Liar (2024): il prezzo della verità – Lucca Film Festival

Recensione, trama e cast del film Liar del 2024, una pellicola russa presentata al Lucca Film Festival 2024, tra luci e ombre.

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Trailer di “Liar”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Presentato in anteprima mondiale al Moscow International Film Festival il 24 aprile 2024, Liar è un lungometraggio diretto da Yulia Trufimova e presentato in Italia al Lucca Film Festival 2024, il 22 settembre 2024 presso il Cinema Astra.

Trama di “Liar”

Eva è una giovane gelataia: non ha molti amici, non ha un ragazzo e non è contenta della sua vita. Passa le sue giornate a servire gelati a clienti scorbutici e a guardare i profili social delle altre ragazze, piena d’invidia.

Un giorno un cantante del posto si reca alla gelateria, si lamenta per l’attesa e comincia a trattar male la ragazza. Stanca di quella cattiveria, Eva abbandona il bancone del negozio e cerca di andarsene. Il cliente la ferma e in quel momento Eva caccia un urlo talmente potente da chiamare a raccolta quasi mezza città.

Tutti pensano che l’uomo la stesse aggredendo ed Eva non lo nega. Il caso diventa di dominio pubblico, l’uomo finisce alla gogna mediatica e Eva ottiene d’un tratto un’insperata popolarità.

Fotogramma di Liar
Fotogramma di Liar

Recensione di “Liar”

Stando alla trama, il film prova a creare un punto d’incontro tra Sick of myselfGone Girl e Il sospetto, ma con uno stile visivo diverso e dei toni molto più leggeri. I primi minuti offrono un breve background della protagonista, evidenziando la monotonia e la noia della sua vita. In lei regna la frustrazione data dal sentirsi anonima in un mondo che premia e valorizza la notorietà. In questo senso, sono molto mirate le critiche al mondo social, all’ambizione di essere popolare e alla malleabilità dell’opinione pubblica. Lì Liar spara le sue migliori cartucce, dando prova di avere le idee chiare sulle critiche da muovere alla società. Difatti se il contesto è descritto bene, la gestione della story-line principale desta più di qualche perplessità.

Il film sembra farsi carico di una complessità morale che non riesce a gestire fino in fondo. Alcuni punti della trama appaiono frettolosi e non pongono il giusto accento sugli snodi narrativi principali. La stessa vicenda che dà origine a tutto, con i suoi toni intenzionalmente esagerati, è poco in linea con ciò che il film pare voler trasmettere. La psicologia della protagonista viene selvaggiamente semplificata (si pensi invece alla profondità di Signe in Sick of Myself) e lo stesso avviene per il falso aggressore (si pensi a Il sospetto di Vinterberg).

Proprio il presunto aggressore di Eva viene mostrato all’inizio come un Don Giovanni fuori tempo massimo, poi come padre di famiglia che ha perso tutto e infine come vittima delle smanie di protagonismo di Eva. In tutto ciò non si ravvisa una grande coerenza nel personaggio e nemmeno un’adeguata analisi delle sue colpe e delle sue ambiguità. Se la prima parte dell’opera mantiene un ritmo serrato, nella seconda il film perde di mordente per arrivare a una risoluzione finale troppo semplicistica e inconcludente verso tutti i temi innalzati fino ad allora.

Tecnicamente la regia è molto interessante e riesce a valorizzare anche i punti meno convincenti della pellicola. Anche la composizione dell’immagine è ottima e punta su una scelta cromatica che agli amanti del cinema statunitense potrebbe ricordare Wes Anderson. Liar sceglie uno stile colorato e sopra le righe per trattare una storia dai toni cupi. Un lato tecnico pregevole viene frenato da una sceneggiatura che non sempre mette a fuoco i punti giusti.

Frame di Liar
Frame di Liar

In conclusione

Un film con luci e ombre che propone uno stile interessante, mette in scena reali problematiche del mondo giovanile e del funzionamento dei media in modo convincente, ma fatica a prendere una posizione netta e non trasmette a dovere la complessità delle tematiche trattate.

Note positive

  • Regia
  • Fotografia
  • Critica sociale
  • Descrizione di alcune dinamiche dei media e dei social network

Note negative

  • Profondità dei personaggi
  • Semplificazione di certe tematiche
  • Finale
  • Mancata presa di posizione
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Federico Manghesi
Federico Manghesi