
L’eternauta
Titolo originale: El Eternauta
Anno: 2025
Paese: Argentina
Genere: Fantascienza
Casa di Produzione: K&S Films, Netflix
Distribuzione italiana: Netflix
Ideatore: Bruno Stagnaro
Regia: Bruno Stagnaro
Sceneggiatura: Bruno Stagnaro, Ariel Staltari, Alicia Garcias, Gabriel Stagnaro, Martín Wain
Fotografia: Gaston Girod
Montaggio: Alejandro Brodersohn, Alejandro Parysow
Musica: Federico Jusid
Attori: Ricardo Darín, Carla Peterson, César Troncoso, Andrea Pietra, Ariel Staltari, Marcelo Subiotto, Mora Fisz, Claudio Martínez Bel, Orianna Cárdenas
Trailer di “L’eternauta – Prima stagione”
Informazioni sulla stagione e dove vederla in streaming
Tra il 1957 e il 1959, in Argentina, venne pubblicato a puntate il comic book fantascientifico “L’eternauta”, ideato e scritto dal fumettista di Buenos Aires Héctor Germán Oesterheld (1919-1977), scomparso durante l’ultima dittatura del ‘900 in Argentina. Il fumetto usciva con cadenza settimanale, con tre pagine del racconto pubblicate ogni sette giorni sulla rivista Hora Cero Semanal. Grazie al grande successo, la storia venne ristampata tra il 1961 e il 1962 in tre parti dalla Editorial Ramirez, e successivamente nel 1975, quando Ediciones Récord realizzò un volume unico che racchiudeva l’intera vicenda.
Nonostante Oesterheld non avesse intenzione di concludere il suo racconto, il fallimento della Editorial Frontera nel 1961 ne rese difficile il proseguimento. Tuttavia, nel 1962, lo scrittore creò la rivista “El eternauta” per Editorial Ramírez, dove pubblicò una continuazione sotto forma di romanzo illustrato. La pubblicazione della rivista, però, cessò al numero 15, lasciando il romanzo incompleto.
Nel 1969, Oesterheld decise di rivisitare la storia del 1957, affiancando al suo racconto il talento del disegnatore Alberto Breccia. Questa nuova versione, illustrata con un taglio più politico, si adattava ai tempi complessi della società argentina. Considerata un capolavoro dalla critica internazionale, venne pubblicata settimanalmente sulla rivista Gente, ma fu interrotta prematuramente a causa del tono oscuro e politico del racconto. Solo nel 1982, all’interno di Humor Books No. 3 di Ediciones de la Urraca, la versione completa vide finalmente la luce.
La storia ha poi avuto diversi seguiti. Nel 1978, venne pubblicato “The Eternaut II”, edito da Ediciones Récord, sempre scritto da Oesterheld e nuovamente illustrato da Solano López. Nel 1983, dopo la scomparsa dello scrittore, Alberto Ongaro scrisse “El Eternauta tercera parte”, con i disegni di Oswal e Mario Morhain.
Altri titoli successivi includono:
- “El Eternauta: El mundo arrepentido” (1977) con Solano López
- “El Eternauta: Odio cósmico” (1999)
- “El Eternauta, el regreso: La búsqueda de Elena” (2006)
- “El Eternauta: El atajo. La batalla de la Biblioteca Nacional” (2007)
- “El Eternauta, el regreso: El fin del mundo” (2010)
- “El manuscrito” (2016)
Nel 1998, la saga a fumetti avrebbe dovuto avere la sua prima trasposizione cinematografica sotto la regia di Adolfo Aristarain, ma a causa di problemi legati ai diritti d’autore, il progetto non vide mai la luce. Un secondo tentativo fu portato avanti nel 2008 dalla regista Lucrecia Martel, ma anche questa volta il film non venne realizzato.
Nel 2020, Netflix riuscì ad acquisire i diritti del fumetto “El Eternauta”, scritto da Héctor Oesterheld e illustrato da Francisco Solano López, con l’intenzione di adattarlo in forma seriale. Dopo una lunghissima attesa da parte degli storici fan del fumetto, il 30 aprile 2025 Netflix distribuisce finalmente la prima stagione della serie “L’eternauta”, composta da sei episodi.
La produzione è stata affidata alla K&S Films, mentre il progetto è stato ideato e diretto da Bruno Stagnaro, che ha curato anche la sceneggiatura, insieme all’attore Ariel Staltari, il quale interpreta Omar all’interno della serie.
