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The Beast
Titolo originale: The Beast
Anno: 2023
Genere: Fantascienza, Drammatico
Casa di produzione: Les Films du Bélier, Arte France Cinéma, AMI, My New Picture
Distribuzione italiana: I Wonder Pictures
Durata: 146 minuti
Regia: Bertrand Bonello
Sceneggiatura: Bertrand Bonello, Benjamin Charbit, Guillaume Bréaud
Fotografia: Josée Deshaies
Montaggio: Anita Roth
Musiche: Bertrand Bonello, Anna Bonello
Attori: Léa Seydoux, George MacKay, Guslagie Malanda, Dasha Nekrasova, Martin Scali
Trailer di “The Beast”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
The Beast è un film scritto e diretto dal regista francese Bertrand Bonello, liberamente ispirato alla novella di Henry James “La bestia nella giungla”. Il film è stato presentato in anteprima in concorso all’ottantesima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, venendo distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 21 novembre 2024, distribuito da I Wonder Pictures, dopo essere stato proiettato in anteprima al pubblico, il 1 novembre, al Cinema Centrale durante il Lucca Comics & Games 2024
Trama di “The Beast”
In un mondo in cui l’intelligenza artificiale ha preso il sopravvento, Gabrielle accetta di purificare il suo DNA per liberarsi di qualsiasi emozione forte, procedura che la porta a rivivere alcune delle sue vite passate. La prima è ambientata nella Parigi di inizio secolo, dove Gabrielle è la moglie di un ricco imprenditore che possiede una fabbrica di bambole; la seconda si svolge a Los Angeles, dove Gabrielle cerca di far decollare la sua carriera d’attrice. Tutte le vite di Gabrielle hanno in comune un incontro, quello con Louis, l’amore della sua vita, e il presentimento che qualcosa di terribile stia per accadere e che una misteriosa bestia possa farle del male.

Recensione di “The Beast”
Dopo film che avevano toccato diversi generi, il regista Bertrand Bonello si avvicina alla fantascienza, rivisitando in chiave moderna la novella “The Beast in the Jungle” di Henry James, ambientata nella Londra dell’Ottocento. Il film racconta una storia d’amore che attraversa tre epoche storiche: il 1910, il 2014 e il 2044, ma oltre all’analisi del rapporto fra i due protagonisti, The Beast offre una riflessione più profonda sul futuro, non molto lontano, che ci aspetta. All’inizio del film, nel 2044, Gabrielle si trova davanti ad una scelta: eliminare qualsiasi tipo di emozione, privandosi quindi di tutti i suoi affetti, di ciò che la rende veramente umana, o continuare a fare un lavoro monotono, che non la soddisfa. Il film infatti ci presenta un futuro quasi distopico, in cui l’intelligenza artificiale ha preso il sopravvento e per accedere ai lavori più complessi e importanti, è necessario sottoporsi ad una purificazione del DNA, per liberarsi dalle emozioni e dai traumi passati ed essere sì umani, ma privati di tutto ciò che li rende tali. The Beast propone quindi un messaggio politico e una forte critica al nostro mondo, in cui l’Intelligenza artificiale e il ruolo della tecnologia nelle nostre vite è un argomento quanto mai attuale e controverso, che a tratti spaventa.
Tutte le vite di Gabrielle sono accomunate, oltre all’amore che prova per Louis, da un presentimento che qualcosa di terribile stia per accadere, che una bestia voglia farle del male. In ogni piano temporale poi, il regista ha voluto inserire degli elementi simbolici che presagiscono questa catastrofe (ad esempio il piccione che entra nella stanza dove si trova Gabrielle) che sembra imminente. Le tragedie poi accadano sia nel 1910, quando Gabrielle e Louis muoiono annegati, che nel 2014, quando Gabrielle viene uccisa da Louis (prendendo ispirazione da un fatto realmente accaduto, il massacro di Isla Vista). Ma qual’è veramente la bestia di cui parla il film, il pericolo imminente da cui Gabrielle è terrorizzata? Forse la stessa intelligenza artificiale, o forse gli stessi umani che si sono sottoposti alla purificazione del DNA.
Il regista Bertrand Bonello decide di essere abbastanza netto nella sua critica, e lo si comprende a pieno nella scelta del finale del film. Dopo aver terminato il processo di purificazione, Gabrielle comprende di far parte della minima percentuale di umani che ne sono “immuni”, è infatti ancora in grado di piangere e di provare amore. Entusiasta, la donna cerca il suo amore Louis, solo per scoprire che anche lui si è sottoposto al processo e che su di lui ha funzionato. Louis quindi non sarà mai in grado di ricambiare a pieno il forte sentimento che prova Gabrielle. Questo finale quasi crudele, è un pugno nello stomaco per lo spettatore, Bonello non lascia speranza, ma è perfettamente funzionale alla critica che il film vuole porgere.
Altro elemento molto interessante del film è la scelta di rappresentare il futuro distopico in modo molto originale. Riguardo alla messa in scena il regista ha dichiarato:
Dal punto di vista visivo, volevo evitare le due strade principali: l’ultra-tecnologismo, che può impressionare ma è spesso destinato a diventare scadente, o una visione post-apocalittica in cui tutto è in rovina. Ho preferito procedere per sottrazione, eliminando elementi. Eliminando parti di set, svuotando la città, modificando l’universo sonoro più che l’architettura, mettendo animali a Parigi, eliminando i social network o internet. Rendendo le relazioni tra le persone più disincarnate che virtuali. Non c’è alcun futurismo stravagante. L’evoluzione del mondo è molto più comportamentale e ideologica.
Una colonna portante del film sono poi i due protagonisti , Léa Seydoux e George Mackay, che interpretano il triplice ruolo di Gabrielle e Louis. La loro performance risulta particolarmente riuscita poichè riescono a trovare un fil rouge nel costruire i loro personaggi, nonostante nelle tre epoche siano persone completamente diverse. La rappresentazione dei loro sentimenti cambia nell’arco dei tre piani temporali, definiti dallo stesso regista “la storia dei sentimenti”: nel 1910 Gabrielle non si lascia andare all’amore che prova per Louis, perchè troppo spaventata, nel 2014 Louis è ossessionato dall’idea che nessuna donna lo possa amare, e poi nel 2044 i sentimenti sono vietati. Su questo punto di nuovo il regista ha dichiarato:
Si può dire che nel 1910 i sentimenti vengono espressi. Nel 2014 vengono repressi. Nel 2044 vengono rimossi. Il film segue un certo codice del melodramma, ovvero il fallimento dell’amore.

In conclusione
The Beast è una pellicola che riesce nel suo intento, ovvero quello di far riflettere riguardo un tema quanto mai attuale, l’atmosfera distopica creata dal regista e le interpretazioni dei due attori protagonisti completano il quadro del film.
Note positive
- Atmosfera distopica
- Interpretazioni
- Critica
Note negative
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