Nosferatu (2024). Si ritorna alla figura del vampiro classico

Recensione, trama e cast del film Nosferatu (2024), pellicola diretta da Robert Eggers che ritorna alla figura del vampiro classico

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Nosferatu (2024) – Emma Corrin nel ruolo di Anna Harding nel film diretto da Robert Eggers – Courtesy of Focus Features – © 2024 Focus Features LLC – Tutti i diritti riservati – Universal Pictures – Immagine concessa da Upi Media per uso stampa
Nosferatu (2024) – Emma Corrin nel ruolo di Anna Harding nel film diretto da Robert Eggers – Courtesy of Focus Features – © 2024 Focus Features LLC – Tutti i diritti riservati – Universal Pictures – Immagine concessa da Upi Media per uso stampa

Trailer di “Nosferatu”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Nosferatu è un thriller gotico scritto e diretto dal cineasta americano Robert Eggers, noto per aver diretto opera, applaudite dalla critica e dal pubblico, come The Witch, The Lighthouse e The Northman. La pellicola si ispira a Nosferatu il vampiro, classico del cinema del 1922 diretto da F.W. Murnau, lungometraggio a sua volta ispirato dal romanzo di Dracula di Bram Stoker. Nel 1979 la pellicola del ’22 ha avuto il suo primo remake cinematografico con la realizzazione del film tedesco Nosferatu, il principe della notte per la regia di Werner Herzog.

Il lungometraggio di Eggers, secondo adattamento del film di Murnau, è stato prodotto da Focus Features, Maiden Voyage Pictures, Studio 8 e Birch Hill Road Entertainment, è si avvale di un cast internazionale composto da Bill Skarsgård, Lily-Rose Depp, Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin, e Willem Dafoe. La colonna sonora è firmata da Robin Carolan, mentre il direttore della fotografia è Jarin Blaschke, collaboratore di lunga data di Eggers.

Distribuito nelle sale cinematografiche americane il 25 dicembre 2024, in Italia la pellicola viene rilasciata da Universal Pictures International Italy, debuttando nei cinema italiani dal 1 gennaio 2025.

Trama di “Nosferatu”

Ambientato nella Germania del XIX secolo, il film racconta una storia di ossessione e terrore. Thomas Hutter, un giovane agente immobiliare, viene inviato in Transilvania per concludere un affare con il misterioso Conte Orlok. Durante il suo viaggio, Hutter si imbatte in una serie di eventi inquietanti e presagi sinistri che lo conducono al castello del conte. Lì, scopre la vera natura di Orlok: un antico vampiro assetato di sangue e ossessionato da una giovane donna, che scoprirà essere sua moglie Ellen, connessa al vampiro da un misterioso legame creato nel passato.

Recensione di “Nosferatu”

Oltre a dirigere il film, Robert Eggers ne cura anche la sceneggiatura, realizzando un’opera essenziale che riporta la figura del vampiro alle sue radici. Un vampiro che incute terrore, genera angoscia e diventa un’estensione stessa delle tenebre. Questa visione si oppone radicalmente alla rappresentazione edulcorata e “cool” del personaggio, ormai consolidata da tempo nella cultura popolare. In questo senso la versione di Eggers risulta una vera e propria immersione nel vero horror gotico, guardando però al presente.

Difatti, la storia della pellicola Nosferatu, pur mantenendo intatti i tratti fondamentali del mito del vampiro, presenta una lettura più profonda e complessa. L’angosciante e tossico triangolo amoroso che si forma tra Thomas, Ellen e il Conte Orlok diventa un pretesto per esplorare temi universali come il desiderio, la morte, la paura dell’ignoto e la solitudine. Volendo, dato il periodo, si potrebbe trovare anche una sorta di contestazione culturale protofemminista sul discorso della problematica definita “isteria” dell’epoca, ma il regista ne parla solo superficialmente e la utilizza più come espediente narrativo.

Il cineasta a livello visivo ha creato un’atmosfera densa e opprimente, fedele all’estetica del cinema espressionista tedesco. Le immagini sono cupe, le ombre allungate e i paesaggi sembrano usciti da un incubo. Come in altre sue produzioni Eggers lavora sul montaggio e sulla fotografia, soprattutto sull’utilizzo della luce naturale in contrasto con la luce artificiale degli ambienti chiusi.

A livello visivo, il cineasta ha saputo creare un’atmosfera densa e opprimente, che rende omaggio all’estetica del cinema espressionista tedesco. Le immagini cupe, le ombre allungate e i paesaggi onirici sembrano tratti direttamente da un incubo. Come nelle sue precedenti produzioni, Eggers dimostra una maestria nel montaggio e nella fotografia, sfruttando sapientemente il contrasto tra la luce naturale degli spazi aperti e quella artificiale degli ambienti chiusi. Tuttavia, la narrazione rallenta nella parte centrale del film, rischiando di far percepire la lunghezza della pellicola. Nonostante ciò, il ritmo più lento non compromette la forza dei concetti e delle tematiche che il regista intende esplorare. Nella prima parte della pellicola, indubbiamente, alcune scelte convincono più di altre, mentre nella seconda parte della pellicola il regista ha voluto caricare fin troppo alcune scene, soprattutto quelle riferite alla possessione di Ellen.

