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Trailer di “Le due inglesi”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Le due inglesi (Les Deux Anglaises et le Continent), diretto da François Truffaut nel 1971, adattamento dell’omonimo romanzo di Henri-Pierre Roché, venne girato tra il 20 aprile e il 9 luglio 1971, per poi essere proiettato per la prima volta il 26 novembre dello stesso anno. Truffaut ripose grandi aspettative in questo progetto, considerandolo uno dei suoi lavori più personali e artisticamente compiuti. Tuttavia, l’accoglienza da parte di pubblico e critica dell’epoca fu piuttosto fredda, deludendo profondamente il regista.
L’opera venne percepita come lenta e il suo soggetto, ambientato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fu giudicato anacronistico. Truffaut, che aveva curato con estrema attenzione ogni dettaglio, dalle scenografie ai costumi, considerava la fotografia di Néstor Almendros un punto di forza del film, definendola priva di imperfezioni visive. Nonostante ciò, il pubblico disertò le sale. Deluso, e sotto pressione dai distributori, Truffaut decise di tagliare 24 minuti dalla versione originale, riducendo la durata del film da 132 a 108 minuti. In quella fase, il titolo venne abbreviato da Les Deux Anglaises et le Continent a Les Deux Anglaises. Questa modifica può essere interpretata come una risposta alle critiche rivolte al personaggio di Claude, interpretato da Jean-Pierre Léaud, il cui ruolo fu oggetto di perplessità.
Jean-Pierre Léaud, uno degli attori simbolo del cinema di Truffaut, offrì una performance che divise gli spettatori e i critici. Léaud, già noto per il suo iconico Antoine Doinel nella saga iniziata con I 400 colpi, portò sullo schermo un personaggio complesso, ma non sempre capace di convincere nel contesto sentimentale e drammatico del film. Accanto a lui, le interpreti femminili Kika Markham e Stacey Tendeter diedero vita alle due sorelle inglesi, Anne e Muriel, le quali incarnano, rispettivamente, il fascino della libertà intellettuale e il tormento dell’amore non corrisposto. Le loro interpretazioni, intense e raffinate, furono tra gli elementi più apprezzati del film, sebbene non bastarono a salvare l’opera dal fallimento commerciale.
I tagli non riuscirono a migliorare il destino del film, che rimase lontano dal successo sperato. La montatrice Martine Barraqué ricorda quel periodo con amarezza, sottolineando come la rapidità con cui vennero effettuate le modifiche compromise irrimediabilmente il ritmo dell’opera.
Tagliò Le due inglesi da un lato perché pensava che se il pubblico non andava a vederlo doveva avere le sue ragioni, e dall’altro su pressione dei distributori. Decise molto in fretta: “Tagliamo questo, questo e quest’altro”. Era terribile, il film aveva perduto il suo ritmo
Cit. Martine Barraque, la montatrice
Successivamente, Truffaut reintrodusse alcune sequenze nella versione destinata ai paesi anglosassoni. Solo nel 1984, gravemente malato, il regista decise di restaurare la versione integrale, tornando alla durata originale di 132 minuti. Per Truffaut, quel montaggio definitivo rappresentava il suo film dell’anno, poiché non era più in grado di girare nuove opere.
La versione integrale venne trasmessa in Italia per la prima volta su Raitre, all’interno di un ciclo di programmazione curato da Vieri Razzini. In seguito, fu pubblicata in VHS dall’Unità e nel 2024 è disponibile in DVD con sottotitoli italiani, consentendo al pubblico di riscoprire un’opera che, con il tempo, ha guadagnato una nuova considerazione critica.
Trama di “Le due inglesi”
Parigi, 1899. Il giovane Claude Roc, durante un gioco su un’altalena, si rompe una gamba. Costretto a trascorrere un lungo periodo di convalescenza, riceve la visita di Ann, un’aspirante scultrice proveniente dall’Inghilterra e figlia di una vecchia amica della madre. Ann si trova in Francia per perfezionare il suo stile artistico, e fin dal loro primo incontro nasce tra i due una spontanea simpatia. L’amicizia cresce rapidamente, tanto che Ann invita Claude a trascorrere l’estate a casa sua, in Galles, dove potrà migliorare il suo inglese e conoscere la sorella di lei, Muriel (interpretata da Stacey Tendeter).
