Cobra Kai 3: Il sequel che non sapevamo di volere

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Trailer italiano di Cobra Kai 3

Negli ultimi anni il mondo del cinema ha visto sbarcare innumerevoli sequel che spesso con fatica hanno incontrato il gusto del pubblico. Cobra Kai è il sequel di Karate Kid, ma ha sicuramente ribaltato la situazione; non si tratta della classica operazione nostalgia: la nuova storia si basa su un’idea forte, su un punto di vista inedito, quello che Barney Stinson avrebbe voluto vedere, cioè Johnny Lawrence come protagonista; l’antagonista che assume il ruolo di protagonista per darci la sua versione dei fatti, per farci conoscere la sua natura di uomo imperfetto, che sbaglia e cerca di porre rimedio ai suoi errori. Sarà inevitabile per lo spettatore simpatizzare per Johnny più che per Daniel, qui a detta sua, l’uomo perfetto e sempre nel giusto. Scopriremo, invece, che Daniel non è l’eccellenza quindi spesso il pubblico creerà un legame emotivo con l’uno, l’altro o entrambi, plasmato dalle vicende che affronteranno e dai loro comportamenti.

Cobra Kai è una serie tv del 2018 prodotta da Sony per Youtube Premium. Nel 2020 viene acquistata da Netflix, che produrrà e distribuirà la terza stagione. Sequel della rinomata saga degli anni ’80 Karate Kid, vede tornare alla ribalta le due star Ralph Macchio e William Zabka, in una nuova avventura, che li porterà a scontrarsi e allearsi a più riprese.

Cobra Kai non è il classico sequel: la trama si concentra sul personaggio di Johnny Lawrence che, trent’anni dopo i fatti di Karate Kid, si ritrova con un lavoro che non gli piace, un figlio che non lo vuole conoscere, ma con il grande desiderio di riprendersi il Dojo in cui era cresciuto. Sarà una strada disseminata di ostacoli: non mancherà l’antica rivalità con Daniel LaRusso, ormai affermato imprenditore e il ritorno di traumi dal passato, con l’obbiettivo però di ritrovare sé stesso e il proprio riscatto tramite il karate.

Trama della serie tv Cobra Kai 3

Dopo gli eventi narrati nelle prime due stagioni i personaggi si trovano dinanzi a una situazione d’instabilità all’indomani della violenta rissa avvenuta tra i ragazzi dei due Dojo del liceo. Dopo tale evento Daniel cerca le risposte alla sue domande nel suo passato mentre Johnny cerca la redenzione. In tutto ciò Kreese continua a manipolare i suoi studenti vulnerabili appagando la propria sete di dominio.

Johnny, Kreese e Daniel durante l'appello per salvare il torneo
Johnny, Kreese e Daniel durante l’appello per salvare il torneo

Recensione di Cobra Kai 3

La prima stagione di Cobra Kai, lo showrunner aveva creato un’ introduzione alla narrazione. Nelle prime puntante conosciamo Johnny, uno sbandato di mezza età, con un lavoro che non gli piace e un figlio che non lo vuole conoscere; Daniel, affermato imprenditore e fondatore del marchio LaRusso Auto e perfetto padre di famiglia e nascono le premesse di uno dei legami più importanti: quello tra Johnny e Daniel. Come se la situazione non fosse già abbastanza tesa per Johnny, basta un cartellone pubblicitario di LaRusso Auto per far tornare a galla il passato in tutta la sua prepotenza. L’incubo di nome Daniel LaRusso perseguita Johnny ovunque, fino a diventare realtà quando Sam con alcune sua amiche si scontrano con la macchina di Johnny, che viene portata al concessionario di Daniel. Da qui prende definitivamente il via la rivalità tra i due uomini.

Grazie a Miguel Johnny decide di aprire nuovamente il Cobra Kai, con l’intenzione però di allontanarsi dagli insegnamenti del suo sensei John Kreese. Ancora non sa però che sarà una strada lunga e ripida, che richiederà pazienza ed errori per giungere alla vera forma.

