Lumière – L’avventura del cinema (2024). Lo sguardo del passato come uno specchio del presente.

Recensione, trama e cast di Lumière – L'avventura del cinema, dove Thierry Frémaux torna sul cinema dei fratelli Lumière, effettuando una celebrazione della nascita del cinema, 130 anni dopo il primo film girato da Auguste e Louis Lumière, Sortie d'usine (Uscita dalla fabbrica ) nel 1895

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Locandina di Lumière - L'avventura del cinema - © Lucky Red

Lumière – L’avventura del cinema

Titolo originale: Lumière! L’aventure continue

Anno: 2024

Nazione: Francia

Genere: Documentario

Casa di produzione: Institut Lumière, mk2 films

Distribuzione italiana: Cineteca di Bologna, Lucky Red

Durata: 103 minuti

Regia: Thierry Frémaux

Sceneggiatura: Thierry Frémaux

Fotografia:

Montaggio: Jonathan Cayssials, Simon Gemelli, Thierry Frémaux

Musiche: Gabriel Fauré

Attori:

Trailer di “Lumière – L’avventura del cinema”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dopo Lumière! La scoperta del cinema del 2016, Thierry Frémaux, delegato generale del Festival del cinema di Cannes e direttore dell’Institut Lumière di Lione, rende nuovamente omaggio ai due fratelli, con Lumière – L’avventura del cinema. Questa volta il viaggio alla riscoperta del cinema di questi due autori è messo in atto attraverso la visione di 120 filmati inediti, restaurati dal laboratorio di Bologna L’Immagine Ritrovata. Come nel precedente film, a doppiare la voce narrante di Frèmaux è l’attore e regista Valerio Mastandrea.

Lumière – L’avventura del cinema, dopo aver partecipato ai festival di Roma, San Sebastián, Tokyo, esce nelle sale italiane da lunedì 3 aprile 2025, distribuito dalla Cineteca di Bologna (con il suo progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema) e Lucky Red.

Trama di “Lumière – L’avventura del cinema”

I fratelli Auguste e Louis Lumière, con l’appoggio del padre Antoine Lumière, nel 1895 creano una macchina in grado di catturare l’immagine in movimento, il cinematografo, destinata a cambiare la società.

Recensione di “Lumière – L’avventura del cinema”

La seconda pellicola di Thierry Frémaux, che rende omaggio ai fratelli Lumière, è una lettera d’amore al cinema ma soprattutto una rivendicazione del ruolo di cineasti dei due fratelli.

Il film attraverso la voce narrante di Thierry Frémaux, nella versione originale e quella di Valerio Mastandrea nella versione italiana, accompagna lo spettatore in un viaggio nel tempo, tramite 120 filmati inediti da 50 secondi l’uno, realizzati dai Lumière. Si parte dalla genesi, da come è nata la macchina che verrà chiamata e brevettata come cinematografo, per poi attraverso una suddivisione in capitoli, si passa a osservare le varie tematiche che, nel corso degli anni sono state catturate dalla lente della macchina. L’effetto è quello di avere davanti agli occhi qualcosa di magico, il tutto accentuato dalla scelta dell’autore di utilizzare le musiche di Gabriel Fauré.

Le immagini che si hanno davanti sono la testimonianza di un linguaggio cinematografico che, a distanza di anni è ancora ben visibile nei film del nostro tempo. Probabilmente quello che tocca di più durante la visione dei filmati, è la loro natura incontaminata, facendo eccezione dei filmati recitati e coreografati; che tramite la camera fissa ed una totale profondità di campo lascia che la vita stessa crei in maniera naturale delle perfette composizioni visive, fatte anche di persone, che consapevoli di essere inquadrate non riescono a non mostrare l’emozione e lo stupore di trovarsi davanti ad una macchina del tutto estranea dalla loro quotidianità.

L’autore ad un certo punto del film, vede un proseguimento del cinema dei Lumière, dalla metà del ventesimo secolo fino a noi, nel cinema di autori come Chantal Akerman, Agnès Varda e Jean-Luc Godard. Un cinema che è sinonimo di contatto con la realtà ma anche di lunghe inquadrature fisse, soprattutto per quanto riguarda la Akerman; una condivisione, quella di Frémaux, che sottolinea come il cinema dei Lumière lasciando spazio all’osservazione, al cogliere l’attimo abbia creato un linguaggio cinematografico immortale. Lo spettatore che si ritrova davanti a questi filmati, li può trovare stupefacenti come lo sono stati per gli spettatori del tempo. Nel film però, come già scritto, questa sensazione è intensificata dalle musiche di Gabriel Faurè, consapevole di quest’effetto, l’autore per catapultare lo spettatore in un quella che poteva essere una proiezione del tempo, senza avvertire sospende il suono creando momenti silenziosi o aggiunge il suono della pellicola.

In conclusione

Lumière – L’avventura del cinema è un film che rende omaggio ai due fratelli, non solo come inventori del cinematografo, ma anche come cineasti. Il film mostra l’essenza del cinema, la sua capacità di catturare e ridare vita alle immagini con uno sguardo poetico, dove ogni persona, animale od oggetto inquadrato dalla lente del cinematografo esprime la propria essenza magica, che alla fine è la vita stessa.

Note positive

  • Strutta che coinvolge lo spettatore.
  • Scoperta di filmati poco conosciuti.
  • Musiche di Gabriel Faurè.

Note negative

  • Durata che potrebbe venire percepita come leggermente eccessiva.
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Emanuele Igbinomwanhia
Emanuele Igbinomwanhia

Regista e Autore con anche un interesse verso la sperimentazione video. Dopo gli studi in cinema gira un documentario e si diletta nella scrittura di storie.