Meteors (2025): nichilismo soft nella Francia rurale – Cannes 78

Recensione, trama e cast di Meteors (2025), il secondo film di Hubert Charuel presentato nella sezione Un Certain Regard a Cannes 78. Un racconto intenso sulla disillusione e l’amicizia di tre ragazzi alle prese con un lavoro in un sito nucleare e sogni infranti.

Météors (2025) – Regia di Hubert Charuel – © Domino Films, Pyramide Distribution – Immagine concessa per uso editoriale - Un Certain Regard al 78° Festival di Cannes
Météors (2025) – Regia di Hubert Charuel – © Domino Films, Pyramide Distribution – Immagine concessa per uso editoriale – Un Certain Regard al 78° Festival di Cannes

Meteors

Titolo originale: Meteors

Anno: 2025

Nazione: Francia

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Domino Films, France 2 Cinéma

Distribuzione italiana: Pyramide Distribution

Durata: 113 minuti

Regia: Hubert Charuel

Sceneggiatura: Hubert Charuel, Claude Le Pape

Fotografia: Jacques Girault

Montaggio: Julie Picouleau

Musiche: Maxime Denuc, Matthieu Gasnier

Attori: Paul Kircher (Julien), Idir Azougli (Hamid), Salif Cissé (Samir)

Trailer di “Meteors”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Meteors è il secondo lungometraggio di Hubert Charuel, presentato in anteprima mondiale nella sezione Un Certain Regard del 78° Festival di Cannes. Dopo il successo di Petit Paysan (2017), premiato con tre César, Charuel torna a esplorare la provincia francese, ambientando la storia nella regione della Haute-Marne, parte della cosiddetta “diagonale del vuoto”. Il film segue tre amici d’infanzia, Tony, Mika e Daniel, che si ritrovano in età adulta, affrontando sogni infranti e nuove sfide, tra cui il lavoro in un sito di smaltimento nucleare. Attraverso questa narrazione, Meteors affronta temi come l’amicizia, la disillusione e la sopravvivenza in un contesto rurale in declino. Prodotto da Domino Films e France 2 Cinéma, con la distribuzione internazionale affidata a Pyramide International.

Trama di “Meteors”

Daniel, Mika e Tony sono amici d’infanzia cresciuti nella stessa zona rurale della Haute-Marne, in Francia. Ritrovatisi da adulti, vivono realtà molto diverse: Tony è diventato imprenditore edile, mentre Mika e Daniel vivono ai margini, senza prospettive. Dopo l’ennesimo passo falso, si ritrovano a lavorare insieme in un sito di smaltimento nucleare. Daniel, appena dimesso da un reparto psichiatrico, è convinto che una meteorite stia per abbattersi sulla zona. Tra sogni infranti, fatica quotidiana e allucinazioni apocalittiche, Meteors racconta la crisi di una generazione abbandonata.

Recensione di “Meteors”

C’è un’espressione che in Francia pesa come un verdetto: la diagonale del vuoto. È quella striscia geografica che attraversa il paese da nord-est a sud-ovest, popolata da silenzi, fabbriche chiuse, sogni dismessi e centri commerciali semideserti. In Meteors, presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2025, Hubert Charuel torna proprio lì, nella sua Haute-Marne, per raccontare una storia che è tanto sociale quanto psichica, tanto concreta quanto allucinata. Il film segue tre amici d’infanzia, Daniel, Mika e Tony, cresciuti tra allevamenti, centrali nucleari e macerie post-industriali. Tony, l’unico che sembra essersi “sistemato”, ha messo su un’impresa edile e impiega gli altri due, più per affetto che per efficienza, nel suo ultimo progetto: un sito di stoccaggio per rifiuti radioattivi, simbolo perfetto di un territorio dove l’unica cosa che si accumula è lo scarto. Daniel, però, è appena uscito da un reparto psichiatrico e ha una convinzione granitica quanto delirante: una meteorite sta per abbattersi sulla regione. Non è la trama di un disaster movie, ma il sintomo psichico di un disagio collettivo. Qui l’apocalisse è già accaduta, in sordina, sotto forma di deindustrializzazione, alienazione e sopravvivenza quotidiana.

Charuel gira con una mano sobria e precisa, affidandosi a volti intensi e alla luce spenta delle campagne, restituendo un mondo anestetizzato, dove anche le esplosioni emotive si consumano in silenzio. C’è una staticità che diventa linguaggio: nei gesti ripetuti, nei silenzi pieni di disagio, nelle attese senza oggetto. La regia è quasi documentaristica, ma non rinuncia a un certo sarcasmo, a tratti sotterraneo, a tratti dichiarato, verso una mascolinità sgangherata e co-dipendente, che confonde le catastrofi celesti con quelle interiori. I tre protagonisti, interpretati da Paul Kircher, Idir Azougli e Salif Cissé, convincono proprio perché non interpretano dei personaggi, ma delle stanche presenze, più passive che agenti. Eppure, proprio in questa autenticità si nasconde il limite del film: il vuoto che descrive è così totalizzante da diventare narrativamente sterile. Non c’è slancio, non c’è visione, non c’è sviluppo, ma forse è proprio questa la scelta: ritrarre una generazione che non ha più nemmeno l’energia per desiderare l’evasione.

In conclusione

Meteors è un’opera coerente e onesta, lucida nel suo nichilismo soft. È cinema dell’esaurimento, dove la tensione non si risolve e il disastro non arriva mai, perché è già successo. Il senso di attesa che lo percorre, per la fine del mondo, per un cambiamento, per una svolta, non evolve mai veramente. E in fondo, è proprio questa la sua tesi più inquieta: nella diagonale del vuoto, non cade nessun meteorite, ma qualcosa si è già spento da tempo. È una fine che non si annuncia, ma si sedimenta, tossica e silenziosa, come il veleno dei rifiuti nucleari nascosti nel silenzio di un territorio abbandonato.

Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozione
SUMMARY
3.3
Sara Camardella
Sara Camardella

Autrice, sceneggiatrice e filmmaker. Le sue passioni sono da sempre la musica, il genere horror e il cinema indipendente. Attualmente vive a Roma e come L.B. Jefferies trova continua ispirazione dal vicinato chiassoso e multiculturale.