Muriel, una giovane di straordinaria bellezza e intelligenza ma affetta da una malattia agli occhi, colpisce immediatamente Claude. La sua natura elegante, il fascino discreto e la profondità d’animo lo intimidiscono, tanto da farlo sentire in soggezione di fronte a lei. Tuttavia, Muriel è una figura profondamente religiosa e puritana, il che contribuisce a creare tensioni nel loro nascente rapporto. L’invito di Ann, però, non è privo di secondi fini: la giovane scultrice desidera che Claude si innamori della sorella e che Muriel ricambi i suoi sentimenti. Con astuzia, Ann orchestra una serie di situazioni – passeggiate lungo la costa gallese, partite a tennis e riflessioni filosofiche e religiose – per avvicinare i due e rafforzare il loro legame.
Tra Claude e Muriel nasce così un amore tormentato, alimentato dai dubbi e dalle insicurezze della ragazza dai capelli rossi. Quando finalmente entrambi si convincono di voler sposarsi, le famiglie intervengono, imponendo loro una separazione forzata: i due non potranno vedersi né sentirsi per un intero anno, e solo se i loro sentimenti resisteranno, sarà concesso il matrimonio.
Tornato a Parigi, Claude si dedica alla critica d’arte, un ambiente che lo introduce a un mondo affascinante e bohemien popolato da donne seducenti. Lontano da Muriel, il giovane si rende conto, dopo appena sei mesi, di averla dimenticata e di non essere tagliato per il matrimonio o per un legame esclusivo. La notizia getta Muriel in un’agonia d’amore dalla quale fatica a riprendersi. Tuttavia, i destini di Claude, Ann e Muriel sono destinati a intrecciarsi nuovamente. E forse, tra amore e amicizia, quel sentimento di fratellanza e attrazione reciproca potrebbe trovare un modo per rinascere.

Recensione di “Le due inglesi”
Jules et Jim era firmato da lontano, nello spazio e nel tempo, e gli shock dolorosi erano ammortizzati. Per Les deux anglaises et le continent ho voluto che si provassero le stesse emozioni dei personaggi, e se possibile, che le si sentissero fisicamente. Non mi vergogno di dire che mi auguro si pianga nel vedere questo film, se non altro perché gli attori hanno pianto veramente recitando.
Intervista de Le Monde a Truffaut
François Truffaut, celebre cineasta francese e figura di spicco della Nouvelle Vague, non ha mai nascosto il suo profondo amore per la letteratura di Henri-Pierre Roché. Lo scrittore, nonostante abbia pubblicato solo cinque romanzi durante la sua vita, è stato una fonte di ispirazione per il regista, che ha adattato due delle sue opere in lungometraggi. I libri in questione sono Jules et Jim (1953) e Les deux anglaises et le continent (1956).
Nel 1963, Truffaut portò sul grande schermo Jules et Jim, nove anni dopo l’uscita del romanzo, con l’intenzione iniziale di collaborare con lo stesso Roché alla sceneggiatura. Tuttavia, lo scrittore era già scomparso nel 1959, prima che il regista iniziasse a lavorare al copione.
La trasposizione cinematografica di Les deux anglaises et le continent richiese maggiore riflessione da parte di Truffaut, data la particolare struttura epistolare del romanzo, basata su un’intimità e un’introspezione che rendevano complesso l’adattamento per il cinema. Nonostante le difficoltà, il progetto prese forma nel 1969, ma solo nel 1971 venne completata la sceneggiatura definitiva.