La seconda stagione è invece il cuore dell’antica inimicizia che, piano piano, si riverserà anche sugli allievi dei rispettivi Dojo. Si tratta di un momento molto delicato, in cui sia Johnny sia Daniel mettono sé stessi per trasmettere ai propri studenti valori veri e sani principi, ma soprattutto una visione del karate che si stacchi dal mero esercizio della violenza.

La stagione giunge al culmine proprio nell’ultimo episodio quando Tory, accecata dalla rabbia e dalla gelosia nei confronti di Sam, dà inizio a un’enorme rissa a scuola, un evento di passaggio che segnerà profondamente i quattro ragazzi che si renderanno conto degli effetti devastanti della violenza e saranno costretti a crescere, chiudendo il capitolo dell’adolescenza per iniziare quello dell’età adulta,  che chiederà loro si battersi per ciò che conta davvero. Intanto, proprio come un serpente, John Kreese si insinua nella vita di Johnny e in quella dei suoi studenti per distruggere e fare suo tutto quello che Johnny ha di più caro.

L’ultima stagione è la nuova opportunità per tutti di cambiare e mettere ordine: Daniel ritrova sé stesso ad Okinawa, ripercorrendo le orme del Maestro Miyagi, mentre Johnny si riconosce grazie all’incontro con Ali, l’unica persone che lo conosce davvero. Viene ristabilito l’equilibrio delle cose anche grazie ai ragazzi che uniscono il Dojo di Johnny con quello di Daniel, per far fronte al vero e comune nemico: John Kreese.

Equilibrio: è questa la parola che riassume l’intera serie tv e maggiormente nella terza stagione; lo ritroviamo nella struttura della trama, perfettamente bilanciata tra la storia della rivalità tra Johnny e Daniel, quella tra Cobra Kai e Miyagi-Do e il teen drama, al quale viene dato ampio spazio nelle prime due stagioni, per essere poi ridimensionato nella terza, sintomo della crescita dei ragazzi; questo però non toglie che la serie tv resti un prodotto principalmente per giovani. Paradossalmente, nell’ultima stagione, l’aspetto del “drama” si sposta sugli adulti, alle prese con rivalità, vecchi amori e social network.

L’unione di questi aspetti crea, a sua volta, un’equa divisione tra il prendersi sul serio e il non prendersi troppo sul serio perché in alcune occasioni ci verrà ricordato che ci sono problemi ben più grandi da affrontare, legati alla famiglia, al bullismo e all’alcol.

L’equilibrio è un ingrediente fondamentale nella ricetta della vita che, sia Johnny sia Daniel hanno perso e devono ritrovare. Per entrambi, la causa è una perdita: per il primo è stato il torneo All-Valley del 1984, mentre per il secondo la morte del Maestro Miyagi. La reazione a questi eventi ha preso direzioni opposte: se per Johnny è esplicita, tanto che ci bastano i primi minuti del primo episodio per capirlo, per Daniel è meno evidente perché nascosta sotto la maschera della perfezione, che dà i primi segni di cedimento: il karate è diventato uno strumento di marketing e il bonsai un semplice omaggio per i clienti.

Se però Johnny non sa da dove iniziare, per colmare questa sua mancanza, Daniel lo sa bene, ma non si applica; lo insegna perfino a Robby citando il Maestro Miyagi

“Quando quei pensieri negativi ti opprimono, devi cercare le cose positive dentro di te. Solo così troverai il giusto equilibrio”.

Cit. Daniel in Cobra Kai.

Pensa addirittura di essere in grado di farlo, quando decide di aprire il suo Dojo e dirigere il concessionario: perfino sua moglie Amanda si rende conto che non è capace. È evidente come nella vita di Daniel manchi una guida, quanto senza il Maestro Miyagi lui sia perso e non riesca a mettere in pratica i suoi insegnamenti. L’equilibrio non manca solo nei sensei, ma anche nei Dojo, perché la loro rivalità si focalizza su ciò che l’uno ritiene sbagliato dell’altro e non invece su ciò che c’è di positivo.

