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Dio esiste e vive a Bruxelles
Titolo originale: Le tout nouveau testament
Anno: 2015
Nazione: Belgio, Francia, Lussemburgo
Genere: Commedia
Casa di produzione: Terra Incognita Films, Climax Films, Après le Déluge
Durata: 1 ora e 54 minuti
Regia: Jaco Van Dormael
Sceneggiatura: Thomas Gunzig, Jaco Van Dormael
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Hervé de Luze
Musiche: An Pierlé
Attori: Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve
Trama di Dio esiste e vive a Bruxelles
Belgio, tempi nostri. Dio vive rintanato come un topo in un appartamento nel centro di Bruxelles con la moglie e la figlia. Gesù (nel film, per renderlo attuale, viene chiamato J.C.) è scappato di casa, saturo del padre e pronto a contrastare i suoi metodi di gestione del mondo. Il Buon Signore è violento, frustrato, alcolizzato, divertito dal fare del male e talmente imperfetto da abusare della stessa figlia appena undicenne. In questo clima, in cui Dio è totalmente omologato all’umanità, Ea, la figlia, tenta di fuggire dal campo di prigionia in cui è rinchiusa per andare a scoprire il mondo ed il padre, furibondo, si catapulta nel mondo rovinato da lui stesso. Qui inizia il vagabondaggio del Creatore nella grande Bruxelles, dove avrà la possibilità di avere un assaggio della crudeltà e dell’imperfezione degli esseri da lui creati; dopo esser stato picchiato, deriso e umiliato però, Dio non cambierà idea, ma sarà anzi ancora più convinto di dover punire l’umanità. Chi interverrà in nostro aiuto quindi?

Recensione di Dio esiste e vive a Bruxelles
“Dio, Dio salvatore, Dio buono, Dio giusto“…. No, proprio no. Scordatevi tutto ciò che pensate di sapere su Dio, sul Dio Cristiano, e tenetevi forte: state per assistere a qualcosa di nuovo, di fresco, d’innovativo, provocatorio, ironico ma, soprattutto, riflessivo. Visivamente pulita, registicamente azzeccata e con un cast ben bilanciato, questa commedia arrogante si fa carico di un contenuto bello tosto e di difficile digestione per una società tutt’ora molto legata alla religione. Partendo dal mostrarci Dio come un essere totalmente imperfetto, grezzo e ripudiante, la pellicola si rifà poi alla famosa frase nietzscheana del “Dio è morto”, raccontandoci di un’umanità degradata, sempre più distante da Lui e dalla sua figura, oramai totalmente incline a un processo di “misantropia divina”, attuando atteggiamenti di vera e propria sfiducia nei confronti di Chi sta lassù.

Tra condanne di denuncia sociale tramite il divino visto sotto forma di uomo che picchia la moglie e la figlia, alle lotte contro l’alcolismo rappresentando il Signore come un gran bevitore, incapace di gestire un mondo che sta andando a catafascio e che, anzi, lo usa per sfogare le proprie frustrazioni, questo film viene giostrato da una colonna sonora eccellente, equilibrata e mai invasiva. Ed è in questo clima confusionario che subentra la moglie, la quale dà via ad un nuovo inizio per tutti, un inizio roseo e al passo coi tempi, strizzando, probabilmente, l’occhiolino alla Chiesa e invitandola quindi a non rimanere indietro. Una modalità espressiva certamente azzardata ma allo stesso tempo geniale, quella di mostrarci in nostri più gravi peccati attraverso una figura che dovrebbe incarnare la bontà, l’amore e la pace, un individuo che dovrebbe essere devoto e responsabile nei confronti del nostro bene e che invece ci tratta come un bambino con una lente d’ingrandimento che si accanisce su formica. Con una regia nettamente evocativa, esortativa, impressionista (menzione d’onore per la scena di Dio nel tubo) e certamente vittima di un’influenza da parte del cinema francese, Jaco Van Dormael è riuscito minuziosamente nell’impresa di stare al passo con un mondo che inizia pian piano a interrogarsi sulle varie Letture e, soprattutto, cerca di scrivere il Nuovo Nuovo Testamento (in riferimento al titolo originale del film).
In conclusione
Regia sperimentale che funziona, sceneggiatura solida, scenografia che rimane impressa…insomma, un film complessivamente positivo, capace di intrattenere e far sentir parlare di sé.
Note positive
- Regia
- Sceneggiatura
- Scenografia
Note negative
- Effetti speciali
- Qualità audio