Persepolis (2007). L’autobiografia che sfida la censura

Recensione, trama e cast del film Persepolis (2007). Un’animazione potente che narra la lotta per la libertà in Iran. Pellicola presentata a Cannes 2007

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Trailer di “Persepolis”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Credo che sia stata la mia collaborazione con Vincent (Paronnaud) a rendere possibile questo film. Quando i miei romanzi a fumetti sono stati pubblicati hanno avuto subito successo, e ho ricevuto diverse offerte per farne un adattamento, soprattutto dopo l’uscita negli Stati Uniti. Mi hanno addirittura proposto progetti come una serie-tv alla Beverly Hills 90210, e un film con Jennifer Lopez nel ruolo di mia madre e Brad Pitt nel ruolo di mio padre – cose del genere! Assurdo. Per la verità, erano passati quattro anni da quando avevo scritto e disegnato Persepolis, e consideravo chiuso il discorso. Ma poi, parlando del progetto cinematografico con Vincent, ho capito che oltre ad avere l’opportunità di lavorare con lui, avrei potuto cimentarmi in qualcosa di completamente nuovo. Dopo aver scritto romanzi a fumetti, libri per bambini, strisce di fumetti per quotidiani, eccetera, mi sembrava di essere entrata in una fase di transizione. Non volevo fare un film da sola, e sentivo che l’unico con cui avrei potuto farlo era Vincent. Lui ha aderito subito, entusiasta quanto me di affrontare questa sfida. Ho capito che ci saremmo divertiti. A volte sono le piccole cose, a portare a una decisione. Siccome già conoscevo Marc-Antoine Robert (produttore), abbiamo cominciato a lavorare insieme. Tutto qui!

Dichiarazione di Marjane Satrapi

Dal 2000 al 2003 è stato pubblicato in Francia, per un totale di quattro albi, il fumetto autobiografico e storico Persepolis. Histoire d’une femme insoumise, noto in Italia semplicemente come Persepolis, scritto dall’autrice Marjane Satrapi e edito da L’Association. Il fumetto, che racconta la vita dell’autrice, esplora i mutamenti politici e culturali che hanno trasformato l’Iran in seguito alla rivoluzione islamica, attraverso gli occhi di una giovane Marjane Satrapi, prima bambina e poi adulta.

Nel 2007, l’autrice ha realizzato, insieme al fumettista, sceneggiatore e regista Vincent Paronnaud, una versione cinematografica della storia, utilizzando il linguaggio dell’animazione. Opera prima alla regia per entrambi i cineasti, la pellicola è stata presentata al Festival di Cannes del 2007, dove ha ottenuto il premio della giuria. In seguito, è stata candidata al premio Oscar come miglior film d’animazione, insieme a Surf’s Up – I re delle onde (regia di Ash Brannon e Chris Buck) e Ratatouille (regia di Brad Bird e Jan Pinkava), con la vittoria andata a quest’ultimo.

Trama di “Persepolis”

Persepolis è il racconto intenso e avvincente della crescita di una giovane ragazza in Iran durante la rivoluzione islamica. Attraverso gli occhi di Marjane, una bambina di nove anni precoce ed estroversa, assistiamo alla distruzione delle speranze di un intero popolo quando i fondamentalisti prendono il potere, imponendo il velo alle donne e imprigionando migliaia di oppositori. Intelligente e coraggiosa, la piccola Marjane sfida il rigido controllo sociale dei “tutori dell’ordine”, scoprendo il punk, gli ABBA e gli Iron Maiden. Tuttavia, dopo l’insensata esecuzione di suo zio e sotto i bombardamenti della guerra Iran-Iraq, la paura diventa una realtà quotidiana con cui deve fare i conti.

