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Muori di lei
Titolo originale: Muori di lei
Anno: 2025
Genere: Sentimentale, Drammatico, Thriller
Casa di produzione: Nightswim, Baš Čelik, Medusa Film
Distribuzione italiana: Medusa Film
Durata: 99 minuti
Regia: Stefano Sardo
Sceneggiatura: Giacomo Bendotti, Stefano Sardo
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Montaggio: Sarah McTeigue
Musiche: Francesco Cerasi
Attori: Riccardo Scamarcio, Mariela Garriga, Maria Chiara Giannetta, Giulio Beranek, Francesco Brandi, Paolo Pierobon, Federico Mancini
Trailer di “Muori di lei”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
“Muori di lei” è un dramma dalle note thriller diretto e scritto da Stefano Sardo, con la collaborazione nella stesura del copione di Giacomo Bendotti, prodotto dallo stesso Sardo con Cristiano Gerbino e Ines Vasiljevic per Nightswim, Baš Čelik e Medusa Film. Il film è interpretato da Riccardo Scamarcio, Mariela Garriga, Maria Chiara Giannetta, Giulio Beranek, Francesco Brandi, Paolo Pierobon, Federico Mancini. La pellicola, distribuita da Medusa Film, esce nelle sale cinematografiche italiane dal 20 marzo 2025.
Incipit
Questa non è la storia di come sono diventato padre, ma questa non è neanche la storia di come la pandemia ha fatto deragliare le nostre esistenze. Questa è la storia di Amanda... e di come mi ha rovinato la vita.
Trama di “Muori di lei”
Quando inizia il lockdown a Roma, Luca, insegnante di filosofia del liceo con qualche latente frustrazione, si ritrova a viverlo da solo perché la moglie Sara, medico, viene richiamata in ospedale per fronteggiare l’emergenza.
Mentre il mondo tutto intorno si ferma, la sua attenzione si concentra sulla nuova vicina, Amanda. Quando il desiderio lo spinge a rompere la distanza che li separa, Luca è travolto da una passione incontrollata. Ma l’affair si trasforma presto in un vortice pericoloso che sconvolgerà la sua vita, con conseguenze inaspettate.

Recensione di “Muori di lei”
Il film “Muori di lei” si colloca in un contesto storico ben preciso: il lockdown romano durante l’emergenza pandemica. La pellicola segue la vita di Luca, un insegnante di filosofia interpretato da Riccardo Scamarcio, che affronta la solitudine dell’isolamento quando la moglie Sara (Maria Chiara Giannetta), medico, viene chiamata in prima linea negli ospedali. La sceneggiatura di Stefano Sardo brilla per la sua capacità di ricostruire con meticolosa precisione le abitudini quotidiane imposte dalla pandemia: l’uso delle mascherine, le file interminabili nei supermercati e tutte quelle piccole nuove routine che hanno segnato quel periodo.
Questa attenzione al dettaglio contestuale crea un’atmosfera autentica e immediatamente riconoscibile, permettendo allo spettatore di riconnettersi emotivamente con un passato recente ma già stranamente distante. Nel silenzio della sua solitudine forzata, Luca inizia a nutrire un’ossessione per la nuova vicina di casa, Amanda, interpretata con notevole intensità da Mariela Garriga. Ciò che inizia come semplice curiosità si trasforma rapidamente in un desiderio incontrollabile che lo spinge a infrangere il distanziamento sociale imposto, non solo fisicamente ma anche emotivamente.
La macchina da presa si sofferma sugli sguardi rubati, sui momenti di osservazione furtiva, costruendo una tensione voyeuristica che rispecchia perfettamente lo stato mentale del protagonista. La relazione clandestina precipita presto in un vortice pericoloso di passione, con conseguenze drammatiche per la vita del protagonista. Il film esplora con efficacia come la claustrofobia dell’isolamento amplifichi le emozioni e distorca la percezione della realtà.
Un sorprendente finale inaspettato
La graduale discesa di Luca nell’ossessione è raccontata con un crescendo di tensione che mantiene alta l’attenzione dello spettatore. Il regista utilizza bene gli spazi ristretti degli appartamenti per accentuare il senso di oppressione e claustrofobia. Le inquadrature spesso incorniciano i personaggi attraverso finestre, porte o specchi, a simboleggiare la frammentazione della loro identità e il confine sempre più labile tra realtà e fantasia.