E poi l’adattamento delle Anglaises sembrava ancor più improbabile, perché stavolta si trattava di tre personaggi che si riuniscono raramente e che comunicano con lettere e diari intimi
Intervista de Le Monde a Truffaut
Le due inglesi vede come protagonista Jean-Pierre Léaud, alter ego cinematografico di François Truffaut, che per la prima volta sotto la direzione del regista non interpreta Antoine Doinel. Per i ruoli delle sorelle Brown furono scelte due attrici semi-sconosciute: Kika Markham e Stacey Tendeter. Nonostante le loro ottime interpretazioni, ritenute da alcuni persino superiori a quella dello stesso Léaud, entrambe non proseguirono con carriere significative nel mondo del cinema. Su precisa scelta registica, le due attrici, coerentemente con i personaggi che interpretano, non sono francesi ma gallesi.
Tra Julies et Jim e Le due inglesi
Les deux anglaises et le continent rappresenta l’opposto di Jules et Jim, mostrando una struttura narrativa simile ma invertendo le dinamiche. Nel film del 1963 seguiamo due grandi amici, quasi fratelli, innamorarsi della stessa donna, la quale ricambia entrambi, creando un rapporto intenso e complesso. In Le due inglesi, invece, è un giovane uomo, interpretato da Jean-Pierre Léaud, a suscitare l’amore di due sorelle, Ann e Muriel, sviluppando un triangolo amoroso altrettanto tormentato. Claude prova inizialmente attrazione per Ann, poi per Muriel e infine per entrambe, in un intreccio che capovolge i ruoli rispetto al film precedente.
La principale differenza tra i due racconti, e di conseguenza tra i due film, risiede nella loro tonalità emozionale. Jules et Jim è un vibrante inno alla vita, per poi trasformarsi in una riflessione sulla morte. Le due inglesi, al contrario, è pervaso dal dolore, quel dolore puro e travolgente che solo i giovani possono provare nelle loro prime esperienze sentimentali. Come sottolinea lo stesso Truffaut, questa storia, con protagonisti ventenni ancora in formazione, risulta più acuta e dolorosa rispetto al racconto di adulti già caratterialmente maturi in Jules et Jim.
Nonostante il successo di critica e pubblico di Jules et Jim, Le due inglesi, uscito nel 1971, ricevette critiche per la sua eccessiva lunghezza e lentezza narrativa. Questo giudizio turbò profondamente François Truffaut, che aveva inserito nella pellicola molti riferimenti autobiografici legati alla sua vita sentimentale. La storia delle due sorelle rispecchiava infatti il rapporto che il regista aveva vissuto con Catherine Deneuve e sua sorella Françoise Dorléac. Dopo la morte di quest’ultima, avvenuta nel 1967, Truffaut traspose il lutto nel film, facendo morire il personaggio di Ann, a differenza del romanzo originale, a causa di una malattia polmonare.
Analisi de Le due inglesi
I titoli di apertura si soffermano sull’immagine del libro Les deux anglaises et le continent, collocato in una libreria e successivamente mostrato anche nelle sue pagine interne in lingua francese. In alcune di queste sono visibili appunti scritti dal regista stesso durante la preparazione del film, dando vita a un incipit dal forte sapore metacinematografico. La colonna sonora sottostante, con il suo tono cupo, suggerisce fin da subito il clima narrativo dell’opera, evocando una combinazione di suspense e intensa malinconia. Prima ancora che l’incipit si concluda, fa il suo ingresso la voce narrante, onnipresente per tutta la durata del film, interpretata dallo stesso François Truffaut. Questa narrazione rappresenta la riflessione di colui che ha concepito il romanzo, rendendo la storia un lungo flashback che ripercorre le vicende amorose di Claude Roc e il suo complesso rapporto con le due sorelle gallesi.