Man mano che cresce, Marjane diventa sempre più temeraria, spingendo i suoi genitori a temere per la sua sicurezza. Così, quando compie 14 anni, decidono di mandarla a studiare in Austria. In questo paese straniero, Marjane, vulnerabile e sola, affronta le sfide dell’adolescenza, mentre deve anche confrontarsi con i pregiudizi di chi la associa al fondamentalismo religioso e all’estremismo che l’hanno costretta a fuggire. Col tempo, riesce a farsi accettare e a trovare l’amore, ma, una volta terminato il liceo, si ritrova sola e con una crescente nostalgia di casa.

Nonostante il ritorno in Iran significhi dover indossare il velo e vivere sotto una dittatura, Marjane decide di tornare per stare accanto alla sua famiglia. Dopo un difficile periodo di adattamento, si iscrive a un Istituto d’Arte e successivamente si sposa, continuando sempre a denunciare le ipocrisie di cui è testimone. A 24 anni, però, pur sentendosi profondamente iraniana, comprende che non può più vivere in Iran. Prende così la drammatica decisione di lasciare il suo paese per trasferirsi in Francia, piena di speranze per il futuro, ma segnata in modo indelebile dal suo passato.

Frame di Persepolis (2007)
Frame di Persepolis (2007)

Recensione di “Persepolis”

Persepolis è un fumetto autobiografico di Marjane Satrapi – fumettista, sceneggiatrice, regista e illustratrice iraniana neutralizzata francese – che, grazie al grande successo ottenuto, nel 2007 diventa un film. Il film è stato ben accolto dalla critica francese, vincendo il premio della giuria a Cannes e ricevendo una candidatura agli Oscar come miglior film d’animazione.

Perché parlare di Persepolis?

Nonostante sia uscito nelle sale nel 2007, il tema trattato dal fumetto e dalla pellicola è estremamente attuale. La storia racconta di Marjane, una bambina vivace e rivoluzionaria, che vive con la sua famiglia a Teheran durante la rivoluzione iraniana del 1978-1979. Questa rivoluzione trasforma l’Iran da una monarchia a una repubblica islamica sciita, con una costituzione ispirata alla Shari’a. Marjane è una bambina molto diversa rispetto ai suoi coetanei: mette in discussione quello che le sta intorno, anche prima della rivoluzione, e ha una mente estremamente aperta e visionaria – lo si può notare durante le sue conversazioni immaginarie con Dio, una figura molto presente nella mente della piccola Marjane.

Infatti, in un periodo di transizione caratterizzato da una dittatura opprimente, dove le donne devono avere capo e volto coperto, dove ciò che è considerato essere “occidentale” è proibito, dove si assiste a una regressione dei propri diritti, Marjane si interroga su quello che le sta succedendo intorno criticando il sistema: questo è possibile soprattutto grazie alla sua famiglia, progressista, da sempre al suo fianco, e ai racconti dello zio Anush, ex prigioniero politico, visto da Marjane come un eroe.

A causa della difficile situazione, Marjane verrà mandata a studiare in Austria: il periodo che vive qui è molto difficile per lei, in quanto si sente esiliata. Proprio per questo, successivamente, ritorna a casa sua, in Iran, ma si accorge che la situazione sociale è notevolmente peggiorata. Marjane si sente un pesce fuor d’acqua e, qualche anno più tardi, si trasferirà a Parigi, dove vive tutt’oggi, ma sentirà sempre la mancanza della sua casa e della sua famiglia, all’interno di un contesto che le provoca malinconia.

Lo spirito di Marjane, progressista e rivoluzionario, non accetta il cambiamento del suo Paese natale, e mettendo per iscritto la sua storia sfida le autorità iraniane, che sottopongono sia il film che il fumetto alla censura. Infatti, se il film ci racconta della vicenda iraniana e di come Marjane la vive in prima persona, e se qui in Occidente ha avuto – come si è visto – un impatto abbastanza positivo, non si può dire la stessa cosa di alcuni paesi dell’area MENA: Tunisia, Libano e Iran, che infatti, l’hanno censurato in quanto sostengono che questo sia “islamofobo”.

