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Pino
Titolo originale: Pino
Anno: 2025
Nazione: Italia
Genere: Documentario, Biografico, Musicale
Casa di produzione: Groenlandia, Lucky Red, Tartare
Distribuzione italiana: Lucky Red
Durata: 94 minuti
Regia: Francesco Lettieri
Sceneggiatura: Francesco Lettieri, Federico Vacalebre
Montaggio: Mauro Rodella
Musiche: Pino Daniele
Attori / Interventi: Eric Clapton, Fiorella Mannoia, Jovanotti, Vasco Rossi, James Senese, Pat Metheny, Enzo Avitabile, Tullio De Piscopo, Loredana Bertè, Rosario Fiorello, Pino Daniele (archivio)
Trailer di “Pino”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Il documentario Pino, diretto da Francesco Lettieri e scritto insieme al giornalista e critico musicale Federico Vacalebre, racconta un ritratto inedito e profondo dell’artista napoletano. Attraverso materiali esclusivi—filmati mai visti di concerti, backstage, sessioni in studio, brani inediti, fotografie di famiglia, appunti personali e strumenti musicali—il film ricostruisce la parabola umana e artistica di Pino Daniele, seguendo i luoghi che hanno segnato la sua vita e la sua musica.
Il documentario è distribuito da Lucky Red e arriva nelle sale italiane il 31 marzo, 1 e 2 aprile 2025 come evento speciale, in occasione del doppio anniversario: 70 anni dalla nascita e 10 dalla scomparsa dell’artista. Il progetto è prodotto da Grøenlandia e Tartare Film, con il sostegno della Fondazione Pino Daniele Ets, che ha conferito al film il sigillo ufficiale “70/10 Anniversary”, riservato alle iniziative che celebrano in modo significativo l’eredità musicale e culturale del cantautore.
Pino è un viaggio emozionale e collettivo, che parte dalla musica per raccontare l’uomo: la sua passione, le sue fragilità, i suoi legami. Le testimonianze di amici, colleghi e artisti che hanno condiviso con lui il palco e la vita—tra cui Jovanotti, Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Rosario Fiorello, James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Enzo Avitabile, fino a Eric Clapton e Chick Corea—danno voce a un racconto corale, intimo e potente.
Trama di “Pino”
Pino è stato molte cose, tutte insieme: cantautore visionario, chitarrista virtuoso, poeta urbano. Una rockstar senza eccessi, profondamente napoletano ma innamorato anche della Toscana, di Roma, di Milano. Un’anima italiana che rifuggiva gli stereotipi, cercando respiro e ispirazione nella musica del mondo. Un artista capace di coniugare tradizione e modernità, melodia e ricerca, radici e orizzonti.
Questa narrazione attraversa la sua musica, i suoi esperimenti, le sue parole. Un viaggio intimo, che parte dalle canzoni e arriva a un brano mai ascoltato, ricostruendo il suo universo interiore attraverso le voci di chi gli è stato accanto: amici, colleghi, compagni di palco e di vita — testimoni di un percorso umano e artistico fatto di intuizioni, contraddizioni, sogni, rotture e ritorni.
Il filo conduttore è lo sguardo di chi lo ha conosciuto da vicino e ripercorre oggi le sue tracce, scoprendo che forse non se n’è mai davvero andato.
Ad arricchire il racconto, una serie di videoclip ambientati nella Napoli di oggi, dove i protagonisti delle sue canzoni sembrano ancora muoversi tra i vicoli, le attese, le malinconie della città. Perché quella voce continua a raccontarci. A raccontare ciò che siamo, e soprattutto ciò che potremmo ancora diventare.
Recensione di “Pino”
Pinuccio, Pinotto, quanti nomi e quante note, il cuore verace dei vicoli e la nobiltà dei sentimenti di uno scugnizzo che ha reso Napoli ancora una volta, per sempre, la città della musica, della vita vera vissuta al limite, degli amori che spezzano cuore e voce. Il ragazzo che come la sua città ha saputo aprire il cuore al mondo, accolto il popolo come i grandi dell’arte, il bello, il marcio, la stravaganza, le differenze integrate annazz a na’ tazzulella e cafè. Pino è stato Napoli dei vasci e la bellezza mozzafiato di Posillipo, la sacralità e il profano, l’uomo, l’artista, il figlio, marito, padre dall’immenso amore. L’uomo che ha combattuto per tutta la vita, per sé stesso e per la sua città.
Il documentario di Francesco Lettieri, con la narrazione di Federico Vacalebre, le interviste al figlio di Pino, Alessandro, e dei suoi amici e compagni di musica di una vita, è un racconto intimo, profondo, personale, sensibile come Pino tra i grandi, con la sua musica e le sue parole, ma anche con la vita che ha saputo regalare alla città che ha così tanto amato. Il documentario è stato nelle sale solo per 3 giorni, dal 31 marzo al 2 aprile ed ha fatto registrare incassi record e ha portato noi spettatori dritti in mezzo ai ricordi dei primi ascolti su musicassetta, delle sue canzoni stonate in macchine con sempre troppe persone, ascoltate tra le finestre su strada delle case di Napoli.