Kreese è un alto elemento di alterazione; alimenta la rabbia di Daniel verso Johnny, mette in discussione gli insegnamenti di Johnny, causando confusione nei ragazzi, in particolare Miguel, che cerca invano di trovare un punto di incontro tra le parole dei due sensei. Infatti, sarà solamente alla fine della terza stagione che Johnny e Daniel uniranno i loro punti di forza per mettere da parte il lato cattivo.

Anche altri personaggi ne risentono: il già citato Miguel, che rimane confuso dalla punizione dopo il torneo, dal cambio di pensiero da parte di Johnny riguardo il loro motto e dalle parole di Kreese.

Un caso diverso è quello di Hawk: in lui l’equilibrio non c’è mai stato, per via di quel cambiamento repentino dall’essere bullizzato all’essere un bullo per eccellenza. Hawk scambia la violenza con l’essere forte, quando invece per esserlo la violenza non è necessaria. Prende alla lettera le parole di Johnny passando così da un estremo all’altro.

Flashbak e citazioni tessono un legame inestricabile con la saga cinematografica degli anni ’80. Spesso i ricordi di Johnny e Daniel prendono la forma di alcune scene dei film e gli insegnamenti di Daniel assumono le sembianze del Maestro Miyagi. Una soluzione davvero geniale e interessante che dà alla serie ancora più credibilità. Inoltre, alcune compaiono a più riprese nel corso della serie per bocca – o mente – di altri personaggi e rappresentano dei punti di riferimento.

“Il Maestro Miyagi mi diceva sempre che non esiste un cattivo studente, solo un cattivo maestro”.

Cit. Daniel in Cobra Kai

Questa frase viene pronunciata da Daniel durante un allenamento con Robby; alla luce degli avvenimenti delle stagioni successive, la terza in particolare, sembra scricchiolare sotto il peso della realtà: se Robby ha deciso di schierarsi al fianco di Kreese è perché Daniel è stato un cattivo maestro? Non necessariamente. Non dimentichiamo che Robby ha un passato tutt’altro che semplice: genitori inesistenti, amicizie tossiche e la scuola non fa per lui. Da quando è piccolo la vita gli ha messo davanti innumerevoli ostacoli che ha dovuto affrontare da solo. La parentesi di bene offertagli da Daniel è stata troppo corta per poter compensare a quella infelice.

Affermazione che però trova conferma in Kreese, che insegna ai suoi studenti ad essere furbi, a non mostrare pietà ed essere estremamente forti, creando dei soldati più che dei karateka. John a sua volta è stato un cattivo studente per colpa del Capitano che, durante la guerra in Vietnam, l’aveva allenato per includerlo in un gruppo di forze speciali. Il Capitano ha reso Kreese un soldato senza pietà, che si è rivelato perfino più cattivo di lui stesso.

La terza stagione è per lui fondamentale: conosciamo meglio il suo passato, le angherie subite mentre lavorava nella caffetteria, gli eventi della guerra del Vietnam che l’hanno cambiato per sempre e reso l’uomo che è oggi e la perdita dell’unica ragazza che abbia mai amato in vita sua.

La storia non ci dà delle giustificazioni riguardo il suo comportamento e la sua cattiveria, ma ci dà le cause che l’hanno trasformato. Grazie a queste informazioni capiamo che in realtà Kreese non è tanto diverso da Robby e Tory e tolgono quell’aura di cattiveria ultraterrena da sempre affibbiatagli. John Kreese ha raggiunto un nuovo spessore.

fotogramma di Kobra Kai 3
fotogramma di Kobra Kai 3

Guardando la serie tv ognuno di noi si sarà chiesto cosa sia davvero il karate, ma soprattutto quale sia, tra le tre versioni, quella “corretta”. A rispondere alla domanda sono vari personaggi. Primo tra tutti Daniel mentre allena Robby e cioè che il karate è per difesa personale e per difendere chi non può farlo da solo; che è uno stile di vita quindi non si smette mai di praticarlo. Poi Johnny che spiega ai suoi studenti che nella vita non incontreranno mai occasioni di netta distinzione bianca o nera, ma che ne capiteranno altrettante grigie e sarà proprio in quei momenti che dovranno mostrare pietà. Infine Miguel che, in un’ottica estremamente attuale, spiega al giudice cosa sia il karate e perché abbiano bisogno del torneo.

