The Deliverance – La redenzione (2024). La casa dei 200 demoni

Recensione, trama e cast del film horror "The Deliverance - La redenzione" del 2024 per la regia di Lee Daniels con Andra Day e Glenn Close

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Trailer di “The Deliverance – La redenzione”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Nel novembre 2011, la famiglia Ammons – composta dalla madre Latoya, dai suoi tre figli e dalla nonna – si trasferì in una casa a Gary, Indiana. Fin da subito iniziarono a verificarsi eventi strani: sciami di grosse mosche nere riempivano il portico in pieno inverno, un fenomeno piuttosto insolito, e di notte si udivano passi pesanti provenire dal pianoterra. La situazione peggiorò ulteriormente quando la figlia di 12 anni levitò sopra il letto davanti a testimoni terrorizzati. Col passare del tempo, i bambini cominciarono a manifestare comportamenti atipici e violenti: i loro occhi diventavano sporgenti o privi di pupille, accompagnati da sorrisi maligni, mentre durante gli episodi di presunta possessione emergeva una voce profonda che pronunciava parole nefaste, rivolte sia a familiari che a estranei. Il figlio di nove anni tentò di strangolare il fratello maggiore, mentre quest’ultimo si accanì contro la nonna colpendola al ventre. Persino medici e assistenti sociali furono testimoni di fenomeni inspiegabili, come il bambino di nove anni che camminava all’indietro su un muro.

“Ha camminato sul muro, ha fatto un salto ed è atterrato in piedi. Non c’è nessun modo in cui avrebbe potuto farlo.”
Dichiarazione di Willie Lee Walker, infermiera presente alla scena

La famiglia, disperata, si rivolse il 20 aprile 2012 a un sacerdote locale, don Michael Maginot della parrocchia di St. Stephen, che, dopo diverse verifiche e segni inquietanti, ottenne il permesso di eseguire un esorcismo per liberare la casa dai demoni. Dopo il rituale, la famiglia si trasferì altrove e gli eventi paranormali cessarono, lasciando la casa come un punto di curiosità locale. Nel 2016, la casa venne definitivamente abbattuta dopo che Zak Bagans, investigatore del paranormale, l’aveva acquistata nel 2014 per 35.000 dollari. Bagans demolì la struttura dopo aver girato all’interno l’intero documentario “Demon House” (2018).

La storia della famiglia Ammons, coinvolta in un caso di apparente possessione supportato da numerose testimonianze provenienti da personale medico e assistenti sociali, nonostante gli scetticismi di alcuni individui, ha ispirato la realizzazione del lungometraggio horror “The Deliverance – La redenzione”, distribuito in Italia su Netflix dal 30 agosto 2024, mentre negli Stati Uniti il film è uscito in alcune sale cinematografiche il 16 agosto 2024. Il film è diretto dal regista e sceneggiatore Lee Daniels, alla sua prima esperienza con un lungometraggio horror, dopo aver diretto pellicole come “Precious” (2009), “The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca” (2013) e “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” (2021). In quest’ultimo film, il regista aveva scelto come protagonista Andra Day, vincitrice del Golden Globe 2021 come Miglior Attrice in un Film Drammatico proprio per questa interpretazione. Daniels ha nuovamente affidato a Andra Day il ruolo principale in “The Deliverance – La redenzione”, affiancandola a Caleb McLaughlin, noto per il ruolo di Lucas Sinclair in “Stranger Things”, e alla candidata agli Oscar Glenn Close (nomination per “Elegia Americana”, 2020; “La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera”, 1996).

Trama di “The Deliverance – La redenzione”

Ebony Jackson è una madre single in difficoltà, che lotta contro i propri demoni interiori a causa di un passato tragico segnato da violenze e soprusi. Questo passato l’ha condotta all’alcolismo e a una serie di errori che l’hanno portata anche in carcere per un periodo. Separatasi dal marito, partito come soldato per l’Iraq, Ebony si ritrova a gestire, tra numerosi problemi personali ed economici, i suoi tre figli: gli adolescenti Nate e Shante, e il piccolo Andre, di soli nove anni. Nel 2011, alla ricerca di una nuova stabilità, la famiglia si trasferisce in una casa in affitto a Gary, Indiana. Con loro si unisce Alberta, la madre di Ebony, una donna gravemente malata che si è pentita del male causato alla figlia e che ha abbracciato la religione nella speranza di redimersi e migliorare come persona.

