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Leonora addio
Titolo originale: Leonora addio
Anno: 2022
Paese: Italia
Genere: drammatico
Produzione: Stemal Entertainment, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 91 min
Regia: Paolo Taviani
Sceneggiatura: Paolo Taviani
Fotografia: Paolo Carnera, Simone Zampagni
Montaggio: Roberto Perpignani
Musiche: Nicola Piovani
Attori: Fabrizio Ferracane, Matteo Pittiruti, Dania Marino, Dora Becker, Claudio Bigagli
Trama di Leonora addio
Leonora Addio racconta la rocambolesca avventura delle ceneri di Pirandello e il movimentato viaggio dell’urna da Roma ad Agrigento, fino alla tribolata sepoltura avvenuta dopo quindici anni dalla morte. E a chiudere il film, l’ultimo racconto di Pirandello scritto venti giorni prima di morire: “Il chiodo” dove il giovane Bastianeddu, strappato in Sicilia dalle braccia della madre e costretto a seguire il padre al di là dell’oceano, non riesce a sanare la ferita che lo spinge a un gesto insensato.
01 Distrubution
Recensione di Leonora addio
Prima opera diretta da Paolo Taviani dopo la morte del fratello Vittorio, a cui il film è dedicato, Leonora addio è stato presentato in concorso alla settantaduesima edizione del Festival di Berlino, manifestazione caratterizzata dall’attenzione riservata agli aspetti più sperimentali della ricerca cinematografica contemporanea. Paolo Taviani, tra i più importanti sperimentatori del cinema italiano ’60 e ’70, aveva vinto insieme al fratello l’Orso d’Oro alla Berlinale del 2012 per Cesare deve morire, mentre a Leonora addio è stato conferito quest’anno il Premio della stampa.

Spero che il pubblico ricordi che questo film è in primo luogo uno spettacolo, uno spettacolo di teatro. All’inizio si spengono le luci e comincia la rappresentazione. Nel finale, dopo che il ragazzo diventato vecchio piange sulla tomba della ragazzina che ha ucciso, improvvisamente viene l’applauso, come se gli spettatori fossero lì presenti. Si accendono le luci e il personaggio si confonde nel soffitto del teatro.
Paolo Taviani
Come dichiarato dal regista, Leonora addio, il cui titolo riprende un racconto di Pirandello mai citato nel film, è un’opera che omaggia il teatro del letterato siciliano nella struttura e nel contenuto. Il viaggio delle ceneri dello scrittore, in cui tragedia e commedia si fondono in un grottesco funereo, è narrato specularmente alla trasposizione visiva dell’ultimo racconto di Pirandello, “Il chiodo”, tanto drammatico quanto surreale, liberamente ispirato a un reale caso di cronaca dell’epoca.
L’uomo pirandelliano è sempre smarrito in un mondo incomprensibile dal quale si fa muovere come fosse un burattino, in una sovrapposizione tra realtà e teatro che, con lo sconcertante viaggio dell’urna cineraria, si compie anche al di fuori dell’opera stessa di Pirandello. Taviani traspone con grande coerenza la filosofia pirandelliana nella sua opera, in cui realtà e finzione si fondono ulteriormente grazie all’uso indistinto di filmati documentari e segmenti di film neorealisti come materiali d’archivio volti alla ricostruzione del tragico contesto italiano del dopoguerra.

Note positive
- Trasposizione cinematografica della filosofia pirandelliana
- Regia
Note negative
- Uso della voce fuori campo