Il karate è disciplina e forza interiore e fiducia in se stessi, lezioni che userai per il resto della vita. […] Non vogliamo questo torneo per sentirci fighi o vendere biglietti, ci serve per dimostrare ai bulli che non abbiamo paura. Si chiama All-Valley perché è per tutta la città, perché tutti abbiano la chance di cimentarsi, di lottare, di diventare campioni. E meritiamo quella chance”.

Cit. Miguel in Cobra Kai

Il discorso di Miguel è un punto di svolta: dimostra di aver capito cosa sia il karate e che davvero Johnny voleva insegnare qualcosa di diverso rispetto al vecchio Cobra Kai. Intuiamo quanto Johnny sia stato un bravo maestro, un buon amico che ha sempre creduto in lui e l’ha spinto a superarsi. È anche una lezione fatta su misura per Daniel, per ricordargli di non saltare subito a conclusioni affrettate e lasciare che i pregiudizi oscurino la realtà.

Ritrovare l’equilibrio non è per nulla semplice. Prima, infatti, è necessario capire dove. I personaggi della serie cambiano, ma, allo stesso tempo, si mettono in viaggio alla ricerca di se stessi. Daniel si reca ad Okinawa, non tanto per salvare il suo concessionario, quanto per riconnettersi con il Maestro Miyagi. Di nuovo si sente perso e non sa cosa fare, finchè, da un dialogo con un barista intuisce quale sarà la prossima mossa

 “Daniel: Vorrei, ma purtroppo non è più tra noi”.

Barista:” Questa è la mentalità americana, in Giappone si può sempre fare visita a qualcuno loro ci parlano anche quando non ci sono”.

Cit. Daniel in Cobra Kai

Si sposta così al Tomi Village, la casa del Maestro Miyagi. Incontra Kumiko, la ragazza della quale si era innamorato la prima volta che era stato ad Okinawa. Kumiko ricorda a Daniel che

“Nella vita, noi perdiamo sempre la via ma sono le persone non i segnali che ci riportano sulla strada giusta.”

Cit. Kumiko in Cobra Kai

Diventa chiaro a Daniel che ha bisogno di seguire non solo il Maestro Miyagi, ma anche Kumiko, Chozen, lo scagnozzo di Sato che aveva sconfitto nel duello finale del secondo film della saga, e da ultima la bambina che aveva salvato dalla tempesta, ora vicepresidente del reparto vendite della Doyona che quindi può salvare il concessionario. Kumiko ha fatto incontrare a Daniel queste persone perché lui capisse che ha un animo leale e buono e che durante la sua vita ha compiuto molte azioni benevole e ora è giunto il momento di raccogliere ciò che ha seminato. La lezione più importante la riceve da Chozen: da lui impara a fidarsi, a mettere da parte l’istinto e sforzarsi di conoscere le altre persone, di dare loro il tempo di rivelarsi per come sono. Infatti, scoprono che i loro sensei, Miyagi e Sato, si erano allenati insieme dallo stesso sensei: diversi, ma simili.

Chozen conosceva bene il Maestro Miyagi, tanto da insegnare a Daniel le ultime tecniche che ancora non conosce e si interroga continuamente sul perché il Maestro Miyagi non gliene abbia mai parlato. Forse perché ora ha bisogno della miglior difesa contro il peggior nemico, e infatti le tecniche che impara le applica nel combattimento dell’ultimo episodio contro Kreese. Ma c’è di più: proprio perché il karate è una disciplina e non uno sport, va sempre praticato; solo così potrà crescere e migliorare insieme ad uno sviluppo personale.