Uno degli aspetti più convincenti della pellicola sono le interpretazioni, a partire da Lily-Rose Depp nel ruolo di Ellen, e Nicholas Hoult, che offre una performance efficace nei panni di Thomas Hutter. Notevole anche l’interpretazione di Bill Skarsgård nel ruolo del conte Orlok, particolarmente interessante per l’uso della voce e per la scelta registica di mostrarlo solo parzialmente per gran parte del film. Questa decisione accresce la tensione e rafforza l’intento di riportare il vampiro alle sue origini gotiche. Da segnalare, inoltre, il personaggio del professore Von Franz, interpretato magistralmente da Willem Dafoe. Infine, la colonna sonora, inquietante e ossessiva, gioca un ruolo fondamentale nel creare un ulteriore senso di angoscia nello spettatore.

Sotto molti aspetti, il mio adattamento di Nosferatu è il mio film più personale. Una storia che non ho inventato, ma con cui ho convissuto e vissuto dentro, e che ho sognato sin dall’infanzia. Spesso ho avuto la sensazione di avere la stessa scintilla creativa di un regista alle prime armi quando ho finalmente realizzato il film, grazie agli anni di riflessione che vi ho dedicato. Mi sento più che fortunato ad aver avuto la possibilità di realizzarlo con la mia squadra fidata di collaboratori di sempre. Il film è intriso di molti dei miei ricordi e delle mie esperienze personali, amplificati e trasposti nella Germania baltica del 1830. C’è voluto del tempo per arrivarci, per comprenderne il fascino. Naturalmente, sono state l’immagine e l’interpretazione di Max Schreck a perseguitarmi da bambino. C’era qualcosa di essenziale nel misterioso vampiro e nella semplice fiaba di Nosferatu. E sono certo che quando Hutter ha spalancato il coperchio del sarcofago di Orlok, il pubblico è rimasto senza fiato per il terrore, e ha immaginato il fetore del mostro non-morto. Come avrei potuto trovare la mia strada da lì? Non più tardi di vent’anni fa, nel sud della Romania è stato riesumato un uomo ritenuto un vampiro, e il suo cadavere mutilato ritualmente. Era un uomo difficile e un grande bevitore. Dopo la sua morte, i suoi familiari dissero che era tornato sotto forma di strigoi, e che la notte li attaccava. La nuora in particolare soffriva di queste aggressioni notturne, finendo per ammalarsi. Quando il corpo dell’uomo venne distrutto, secondo la procedura folcloristica, le visite vampiriche cessarono. Il suo regno del terrore finì. La nuora guarì. Eppure, qual è il trauma oscuro che nemmeno la morte può cancellare? Un’idea straziante. Questa è l’essenza della palpabile fede nel vampiro. Il vampiro popolare non è un affascinante seduttore in smoking, né un eroe brillante e meditabondo. Il vampiro popolare incarna la malattia, la morte e il sesso in un modo vile, brutale e spietato. Ebbene, questo è il vampiro che volevo riesumare per il pubblico di oggi.

Note di regia – Robert Eggers

In conclusione

Robert Eggers con Nosferatu porta sullo schermo un’opera ambiziosa e provocatoria, che invita lo spettatore a riflettere sul senso del male, sulla paura della morte e sulla natura dell’esistenza umana, ma soprattutto riesce a riportare la figura del vampiro ai suoi albori. Una scommessa vinta per il 90%, difatti anche se è un remake di una storia molto conosciuta e oltremodo utilizzata nel panorama cinematografico, non è un film per tutti. Difatti per alcuni il ritmo narrativo troppo lento ed eccessive scene prolungate potrebbero incidere insieme alla cripticità di alcuni temi trattati. Non è però tra i più disturbanti nel cinema di Robert Eggers.

Note positive

  • Atmosfera: L’atmosfera gotica è coinvolgente.
  • Recitazione: Le performance degli attori sono intense e convincenti.
  • Fotografia: L’aspetto visivo del film è curato nei minimi dettagli.

Note negative

  • Lentezza: Alcuni potrebbero trovare il ritmo narrativo troppo lento e alcune scene eccessivamente prolungate.
  • Difficoltà di accesso: L’estetica e il tono del film potrebbero risultare troppo impegnativi per alcuni spettatori.
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Tatiana Coquio
Tatiana Coquio

Amo alla follia la settima arte, la sceneggiatura è ciò che mi interessa di più in un film, tanto da aver fatto degli studi in merito.
Star Wars fan da una vita e serie TV addicted.
Lettrice e scrittrice compulsiva, sempre pronta ad appuntare note e pensieri un po' ovunque, quando posso viaggio per il mondo accompagnata dal mio fido ipod e una colonna sonora a tema.