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Settlers
Titolo originale: Settlers
Anno: 2021
Paese: Regno Unito, Sud Africa
Genere: Fantascienza, thriller
Produzione: Brittle-Star Pictures, Film Constellation, Jericho Motion Pictures
Distribuzione: Koch Media
Durata: 1 hr 43 min
Regia: Wyatt Rockefeller
Sceneggiatura: Wyatt Rockefeller
Fotografia: Willie Nel
Montaggio: Johnny Daukes
Musiche: Nitin Sawhney
Attori: Brooklynn Prince, Sofia Boutella, Ismael Cruz Cordova, Nell Tiger Free, Jonny Lee Miller, Natalie Walsh
Presentato in anteprima mondiale al Tribeca Film Festival, Settlers è l’opera prima del cineasta Wyatt Rockefeller che esordisce in Italia grazie alla 21° edizione del Trieste Science + Fiction Festival in cui partecipava nella sezione Asteroide e in quella Melies, senza però riuscire a ottenere nessuna premiazione, che sono rispettivamente andate a “Gaia” di Jaco Bouwer e “Warning” di Agata Alexander.
Trama di Settlers
Quando la Terra è ormai inabitabile per l’essere umano a causa di una misteriosa guerra, una famiglia vive pacificamente sulla superficie di Marte in totale solitudine, come se fossero i primi colonizzatori di un luogo inospitabile dove vivere è una vera sfida da vincenre contro l’habitat naturale del pianeta. In un mondo del genere Reza (Jonny Lee Millar) e Ilsa (Sofia Boutella) stanno crescendo la loro figlia di nove anni, Remmy (Brooklynn Prince), creando intorno a lei un clima di benessere e di amore familiare. Questo mondo così idilliaco, in apparenza, viene scosso improvvisamente quando una mattina la bambina trova sulla finestra una parola dal tono minaccioso, scritta con il sangue di uno dei maialini che possiedono. Il lemma dichiara: Andatevene. Da questo momento la vita di Remmy non sarà più la stessa ma dovrà scontrarsi con delle terrificanti verità, sia su chi c’è dentro la colonia sia su cosa ci sia al di fuori di questa.
Fotogramma di Settlers
Recensione di Settlers
Il film proviene da questa sensazione che ho provato qualche anno fa. Ero in un bosco con mio padre e nevicava. Qualche volta la neve può assorbire tutti i rumori circostanti, fino al punto in cui c’è un silenzio che non si sente quasi mai, c’è un qualcosa di molto inquietante in quel silenzio. Ricordo che camminando ai limiti del bosco immaginavo che qualcosa o qualcuno mi osservasse. Guardavo mio padre con il suo vecchio cappotto marrone, rovinato, e immaginavo un uomo di guardia alla propria casa, chiedendomi: per difendersi da cosa? Il tempo di rientrare e avevo la trama, tutto…tutto il film. Questa storia proviene da quella sensazione di vuoto. L’orrore di essere circondati dal nulla. E come questo ci costringe a contemplare l’impensabile
Wyatt Rockefeller
Il silenzio assordante del nulla, il timore dell’essere l’ultimo umano all’interno di un immenso e oscuro cosmo, la paura di perdere la propria roccaforte e unico luogo in grado di proteggerti da una morte certa. Wyatt Rockefeller in Settlers crea un film che si poggia sull’assenza e il minimalismo degli eventi per ricercare, entro un ritmo di montaggio alquanto lento e una colonna sonora tra piano e chitarra che richiama una verve tra il dolce e la suspense, una narrazione atmosferica in grado di donarci quel senso d’inquietudine emotiva che i personaggi stessi vivono, partendo da colei che possiamo individuare come la protagonista della storia, ovvero la piccola Remmy, fino al misterioso Jerry (Ismael Cruz Cordova), di colui che uccidendo Reza diventa il nuovo capo della famiglia e padrone della colonia. Il senso di vastità e di vuoto però non viene donato alla storia solo dai personaggi alquanto tridimensionali ma anche da una scelta di una location unica che appare azzeccata. La colonia ci appare come una sorta di ranch western immessa all’interno di uno spazio desertico in mezzo al nulla. Proprio per ricreare questo sentimento che fa da filo conduttore a tutta la vicenda la troupe si è dovuta trasferire a girare nel deserto sudafricano che si trova al confine della Namibia. L’ambientazione scelta e il tipo di storia trattata fa ricadere il lungometraggio entro una sorta di atipico western fantascientifico, che ripropone in maniera originale l’home invasion.
