
- Scrittura
- Ambientazione
- Costumi
Note Negative
- A tratti la regia appare scolastica, un po’ ingenua
- Qualche volta la recitazione sembra un finta ed eccessiva