“L’Eternauta è stata una delle prime cose che ho letto per intero nella mia vita, quando avevo 10 anni. Il mio approccio all’adattamento sarà quello di rimanere fedele a quel lettore bambino che ha incontrato la storia per la prima volta, cercando di ricostruire l’emozione genuina di vivere un’avventura all’angolo del proprio quartiere, e la costruzione di quel grande eroe argentino che è Juan Salvo.”
Cit. Stagnaro
Trama di “L’eternauta – Prima stagione”
In una calda notte d’estate a Buenos Aires, città attraversata da un profondo malcontento e da proteste per strada, accade l’impensabile: una neve letale inizia a cadere, uccidendo chiunque si trovi all’aperto o entri in contatto con l’aria in quel preciso istante. Solo chi resta al chiuso ha salva la vita, ma si ritrova intrappolato in una situazione estrema e imprevedibile.
In quel momento, un gruppo di amici storici—Juan Salvo, Favalli, Lucas e Ruso Polsky—si trova riunito a casa di Favalli per giocare a Trucco, bere whisky e conversare come sempre. Con loro ci sono anche Elena, moglie di Favalli, e Omar, parente di Polsky, appena giunto a Buenos Aires e nuovo a queste serate di carte.
Mentre il gruppo assiste alla catastrofe, la neve mortale continua a scendere fitta dal cielo. Decidono di rimanere in casa, ma Polsky, preso dal panico e dalla disperazione, esce per raggiungere sua moglie e sua figlia, morendo all’istante a pochi metri dall’uscio. A quel punto, il gruppo ha la certezza che uscire equivale a morire. Nonostante ciò, anche Juan Salvo è determinato a cercare sua moglie e sua figlia. Senza alcuna possibilità di comunicare—i cellulari e tutti i dispositivi elettromagnetici sono fuori uso, come le macchine—decide di proteggersi con abiti impermeabili e una maschera antigas prima di avventurarsi per strada. Così esce dalla casa in cui si trova e si immette in strada, in un luogo ormai silenzioso, disseminato di corpi senza vita e avvolto da una neve tossica che continua a cadere. L’unica regola per sopravvivere è non esporsi all’aria ormai letale.
Recensione di “L’eternauta – Prima stagione”
Non sono un conoscitore del fumetto di Héctor Germán Oesterheld, di cui, onestamente, non avevo mai sentito parlare—dunque non potrò effettuare paragoni tra il comic book e la serie. Tuttavia, la sinossi e l’ambientazione di questa produzione Netflix mi hanno da subito intrigato e colpito. Essendo, inoltre, un appassionato del genere fantascientifico e apocalittico, non potevo che accingermi alla visione della serie, nutrendo ottime aspettative, sia a livello drammaturgico sia a livello visivo. Attese che, purtroppo, non sono state rispettate sotto molti punti di vista. E direi che è un vero peccato, perché “L’eternauta” possiede, in maniera evidente, spunti narrativi di grande interesse, capaci di mantenere viva l’attenzione dello spettatore per l’intera stagione. Il pubblico, incuriosito dalla scoperta di questo universo narrativo, viene spinto a interrogarsi su ciò che si cela dietro questa apocalisse e sulla reale natura degli insetti giganteschi dal comportamento mostruoso.
Non è tanto l’idea drammaturgica a essere sbagliata—capace com’è di catturare l’attenzione—né il modo in cui i fatti vengono raccontati. Ciò che non funziona, invece, è la scrittura della sceneggiatura, caratterizzata da un’estrema superficialità narrativa che riduce lo spessore di ogni evento, ogni azione e ogni dialogo. Si direbbe quasi che il duo di sceneggiatori, nello sviluppare questi sei episodi, vi abbia dedicato scarsa attenzione, impegnandosi il minimo indispensabile per confezionare una serie che, pur funzionando per sua natura, presenta evidenti pecche narrative. Si va dai piccoli buchi di trama disseminati qua e là, fino a una costruzione errata di tutti i personaggi, dai protagonisti alle figure secondarie.
Se i protagonisti possiedono almeno un minimo di caratterizzazione—pur restando bidimensionali e superficiali—i personaggi secondari appaiono del tutto inconsistenti. Dal gruppo che Juan Salvo e Favalli incontrano nella chiesa, fino ai militari dell’ultimo episodio e ai sopravvissuti del centro commerciale, la scrittura non riesce mai a dare loro spessore narrativo. Questa inconsistenza riguarda persino personaggi che dovrebbero avere un ruolo centrale, come Anna, Elena e Clara Salvo, e si estende anche alle situazioni e alle ambientazioni in cui i protagonisti si muovono.