Il trasferimento, però, non porta la serenità sperata. Al contrario, la situazione peggiora. Un’assistente sociale monitora continuamente la famiglia, mentre i ragazzi iniziano a mostrare segni sul corpo, come se fossero stati picchiati. Ebony, sopraffatta, ricade nella spirale autodistruttiva dell’alcolismo. Gli eventi prendono una piega sempre più inquietante, con manifestazioni soprannaturali che si intensificano e comportamenti sempre più anomali da parte dei figli, soprattutto del piccolo Andre. Ebony si ritrova così a combattere su due fronti: proteggere la vita e l’anima dei suoi figli dagli oscuri eventi che si verificano in casa, e cercare di evitare che i servizi sociali le portino via i bambini.

The Deliverance - La redenzione (2024) - (L to R) Andra Day as Ebony, Anthony B Jenkins as Andre Cr. Aaron RickettsNetflix © 2024
The Deliverance – La redenzione (2024) – (L to R) Andra Day as Ebony, Anthony B Jenkins as Andre Cr. Aaron RickettsNetflix © 2024

Recensione di “The Deliverance – La redenzione”

The Deliverance – La redenzione è un film indubbiamente solido, che si basa su una costruzione narrativa efficace e su interpretazioni attoriali convincenti. La pellicola rielabora in modo originale l’elemento soprannaturale, culminando in un rito di purificazione che introduce alcune novità visive e narrative nel genere degli esorcismi. Questi elementi distanziano il film dalle atmosfere tipiche di produzioni spesso ispirate al cult del 1973 L’esorcista di William Friedkin, che procedono con archetipi e stereotipi ben consolidati nel panorama di genere.

Per alcuni versi, la struttura drammaturgica segue schemi già noti: un bambino posseduto (più o meno), l’incontro della protagonista Ebony con la reverenda ed esorcista Bernice James, e la lotta contro un demone con l’obiettivo di salvare l’anima del piccolo Andre. Tuttavia, ciò che distingue The Deliverance è l’approccio drammaturgico, il punto di vista scelto dal duo di sceneggiatori, che spostano l’attenzione dal puro conflitto soprannaturale verso un’esplorazione più intima del dramma familiare. La storia si ispira liberamente agli eventi reali vissuti dalla famiglia Ammons, con nomi e dettagli che vengono modificati per distanziarsi dal contesto originario, pur mantenendo una base comune nei fenomeni paranormali ma creando una storia molto divergente dal punto di vista di caratterizzazione dei personaggi, che risultano alquanto tridimensionali all’interno della drammaturgia.

Gli sceneggiatori, David Coggeshall ed Eli Bynum, scelgono di non concentrarsi esclusivamente sull’elemento demoniaco, preferendo raccontare una vicenda incentrata sul dramma personale di Ebony. Il film trascende, in parte, la classica battaglia cristiana contro il male per diventare la storia di una donna che deve lottare ogni giorno contro la sua oscurità interiore. I demoni di Ebony non sono solo entità sovrannaturali, ma anche i suoi vizi e traumi, che la allontanano progressivamente dai suoi figli, con cui si scontra anche in maniera brutale. Il rischio che i servizi sociali possano portarle via i bambini, se non riuscirà a superare la dipendenza dall’alcol e a risolvere i suoi problemi, diventa una minaccia costante. La narrazione si focalizza così sul percorso di cambiamento di Ebony, che deve trovare la forza di superare le proprie ombre interiori per rinascere come madre e garantire ai suoi figli una famiglia stabile e serena.

In questo contesto, la scelta finale di rappresentare il rito di esorcismo assume un significato particolare. A differenza dei classici film del genere, non vediamo un continuo confronto tra il piccolo Andre posseduto e la reverenda Bernice. Il rito viene invece rappresentato in modo innovativo: le sembianze di Andre svaniscono, trasmutandosi nella figura di Alberta, per poi perdere qualsiasi connotazione fisica e diventare puro spirito. Questa trasformazione rende la lotta più complicata, poiché la reverenda non sa più dove il demone si nasconda all’interno della stanza. Infine, il demone riprende le sembianze di un Andre spiritato e maligno, ma nel momento cruciale, quando Ebony rimane l’unica possibilità di salvezza per i suoi figli e l’unica persona che può ancora sconfiggere il demone, questo si manifesta con l’aspetto di Ebony stessa, ponendo in primo piano il tema centrale del film: la lotta interiore della protagonista contro il suo lato oscuro. Per salvare i suoi figli, Ebony deve affrontare e sconfiggere la parte più malvagia di sé stessa, riuscendo infine a risorgere dalle proprie ceneri come una donna migliore, abbracciando nuovi elementi di lei e riappacificandosi o accettando il proprio passato.