Stanotte ho rivissuto la nostra storia, un giorno né faro un libro. Muriel pensava che il racconto delle nostre traversie avrebbe potuto servire a qualcuno – Incipt – Voce narrante de Le Due inglesi
La scena iniziale ha immediatamente il sapore della crudeltà della vita e del dolore, in cui vediamo il protagonista cadere da una semplice altalena e rompersi una gamba. Dopo questa premessa, la storia inizia subito in maniera ritmica e frenetica, presentando fin da subito la prima coprotagonista, Ann, che si presenta a casa di Claude, facendo la sua conoscenza. La ripresa si concentra immediatamente sulla ragazza, spingendo lo spettatore a provare un grande fascino per il personaggio, che riesce a entrare nei nostri cuori, così come in quelli dello stesso protagonista, che rimane folgorato dalla bellezza della giovane donna inglese. Tuttavia, la narrazione non tarda a spostarsi sulla seconda coprotagonista, Muriel, che fa la sua comparsa già nella terza scena, diventando fin da subito un personaggio misterioso e affascinante. La scena in cui vediamo per la prima volta Stacey Tendeter è un vero e proprio gioiello di regia, fotografia e costumi, con una leggera venatura ironica che amplifica quel senso di grande romanticismo passionale.
Attraverso una voce narrante onnipresente che guida la storia e ci fa comprendere bene i sentimenti che stanno nascendo nei personaggi, la narrazione risulta di facile comprensione visiva e narrativa. Lo spettatore viene immerso in un mondo di poesia, intimismo e riflessione, dove non è la mera azione a prevalere, ma gli sguardi intensi e i corpi degli attori, pur in presenza di numerosi dialoghi, che però servono solo a creare e a mostrare semplici discorsi filosofici sulla vita, aggiungendo poco alla vicenda. Le due inglesi sfrutta la fotografia incantevole da paesaggista di Nestor Almendros, capace di giocare con i chiaroscuri all’interno delle abitazioni, rendendo ogni inquadratura un piccolo quadro pieno di giochi di luci, benché non venga ricercata un’ampia profondità di campo, anche per gli spazi interni piuttosto ristretti. Notevole è anche la precisa ed elegante ricostruzione storica del décor e dei costumi, il tutto accompagnato da una colonna sonora di Georges Delerue, perfettamente in sintonia con la vicenda.
Il regista realizza un film realistico e crudo, lasciando poco spazio all’immaginazione e alla felicità. Crea scene piuttosto forti per l’epoca, come quelle che mostrano corpi nudi di donne, oppure una scena particolarmente esplicita della deflorazione sessuale di Muriel, in cui la macchina da presa, dopo essersi soffermata sui suoi gridi di passione, mostra il rosso sangue sparso sul letto, simbolo dell’atto violento e della perdita stessa di purificazione.
Le due inglesi ha il pregio di affrontare, grazie a un grande cast di attrici femminili e a una delle migliori sceneggiature del regista francese, temi come l’amore e il senso del tempo, il riconoscersi allo specchio e comprendere chi siamo diventati, riscoprendoci, come avviene nel finale, ormai vecchi. Questo segna una vita che ha imposto in noi trasformazioni fisiologiche, ma che, allo stesso tempo, ci fa comprendere come i nostri sentimenti restino immutati. Un film forte e drammatico, che ha la capacità di trattare l’amore come pochi altri sanno fare, unendo poesia e tormento.

In conclusione
Le due inglesi è un film che intreccia poesia e tormento, esplorando l’amore e il passare del tempo con un realismo crudo e una profondità emotiva unica. Grazie alla regia sensibile di François Truffaut, il tocco visivo di Nestor Almendros e un cast impeccabile, questa storia d’amore intensa e dolorosa lascia una traccia indelebile nel cuore dello spettatore.
Note positive
- Fotografia poetica e curata da Nestor Almendros.
- Elegante ricostruzione storica di décor e costumi.
- Interpretazioni memorabili di Kika Markham e Stacey Tendeter.
- Tematiche universali affrontate con delicatezza e intensità.
Note negative
- Una lentezza narrativa evidente che potrebbe risultare talvolta eccessiva per alcuni spettatori.
- Eccesso di dialoghi filosofici in alcune scene
| Regia |
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| Fotografia |
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| Sceneggiatura |
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| Colonna sonora e sonoro |
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| Interpretazione |
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| Emozioni |
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SUMMARY
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4.3
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