Gli interessi di questi paesi con l’Iran sono chiaramente stati messi al primo posto, dunque è bene notare il grande impatto che ha avuto il racconto, tanto da esserne vietata la distribuzione.

Questo paese conosce da sempre le guerre e i martiri. Perciò, come diceva mio padre “quando arriva un’onda troppo grossa, abbassa la testa e lasciala passare”. Questo è molto persiano, la filosofia della rassegnazione”.

Il linguaggio utilizzato da Marjane è sicuramente esplicito e impattante, e la scelta del bianco e nero – un contrasto che enfatizza gli orrori della rivoluzione – si fa spazio tra i protagonisti del racconto, ovvero la rivoluzione iraniana e l’impatto che questa ha avuto su una bambina che pensa di poter cambiare il mondo. In un’epoca in cui la censura e le restrizioni sui diritti sono ancora realtà in molti paesi, Persepolis, con il suo linguaggio schietto e l’animazione dal forte impatto visivo, resta un’opera fondamentale per comprendere l’importanza della libertà di espressione, in quanto racconta una storia universale di lotta e resistenza che oggi continua a risuonare più che mai.

Il film non dà giudizi, non dice “questo è giusto, questo è sbagliato”; si limita a illustrare i numerosi risvolti di una situazione. Non è un film politicamente orientato che cerca di schierarsi, ma è prima di tutto e soprattutto un’opera che racconta il mio amore per la mia famiglia. Tuttavia, se il pubblico occidentale riuscirà a vedere gli iraniani come esseri umani, e non come semplici nozioni astratte quali “fondamentalisti islamici”, “terroristi” o “l’Asse del Male”, allora sentirò di aver fatto qualcosa di buono. Non dimentichiamo che le prime vittime del fondamentalismo sono proprio gli iraniani.

Il mio paese mi manca, senza dubbio. È il mio paese e lo sarà sempre. Se fossi un uomo, direi che l’Iran è mia madre e la Francia mia moglie. Ovviamente, non posso dimenticare tutti gli anni in cui mi svegliavo guardando una montagna innevata alta più di cinquemila metri, che dominava Teheran e la mia vita. È difficile pensare che non potrò mai più vederla. Mi manca. D’altro canto, ho la vita che desideravo. Vivo a Parigi, una delle città più belle del mondo, con l’uomo che amo, e vengo pagata per fare ciò che mi piace. Per rispetto verso coloro che sono rimasti lì, che condividono le mie idee ma non possono esprimerle, troverei inappropriato e di cattivo gusto lamentarmi.

Se mi lasciassi andare alla disperazione, avrei perso tutto. Quindi, fino all’ultimo momento, terrò la testa alta e continuerò a ridere; non riusciranno a distruggermi. Finché sei vivo, puoi protestare e gridare, ma la risata è l’arma più sovversiva di tutte.

Dichiarazione di Marjane Satrapi

Fotogramma di Persepolis
Fotogramma di Persepolis

In conclusione

“Persepolis” è un’opera che, con il suo linguaggio diretto e la potenza visiva dell’animazione in bianco e nero, continua a essere un potente simbolo di resistenza e libertà. La storia di Marjane, con le sue esperienze di lotta contro un regime oppressivo, non solo offre una finestra sulla storia iraniana, ma rappresenta una riflessione universale sulla perdita dell’innocenza e sulla ricerca della libertà individuale. Anche a distanza di anni, il messaggio di “Persepolis” resta incredibilmente attuale, ricordandoci l’importanza di non arrendersi di fronte all’oppressione.

Note positive

  • Storia autobiografica intensa e commovente
  • Animazione in bianco e nero che esalta il dramma
  • Riflessione profonda sulla libertà di espressione e resistenza

Note negative

  • Stile narrativo che può risultare troppo diretto per alcuni spettatori
  • Alcuni riferimenti culturali potrebbero non essere immediatamente comprensibili a tutti
  • L’animazione potrebbe non piacere a chi preferisce uno stile visivo più tradizionale
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Benedetta Coffa
Benedetta Coffa