Resta in sospeso quel bene che Daniel ha portato alla luce in Robby. La sua scelta alla fine della terza stagione fa pensare tutto il contrario, ma forse è solo questione di tempo: per fiorire, il bene necessita di radici forti come quelle del bonsai. Del resto Robby ha dimostrato più volte di essere buono e saper fare del bene.

Johnny invece, ritrova sé stesso in Ali, la sua ragazza del liceo, l’ unica persona che lo conosce davvero e che anche dopo gli anni passati e i trascorsi che hanno avuto, gli vuole ancora bene.  Attraverso il suo sguardo, Johnny capisce che ci sono persone che gli vogliono bene per quello che ha fatto: Carmen per averli aiutati con l’operazione nonostante l’avesse rifiutato e per aver fatto tornare a camminare Miguel; i suoi studenti, che lo vedono riprendere in mano il Dojo e la sua vita; Daniel che finalmente comprende la bontà delle sue intenzioni; e infine Miguel che per lui è stato il padre che non ha mai avuto, l’unico che ha sempre creduto in lui e il primo a vedere il talento e il buono che stanno dentro Miguel. Nonostante sperasse di rivivere ancora una volta quel legame del liceo, lei gli fa capire che non può restare legato al passato, ma deve guardare al futuro e fare quello per cui è portato, quello che sente come suo.

Il ruolo di Ali però, non finisce qui. Al club, dopo la cena con Amanda e Daniel, fa notare che loro sono fermi solo su un lato della storia, quando invece ce ne sono almeno altri due e la verità sta nel mezzo: Johnny e Daniel sono molto simili e capita che riconoscano nell’altro aspetti del proprio carattere che sono scomodi e questo li porta a scontrarsi. Giunti a questo punto, non resta altro che scusarsi, mettere da parte ciò che li divide, per tirare fuori ciò che invece li rende simili e permette loro di combattere nel nome del karate.

Per concludere, e completare così il quadro, è importante ricordare i personaggi secondari, curati nei minimi dettagli fin dalla prima stagione.

Il percorso di Hawk  è sorprendente: ritrova sé stesso in Demetri, ma soprattutto realizza che quella violenza non gli appartiene e gli ha fatto perdere Miguel. Nella violenza perpetrata ad altri capisce cosa voglia dire avere pietà.

Demetri è il secondo personaggio più interessante: da nevrotico e spaventato diventa una ragazzo coraggioso, pronto ad affrontare chi per anni l’aveva deriso. È lui che riesce ad unire i due Dojo ricordando a tutti che se si dividessero sarebbe come darla vinta al Cobra Kai, mentre ora è il momento di unire le forze.

L’aggressività di Tory non fa altro che aumentare, è come buttare benzina sul fuoco, è l’energia che la fa andare avanti e lottare per difendere ciò che è suo e che si è guadagnata. Come con Robby, la vita con lei è stata crudele, quindi non c’è posto per coloro che le sono d’intralcio o cercano di fregarla.

Cobra Kai è il degno sequel di una saga diventata un cult degli anni ’80, che aveva tanto da insegnare, sia ai ragazzi, target principale della saga, quanto ai genitori. In questo sequel attuale e certamente al passo con i tempi, non possiamo far altro che goderci una meravigliosa terza stagione in attesa della resa dei conti.

Note positive

  • Atmosfera anni ’80 ricreata grazie ad alcuni set ripresi dai film (sala giochi e parco dei divertimenti) e alla colonna sonora con brani eccezionali di quella decade.
  • La caratterizzazione dei personaggi
  • Il concept innovativo per un sequel
  • L’omaggio azzeccato ed elegante a Pat Morita

Note negative

  • Il ritmo altalenante della terza stagione: da episodi molto serrati e un po’ frettolosi ad altri di più ampio respiro
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