La fotografia predilige toni freddi e bluastri per le scene domestiche con Sara, contrapponendoli a toni più caldi e ambrati durante gli incontri con Amanda, evidenziando visivamente la dicotomia emotiva del protagonista. La scelta della colonna sonora è particolare, accompagna a volte con discrezione e altre con esagerazione l’evoluzione psicologica dei personaggi, intensificandosi nei momenti di maggiore tensione.
“Muori di lei” si distingue nel panorama del thriller italiano per la sua capacità di intrecciare la dimensione psicologica a quella sociale. La pandemia non è solo uno sfondo, ma diventa metafora del contagio emotivo che colpisce il protagonista. L’ossessione amorosa, come un virus, si insinua lentamente per poi esplodere con conseguenze devastanti. Il film riesce a sorprendere con un finale inaspettato, elemento non scontato nel panorama del thriller italiano contemporaneo.
Buon copione, debole la regia
Il colpo di scena conclusivo ribalta le prospettive e obbliga lo spettatore a riconsiderare tutta la narrazione sotto una nuova luce, tecnica narrativa che dimostra una notevole maturità autoriale. La vera forza del film risiede nella scrittura: Sardo costruisce una narrazione solida, personaggi credibili e dialoghi che suonano autentici. I protagonisti risultano tridimensionali, con le loro debolezze e contraddizioni, rendendo la storia psicologicamente convincente.
In particolare, il personaggio di Luca viene sviluppato con attenzione: il suo background di professore di filosofia non è un elemento casuale, ma diventa fondamentale nel definire il suo approccio razionalizzante verso un’emozione irrazionale come la passione ossessiva. Il personaggio di Sara, la moglie, evita abilmente lo stereotipo della vittima ignara. La sua professione di medico durante la pandemia la colloca in una posizione di eroismo quotidiano che contrasta con la progressiva degradazione morale del marito.
La Giannetta riesce a conferire al suo personaggio una profondità che va oltre il ruolo funzionale alla trama. Altrettanto complesso è il personaggio di Amanda, che Mariela Garriga interpreta con un mix calibrato di vulnerabilità e mistero. La sceneggiatura le consente di sfuggire alla semplice categorizzazione di femme fatale, arricchendola di sfumature che emergono gradualmente nel corso della narrazione. Tuttavia, dal punto di vista registico, emergono alcune debolezze.

Passione e tensione narrativa
La direzione di Sardo presenta occasionalmente ingenuità stilistiche che contrastano con la maturità della scrittura. Alcune scene risultano didascaliche, con inquadrature e movimenti di macchina che sembrano sottolineare eccessivamente ciò che la recitazione e la scrittura potrebbero comunicare con maggiore sottigliezza. Scamarcio offre un’interpretazione quasi credibile del professore tormentato, sebbene in alcuni momenti sembri ricadere in manierismi già visti in altre sue interpretazioni.
Nei momenti di maggiore intensità emotiva, prova a trasmettere il conflitto interiore del suo personaggio, non riuscendoci sempre. Il film affronta anche, seppur marginale, tematiche come la fedeltà coniugale in tempi di crisi, l’etica della responsabilità e il confine tra desiderio e ossessione. La scelta di ambientare la storia durante il lockdown amplifica queste riflessioni, ponendo interrogativi su come situazioni estreme possano rivelare aspetti nascosti della personalità.
“Muori di lei” rappresenta un interessante esempio di come il cinema italiano contemporaneo stia cercando di affrontare tematiche universali come la passione e l’ossessione, inserendole in un contesto storico specifico e riconoscibile. L’opera riesce nell’intento di costruire tensione psicologica e narrativa, nonostante qualche incertezza nella realizzazione.
In Conclusione
In conclusione, “Muori di lei” si posiziona come un thriller psicologico che, pur non essendo privo di difetti, offre uno sguardo intelligente e maturo sulla fragilità delle relazioni umane quando sottoposte a pressioni estreme. È un film che merita attenzione per la qualità della scrittura e per la capacità di utilizzare un evento storico recente come catalizzatore di dinamiche intime e personali, dimostrando che il cinema italiano può ancora dire la sua nel genere thriller quando riesce a conciliare profondità psicologica e tensione narrativa.
Note Positive
- Scrittura
- Recitazione
Note Negative
- Regia con delle ingenuità
- Un attore protagonista poco incisivo
- Effetti visivi posticci e fuori luogo