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L’Attachement – La tenerezza
Titolo originale: L’attachement
Anno: 2024
Genere: drammatico
Casa di produzione: Karé Productions, France 2 Cinema, Umedia
Distribuzione italiana: No Mad Entertainment
Durata: 106 minuti
Regia: Carine Tardieu
Sceneggiatura: Carine Tardieu, Raphaële Moussafir, Agnès Feuvre
Fotografia: Elin Kirschfink
Montaggio: Christel Dewynter
Musiche: Eric Slabiak
Attori: Valeria Bruni Tedeschi, Pio Marmaï, Vimala Pons, Raphaël Quenard, César Botti
Trailer di “L’Attachement – La tenerezza”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
L’Attachement – La tenerezza è il nuovo film di Carine Tardieu, la regista francese torna a dirigere dopo il buon successo derivato da I giovani amanti. In questa occasione, il film esplora la vulnerabilità dell’essere umano dopo una perdita e le difficoltà di ricostruire la propria vita, mostrando come non sia sempre facile instaurare dei rapporti per degli adulti, al contrario della facile adattabilità di un bambino.
Nel cast sono presenti principalmente Valeria Bruni Tedeschi, Pio Marmaï e Vimala Pons, ma ha un ruolo fondamentale anche il giovanissimo César Botti.
Presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia del 2024, il film è disponibile nelle sale italiane dal 2 ottobre 2025.
Trama di “L’Attachement – La tenerezza”
Sandra lavora in una libreria femminista, è una donna indipendente, che non vuole creare legami sentimentali. Un giorno la vicina ha bisogno di lasciarle suo figlio perché sta per partorire, Sandra accetta, anche se è un po’ costretta, data la situazione. Da quel momento un po’ forzato nasce un’amicizia speciale fra Sandra e il piccolo Elliott.
Recensione di “L’Attachement – La tenerezza”
L’Attachement – La tenerezza è un film molto crudo, mette subito lo spettatore con le spalle al muro, inserendo un grave lutto nei primi minuti del film. Non c’è molto tempo per fare la conoscenza del piccolo Elliott o della tenace Sandra, non sappiamo quasi nulla nemmeno di Cecille o di Alex, succede tutto così in fretta. In pochi minuti, si passa dalla bella notizia del parto alla tragedia della morte di Cecille. La sceneggiatura qui è impeccabile, lo è perché proprio come nella vita vera, anche nei film sarebbe necessario vedere un po’ di crudo realismo e di imprevedibilità. Il film si pone subito come portavoce della realtà, perché di fronte ad un lutto così grave, non si è preparati. La trama procede splendidamente anche grazie al bel rapporto fra Sandra e Elliott, sinonimo di sincerità. Quel rapporto nato un po’ per caso diventa indissolubile, ma non è solamente una cosa tenera da vedere, è anche un modo per confrontare le differenti reazioni: se Sandra rimane un po’ spiazzata e preoccupata per Alex, Elliott è forte, preparato all’evenienza. Lo dimostra la scena che introduce il primo turning point. Quando Alex deve dire a suo figlio che la madre è morta, Elliott lo percepisce in modo sicuro, addirittura anticipando la notizia, come se fosse già pronto a perdere un po’ della sua infanzia. Da quel momento, il film diventa un’analisi brillante sulla visione infantile della morte contro la difficoltà di accettare questo elemento da adulti. Anche altre tematiche relative come l’affidamento o l’ingresso di una nuova figura materna vengono analizzate in modo esaustivo, proponendo diverse scene dove il bambino dimostra una facile adattabilità.
L’attachement corre spedito verso differenti soluzioni narrative, ma inciampa qua e là su alcune scelte, perché la dimensione dei personaggi viene esasperata da diversi dialoghi che a volte possono risultare pedanti o ripetitivi, dando l’illusione di una durata superiore ai 106 minuti effettivi. Per alcuni tratti, il film si ferma bruscamente e rischia di rallentare un ritmo che nei primi minuti sembrava perfetto. L’inserimento del personaggio di Emillia è forse il più grande dilemma della storia. Il personaggio interpretato splendidamente da Vimala Pons è subito fondamentale per la trama, ma al tempo stesso, il rapporto che si crea fra Emillia e Alex sembra forzato e troppo frettoloso. Questo rapporto, che poi sfocia in molto altro, arriva troppo all’improvviso, annullando definitivamente un discorso romantico che sembrava crearsi fra Sandra e lo stesso Alex. I sentimenti descritti sono un po’ confusionari, ma al tempo stesso non sono del tutto incoerenti con i personaggi, poiché alla fine si tratta di sentimenti appartenenti ad un gruppo di adulti in difficoltà. Ciò che fa storcere maggiormente il naso, in realtà, è il pressapochismo con il quale si cerca di raccontare il finale, privo di un epilogo ben definito o soddisfacente.
Tecnicamente parlando, il film gode di un’ottima regia, forse un po’ statica, ma eccellente nell’immortalare le giuste emozioni. Usando diverse volte la mezza figura, il primo piano o i campi medi, la regista ha come obiettivo quello di mostrare le emozioni a 360 gradi, specialmente quelle del piccolo Elliott, il quale risulta il più coinvolto.
Il cast è un altro elemento da sottolineare: Valeria Bruni Tedeschi tiene in piedi il film in maniera sapiente, interpretando un personaggio moderno, ma contraddittorio, confermando il fatto che gli esseri umani mutano, non sono capaci di essere sempre coerenti con le loro idee a causa dell’istinto.
L’Attachement – La tenerezza è un film assolutamente pregevole, che non nasconde l’ambizione di voler raccontare una storia complessa da diversi punti di vista. C’è la voglia di esplorare le diverse fasi del dolore, ma c’è anche la voglia di esplorare le cose buone della vita, come un’amicizia sincera fra un adulto e un bambino, inserendo talvolta un’immagine di una famiglia moderna, con tutte le difficoltà del caso.
In conclusione
L’Attachement – La tenerezza è un film interessante perché sfrutta i sentimenti degli esseri umani per analizzare le differenze fra un bambino e un adulto quando si tratta di reagire ad un lutto. Nonostante qualche inciampo nella trama e un ritmo altalenante, il film risulta godibile e ben recitato.
Note positive
- Cast
- Trama
Note negative
- Alcune decisioni narrative
- Un finale poco convincente
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Colonna sonora e sonoro |
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