Brooklynn Prince è Remmy in Settlers
All’Inizio del film veniamo catapultati all’interno di una dolce famiglia pacifica, che canta, ride, chiacchiera felicemente, ma a un tratto ecco che tutta quella tranquillità tanto ricercata viene danneggiata dall’ingresso in scena di Jerry, di colui che vuole entrare in casa e conquistarla. Questa dinamica da home invasion però viene completamente rovesciata poiché a un tratto lo spettatore scopre che non è Jerry nel torto ma lo sono Reza e Ilsa, i quali si sono impadroniti di questa colonia illegittimamente e con l’uso della forza e del sangue uccidendo i genitori di Jerry. In questo senso chi sono i cattivi? e allo stesso tempo ci domandiamo è giusto lottare così ardentemente per l’ultimo luogo abitabile dall’universo e non condividerlo? Proprio in tale senso il personaggio di Jerry che ci viene presentato e mostrato come il nemico può apparire invece come l’unico umano che possiede ancora un profondo senso di umanità seppur mosso da una forte componente di egoismo e di paura nel restare da solo. L’uomo non uccide di sua volontà, ma lo fa solo per riconquistare ciò che è suo, e nei confronti d’Ilsa e Remmy cerca una via diplomatica, tanto che porre fine alle loro vite e proprio l’ultima cosa che desidera. Jerry infatti è una sorta di Adamo, di colui che vuole ripopolare la terra con i suoi figli e per farlo gli serve necessariamente una compagnia prolifica. L’unica sua paura è il silenzio del nulla, ma proprio grazie a questo suo bisogno di compagnia risulta anche l’unico personaggio della pellicola privo di qualsiasi forma di vendetta, contrariamente a Remmy e a sua madre Ilsa, la quale risulta il carattere meno interessato del film.
Troppa monotonia
Lo sceneggiatore e cineasta per andare a parlarci di un ampio periodo della vita di Remmy, da quando ha nove anni fino ai suoi 16 anni circa, sfrutta un interessante suddivisione in capitoli che pongono il focus sui momenti più importanti della vita del personaggio, istanti in grado di farla evolvere e modificare dal punto di vista caratteriale. Nonostante però questo escamotage la storia appare monotona e del tutto monocorde, nonostante delle buone interpretazioni attoriali come Nell Tiger Free, nel ruolo dell’adolescente Remmy o d’Ismael Cruz Cordova nel ruolo di Jerry, che appare come il personaggio più interessante del film, per il modo in cui è narrato attraverso una commistione tra follia e razionalità.
Il problema principale è la sceneggiatura che appare inconcludente e con numerosi buchi di trama, Settlers non riesce a far funzionare bene gli elementi messi in scena come l’elemento della cupola e del tunnel che appaiono un qualcosa d’inutile e di fuorviante dalla storia, anche il personaggio di Jerry mostra numerose lacune tanto che è giusto domandarsi: come ha fatto a ritornare su Marte? Dov’era stato? Esiste qualcosa al di là di questo luogo? I problemi appaiono anche sul senso di tempo, poiché se sembra che Remmy viva lì da sempre come mai non sa dell’esistenza del robot? Oppure come mai sua madre non sembra conoscere bene quel luogo? In alcuni passaggi sembrano giunti lì da poco e incapaci di vivere in quell’ambiente.
Note positive
- Fotografia
- Ambientazione
- Interpretazione d’Ismael Cruz Cordova
- Il gioco tra bontà e cattiveria
Note negative
- Alcuni buchi di trama
- Il personaggio d’Ilsa è mal scritto, soprattutto all’interno del secondo atto dove non si comprende bene il rapporto che possiede con Jerry