Il film integra numerosi elementi horror, con momenti inquietanti e un’atmosfera di crescente tensione, soprattutto attraverso le figure dei tre figli, che contribuiscono a mantenere viva la curiosità dello spettatore, anche grazie alle splendide intepretazione di questi giovanissimi attori, che riescono a donare tensione alla vicenda grazie alle loro performance, in particolare quella del giovanissimo Anthony B. Jenkins. Da evidenziare è anche l’ottima performance attoriale di Glenn Close, nei panni di una donna forte e allo stesso tempo fragile, ovvero Alberta, un personaggio che probabilmente avrebbe meritato un maggior peso drammaturgico all’interno della narrazione.

Tuttavia, alla sua essenza, The Deliverance – La redenzione rimane un dramma familiare. La lunga prima parte del film è dedicata alla presentazione dei personaggi e alle loro complesse dinamiche, preparando il terreno per la successiva evoluzione della trama. L’elemento soprannaturale diventa uno strumento per raccontare la lotta di Ebony contro i suoi tormenti interiori e le sue difficoltà nel cercare di essere una madre migliori, sia connesse al presente che al passato, soprattutto in connessione al complesso rapporto con sua madre Alberta, che viene esplorato attraverso un breve ma significativo flashback, che svela le radici del conflitto tra le due donne e permette allo spettatore di comprendere le cause dell’odio e del rancore di Ebony. Il film, dunque, più che voler spaventare lo spettatore, cosa che non capita, ricerca un approccio marcatamente drammatico con alcuni elementi di tensione connessi al genere soprannaturale e d’esorcizzazione.

La conclusione del film non risulta, però, del tutto soddisfacente. Alcune scelte narrative sembrano affrettate e troppo semplicistiche, riducendo l’impatto complessivo della pellicola. Il finale, infatti, appare eccessivamente connesso alla tematica della fede, con una risoluzione marcatamente cattolica che sembra stonare con la drammaturgia del film e in particolare con il personaggio di Ebony. L’elemento religioso è indubbiamente centrale in The Deliverance – La redenzione, specialmente attraverso il personaggio di Alberta, ma negli ultimi momenti del film, la fede assume un ruolo eccessivamente predominante. Questo aspetto si trasforma quasi in una sorta di Deus ex machina, una soluzione miracolosa che risolve tutti i problemi. Tale approccio potrebbe risultare forzato, in quanto il finale sembra rifugiarsi in un sentimento religioso che non si è costruito con la dovuta gradualità nel corso della narrazione. Per una conclusione più efficace, sarebbe stato preferibile esplorare una svolta narrativa più originale e incisiva, piuttosto che dipendere eccessivamente da un elemento esterno come la fede, che compare come un qualcosa di miracoloso ed estraneo alla protagonista. Una risoluzione più intricata e meno prevedibile avrebbe potuto fornire una conclusione più coerente con il percorso drammaturgico del film.

The Deliverance - La redenzione (2024) - (L to R) Caleb McGlaughlin as Nate and Andra Day as Ebony Cr. Aaron RickettsNetflix © 2024
The Deliverance – La redenzione (2024) – (L to R) Caleb McGlaughlin as Nate and Andra Day as Ebony Cr. Aaron RickettsNetflix © 2024

In conclusione

“The Deliverance – La redenzione” si distingue come un film solido che, pur rimanendo ancorato a schemi già noti nel genere degli esorcismi, riesce a proporre una rilettura originale dell’elemento soprannaturale. Attraverso un approccio più intimista e drammatico, il film si concentra sul viaggio personale della protagonista, Ebony, esplorando i suoi demoni interiori tanto quanto quelli sovrannaturali. La lotta contro le forze oscure diventa metafora della lotta della protagonista per ritrovare sé stessa e salvare la propria famiglia, con un’esecuzione narrativa che, pur non priva di difetti, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore.

Note positive

  • Il film sposta il focus dal classico scontro tra bene e male a un dramma personale, incentrato sul percorso di redenzione della protagonista.
  • Le performance degli attori, in particolare di Glenn Close e dei giovani interpreti, donano profondità ai personaggi e rafforzano la carica emotiva della narrazione.
  • L’esorcismo è rappresentato in modo originale, introducendo nuovi elementi visivi e narrativi che si distanziano dai classici del genere.
  • La pellicola integra elementi horror in una cornice di dramma familiare, esplorando le dinamiche complesse tra i personaggi in modo convincente.

Note negative

  • Alcuni personaggi, come Alberta, avrebbero meritato un maggiore approfondimento, limitando il loro impatto sulla storia.ersonaggi, come Alberta, avrebbero meritato un maggiore approfondimento, limitando il loro impatto sulla storia.
  • Il film si focalizza più sul dramma che sull’horror puro, il che potrebbe deludere chi cerca una narrazione più votata al soprannaturale e al brivido.
  • Il finale
Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozioni
SUMMARY
3.5
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.