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No Hard Feelings
Titolo originale: Futur Drei
Anno: 2020
Paese: Germania
Genere: sentimentale
Durata: 92 minuti
Regia: Faraz Shariat
Sceneggiatura: Faraz Shariat, Paulina Lorenz
Fotografia: Simon Vu
Musiche: Jakob Hüffell, SÄYE SKYE
Attori: Benjamin Radjaipour, Eidin Jalali, Banafshe Hourmazdi
Trama di No Hard Feelings
In un sobborgo ordinato e borghese della Germania, Il giovane Paris viene condannato a effettuare 120 ore di servizio presso una comunità che si occupa d’immigrazione minorile, il suo ruolo è quello di traduttore per gli iraniani, avendo conoscenze linguistiche dovuti alla sua origine etnica e familiare. Nonostante ciò però la sua conoscenza della lingua risulta poco curata soprattutto nell’accento linguistico.
Durante queste ore lavorative fa la conoscenza che un giovane iraniano, Amor (interpretato da Eidin Jalali), da poco arrivato nel paese e che vive all’interno della struttura con la propria sorella maggiore Banafshe (Banafshe Hourmazdi). Tra i tre nascerà una forte connessione e amicizia, che scaturirà per i tre ragazzi in vero amore ma i loro problemi etnici d’immigrazione e di omofobia sono dietro l’angolo.
Recensione di No Hard Feelings
Presentato al Festival di Berlino 2020 ottenendo il premio Teddy come miglior lungometraggio a tema LGBTQ e giunto in Italia attraverso il concorso cinematografico Lucca Film Festival 2020, No Hard Feeling risulta un occasione sprecate da parte del cineasta tedesco Faraz Shariat che realizza un opera visivamente accattivante e perfetta ma che non prende mai il volo mostrandosi fredda e piatta nella sua monotonia tematica, pur andando a descrivere in maniera piuttosto interessante la vita amorosa e sessuale dei due ragazzi.
La storia raccontata spesso e volentieri con la macchina a mano, ricercando una fotografia a tinte chiare bianche, si perde nel concetto visivo con dei momenti in cui le immagini con la stessa colonna sonora danno il senso di videoclip o visual album, proprio questi momenti pur mostrando immagini poetiche e stavolta fashion con pose particolari dei protagonisti la narrazione rallentata e la narrazione si appiattisce tematicamente, divenendo l’ennesimo buon film tecnico e con belle prove attoriale che va a mostrare essenzialmente: la difficoltà di vivere da gay e da immigrato iraniano, il tutto senza mostrare realmente momenti cupi (se non verso il finale), anzi sembra in verità che la vita del protagonista Paris sia piuttosto bella essendo accettato e circondato dall’affetto familiare.
No Hard Feeling non sarebbe un brutto film ma manca di pathos e di emozionalità drammaturgico lasciando lo spettatore in maniera apatica per tutta la durata della storia e nemmeno quei momenti di divertimento creano lo stato d’animo adatto. Il tutto è causa di una mal scrittura di sceneggiatura da parte dei protagonisti che oltre ai loro problemi: immigrati e omosessuali non possiedono altre sfaccettature caratteriali o imperfezioni o interessi reali, andando a creare una storia monocorde che non porta niente di nuovo alla vicenda che altri film non aveva già trattato.
Note positive
- Fotografia
- Attori
Note negative
- La storia risulta fredda
- La regia non è adatta a ciò che si vede ma ricerca una perfezione stilistica che cozza con la storia mostrata
- Sceneggiatura eccessivamente piatta e priva di pathos
- Alcune scene sembrano un visual album o videoclip