L’ecosistema della casa in cui si trovano i cinque amici viene ben delineato nei primi due episodi. Tuttavia, lo stesso non accade con l’ambientazione del centro commerciale, che sembra quasi un riempitivo narrativo, né con il mondo militare, la cui presenza appare priva di un vero approfondimento. Vediamo i protagonisti interagire e muoversi all’interno di questi ecosistemi, ma essi non vengono mai realmente esplorati. Le comunità che popolano questi spazi non vengono tratteggiate in maniera significativa, lasciando un vuoto descrittivo sulla vita di queste persone, sia nel contesto militare che in quello del centro commerciale.
Ritornando ai protagonisti, ciò che mi ha colpito negativamente è l’assenza di un personaggio realmente simpatico, capace di creare empatia con lo spettatore. Juan Salvo e Favalli non sono affatto degli eroi—anzi, rappresentano l’esatto opposto. Due uomini che pensano esclusivamente al proprio orticello, alla propria famiglia, ponendola al di sopra di tutto. Per loro, l’obiettivo non è salvare il mondo, ma piuttosto proteggere i propri cari. Questa caratterizzazione, tuttavia, entra in contrasto con le azioni che compiono nell’ultimo episodio, quando decidono di intraprendere una missione suicida per salvare gli altri—un gesto che, per come sono stati costruiti, non appartiene realmente alla loro natura. Nonostante ciò abbiamo un conflitto morale in Favalli—tra la lotta per la propria sopravvivenza e la scelta di difendere l’umanità intera—ma questo, a livello narrativo, viene appena sfiorato, risultando una riflessione superficiale e priva di un vero approfondimento. Più interessante, invece, è il personaggio di Juan Salvo, raccontato attraverso una confusione psicologica che lo porta a confrontarsi con visioni allucinatorie, capaci di stordirlo e di confondere verità e irrealtà.
Uno dei principali problemi di questa prima stagione risiede, dunque, nella sceneggiatura, che soffre di una struttura narrativa insufficiente per raccontare pienamente la vicenda. Il formato in sei episodi non permette di sviluppare adeguatamente i temi, i personaggi e le dinamiche del racconto, rendendo l’intera operazione affrettata e poco incisiva. La compressione forzata degli eventi ha portato all’eliminazione di elementi chiave che avrebbero potuto dare maggiore profondità alla trama e ai suoi protagonisti, lasciando invece spazio a una narrazione superficiale, incapace di valorizzare le potenzialità della storia.
Questa fragilità narrativa si riflette su diversi aspetti della produzione. La regia, pur avendo momenti visivamente intriganti, si rivela didascalica e poco autoriale, incapace di imprimere una vera personalità stilistica al progetto. Alcune sequenze sembrano quasi disordinate e prive di un chiaro intento registico, contribuendo a una percezione di caos piuttosto che di tensione costruita con cura. Anche le performance attoriali risentono di questa impostazione: i personaggi non riescono a emergere con autenticità, e nessuno degli interpreti sembra davvero calarsi nel proprio ruolo, il che impedisce al pubblico di stabilire un legame emotivo con la narrazione.
L’unico elemento davvero riuscito è il comparto visivo, che si distingue per una costruzione estetica di grande impatto. Gli alieni sono rappresentati con un livello di dettaglio e inventiva notevole, riuscendo a conferire un senso di minaccia reale e tangibile. Inoltre, la resa della città di Buenos Aires, trasformata in un paesaggio post-apocalittico immersivo, è uno dei pochi aspetti che riesce a restituire alla serie l’atmosfera che avrebbe meritato.
Il progetto, dunque, avrebbe tratto enormi benefici da una struttura narrativa più ampia e approfondita, che avrebbe permesso di sviluppare con maggiore cura i personaggi, la tensione e gli elementi tematici della storia. Così com’è, invece, risulta penalizzato da scelte affrettate e da una gestione poco efficace dei suoi punti di forza.
In conclusione
L’eternauta possiede un concept intrigante e un comparto visivo di grande impatto, ma soffre di una sceneggiatura debole che penalizza lo sviluppo dei personaggi e l’approfondimento narrativo. La serie risulta affrettata nella costruzione degli eventi e delle relazioni tra i protagonisti, riducendo la potenzialità di un racconto che avrebbe potuto essere più incisivo e coinvolgente.
Note positive
- Concept affascinante e coinvolgente
- Effetti visivi ben realizzati, con una resa convincente degli alieni
- Atmosfera apocalittica ben restituita attraverso la scenografia
Note negative
- Sceneggiatura superficiale e poco approfondita
- Personaggi secondari inconsistenti e poco sviluppati
- Regia didascalica, priva di una forte impronta autoriale
- Performance attoriali
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Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazione |
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Emozione |
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SUMMARY
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3.3
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