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La vita davanti a sé
Titolo originale: The Life Ahead
Anno: 2020
Paese di produzione: Italia
Genere: Drammatico
Produzione: Palomar
Distribuzione: Netflix
Durata: 94 minuti
Regia: Edoardo Ponti
Produttore: Carlo Degli Esposti, Nicola Serra
Produttore esecutivo: Patrizia Massa
Sceneggiatura: Ugo Chiti, Edoardo Ponti
Soggetto: Romain Gary
Fotografia: Angus Hudson
Musiche: Gabriel Yared
Scenografia: Maurizio Sabatini
Attori: Sophia Loren, Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Babak Karimi.
Lungometraggio italiano distribuito da Netflix, remake dell’omonimo film del 1977 diretto dal francese Moshé Mizrahi e adattamento del romanzo del 1975 scritto da Romain Gary. Soprendentemente per una pellicola italiana ottiene un importante riconoscimento ai Golden Globe 2021 dove è stata premiata per la migliore canzone originale “Io sì” (Seen) cantata da Laura Pausini.
Trama di La vita davanti a sé
Madame Rosa (Sophia Loren) è un’ex prostituta ebrea residente nel quartiere ebraico della città di Bari. Ormai giunta alla fine dei suoi anni, si prende cura di bambini abbandonati (perlopiù figli di prostitute) ospitandoli nella sua casa. Un giorno un amico, il Dottor Coen, le chiede di badare per qualche mese a Mohamed detto “Momò” (Ibrahima Gueye), un orfano baby-spacciatore proveniente dal Senegal che manifesta un temperamento particolarmente turbolento. Inizialmente Rosa non è molto entusiasta del compito che le è stato affidato, ma in seguito tra i due si instaura una bella amicizia che si intensifica in parallelo con l’aggravarsi della malattia dell’anziana signora.

Recensione di La vita davanti a sé
La vita davanti a sé parte un po’ a rilento: trama già vista, il ritmo fatica a ingranare e la storia, che dovrebbe essere realistica, negli anni ‘70 poteva funzionare, ma oggi risulta un po’ inverosimile.
Tuttavia, con il procedere della visione, iniziamo a conoscere meglio i personaggi e a cogliere sfumature emotive più intense, rese egregiamente dalle performance degli attori, molti dei quali giovanissimi. La regia è pulita e precisa, ma non eccelsa: non ci sono momenti di spicco e alcune inquadrature risultano fuori posto. Interessante invece la fotografia, che utilizza colori chiari per conferire alle ambientazioni un’atmosfera marittima, in linea con il luogo in cui ci troviamo. Peccato per le scenografie che non hanno saputo valorizzarla al meglio; infatti i paesaggi mozzafiato della Puglia compaiono, ma hanno un tempo sullo schermo limitato. Ben fatta la colonna sonora (in cui figura la cover dei Måneskin di Io vengo dalla Luna). Per quanto riguarda la leonessa in CGI… bé, fortunatamente si vede solo in due scene.
Inoltre, nonostante verso la fine il tono narrativo diventi progressivamente più grave, l’interiorità dei personaggi non viene particolarmente approfondita.
Ibrahima Gueye e Sophia Loren in una scena del film.
In generale il film risulta un buon prodotto, però non superlativo. Forse questo remake del film del 1977 non era strettamente necessario, ma c’è un punto che eleva tutta la qualità del lavoro, ovvero la performance di Sophia Loren.
C’è già chi mormora di una sua candidatura all’Oscar e indipendentemente dai riconoscimenti in premi ritengo che ancora una volta, sotto il velo dell’età che le copre il volto, l’attrice abbia saputo regalarci un personaggio intenso, forse l’unico del film indagato a tutto tondo e che grazie ad un solo sguardo riesce a raccontarci una vita intera.
“La vita davanti a sé” in breve
Un lavoro che, come ha ammesso il regista stesso, aveva come obiettivo un messaggio positivo. Ciò nonostante, questo significato di fondo non traspare molto con la visione. Non si comprende pienamente quale sia il focus della vicenda e nonostante sia presente qualche momento toccante che può intenerirci, l’integrazione tra trama, sceneggiatura e apparato tecnico non è delle più riuscite. Nel complesso una visione comunque godibile, magari in una uggiosa domenica pomeriggio per tenerci compagnia ed emozionarci con l’interpretazione di Loren che dall’alto dei suoi 86 anni è ancora perfettamente in grado di stupire lo spettatore.
Note positive:
- Da riconoscere l’intento di trasmettere un messaggio positivo
- Film ottimista
- L’interpretazione di Sophia Loren
- Discreto apparato tecnico
Note negative:
- Personaggi non indagati a fondo
- A volte la narrazione si perde un po’ e non è ben chiaro cosa il film voglia comunicare