“Je te penze accussi’
Per ore e ore
Je te voglie accussi
Te voglie ancora”Cit. Senza ‘e te, brano di Pino Daniele – 2001
La sua vita blues, ruvida, stropicciata, imperfetta, piena di amici e di storie viene raccontata in questo documentario del regista napoletano Lettieri, attraverso la voce degli artisti amici che hanno accompagnato tutta la sua vita e carriera: Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Tony Esposito, James Senese. Coloro che soli potevano raccontare il vero Pino, assieme a suo figlio Alessandro che ha messo a disposizione del film e dei sui fan un archivio ricchissimo di ricordi e registrazioni inedite. Il documentario parte da scene di famiglia per raccontare la storia di Pino dalla sua nascita a via Francesco Saverio Gargiulo, prima chiamato vico Foglie a Santa Chiara, in un sottoscala, il 19 marzo 1955.
Nei vasci di Napoli “Pinotto”, come lo chiamavano in famiglia per via di qualche chilo di troppo, cresce con due zie “zia Bianca e zia Lia” com’era d’uso qualche anno fa a Napoli se in famiglia c’erano troppe bocche da sfamare e qualche zia “zitella” magari anche benestante. Nasce in una famiglia povera, con il padre che lavora al porto e la madre che lavora come collaboratrice domestica, e la sua infanzia viene segnata ben presto dalla perdita, con la morte di una sorellina, la piccola Annarella, che ispirerà diversi brani. Pino resterà legato a quei vicoli e alla sua famiglia per tutta la vita e il racconto della sua vita non poteva che venire da lì e dalle voci che hanno accompagnato tutta la sua carriera, dalle notti ad ascoltare e suonare blues nei night del porto di Napoli, fino ai grandi palchi internazionali.
La sua storia è fatta di emozioni, descritte con coraggio e con la franchezza ironica che è tipica della cultura napoletana, dalla poesia alla canzone classica; e a descrivere Pino sono proprio gli amori, la malinconia, l’impegno sociale e civile per la difese dei diritti umani, la passione per il mare e per la sua città, i sentimenti chiusi nelle sue canzoni. Attraverso la sua musica Pino ha vissuto, e con la sua musica vuole celebrarlo chi l’ha amato.
Il documentario, ben girato, con una narrazione intensa e intima, racconta il cantautore dalla sua nascita alla sua scomparsa troppo prematura, con una particolare attenzione agli anni dei suoi esordi, ai suoi primi passi. Il giornalista e critico Federico Vacalebre, che lo conosceva bene, racconta la sua storia in maniera coinvolgente e appassionata. L’uso intenso delle immagini di repertorio, provenienti dall’Archivio Pino Daniele gestito dal figlio Alessandro, assieme alle foto di famiglia, ai primi video clip delle sue canzoni, le sue apparizioni degli ultimi anni, aiutano ad immergerci nella sua realtà, a tratti fortemente intima e familiare, complice la colonna sonora che sottolinea il tutto in maniera unica e delicata. Il racconto ha il suono delle prima musicassette, qualcuna mostrata anche nelle immagini dell’epoca, di una Napoli che combatteva ancora più di oggi per mantenere la propria anima proprio mentre correva con la modernità.
Un Mascalzone latino – come avrebbe detto Pino – che s’infiamma con il sole, con la musica e talvolta con un pallone. Si incontrano tanti dei suoi amici nel fluire della narrazione, da Massimo Troisi a Maradona, da James Senese a Lello Arena. Ed ancora: Rosario Fiorello, Jovanotti, Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Loredana Bertè ma anche, Rosario Jermano, Tullio De Piscopo, Tony Esposito. Tra le pagine più indimenticabili, poi, di questo straordinario diario per immagini c’è l’indimenticabile incontro con il suo idolo musicale di tutta una vita, la star internazionali Eric Clapton, con il quale suona in un concerto storico, del quale il documentario mostra un breve passaggio, e che Pino ricorda personalmente come un suo sogno divenuto realtà. Oltre alle star ed ai suoi amici musicisti, a ricordarlo ancora oggi con tanta emozione ci sono però soprattutto i suoi amici d’infanzia, e la sua famiglia.
Il documentario è stato proiettato come un evento unico, al cinema, per il 70° anno dalla sua nascita, solo per 4 giorni, dal 31 marzo al 3 aprile, facendo però registrare un incasso record. E chissà che da quegli archivi appena svelati non trapeli qualcosa d’altrettanto indimenticabile, nei prossimi anni. Francesco Lettieri è un amatissimo regista napoletano, che ha già tanto raccontato della scena musicale della sua città, in particolare per la sua collaborazione con il cantante Liberato.
In conclusione
Pino è molto più di un documentario, un atto d’amore, un omaggio intimo e appassionato a un uomo che ha fatto della sua voce e delle sue radici una bandiera. Una visione imperdibile per chi ha amato Pino, per chi ama Napoli, e per chi crede che la musica possa raccontare, più di qualsiasi altra arte, l’anima di un popolo. Da vedere, da sentire, da ricordare.
Note positive
- Narrazione autentica e coinvolgente
- Uso emozionante di materiale d’archivio e inedito
- Presenza di testimonianze preziose di familiari e amici storici
- Regia sensibile e attenta alle sfumature emotive
Note negative
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Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Emozione |
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4.3
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