The Sun Rises on Us All (2025) Melodramma cinese deludente e aspro a Venezia 82

Recensione, trama, cast del film The Sun Rises on Us All (2025) di Cai Shangjun, vincitore della Coppa Volpi alla Miglior Attrice alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

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RI GUA ZHONG TIAN (THE SUN RISES ON US ALL) - Xin Zhilei and Zhang Songwen - Biennale Cinema 2025
RI GUA ZHONG TIAN (THE SUN RISES ON US ALL) – Xin Zhilei and Zhang Songwen – Biennale Cinema 2025

The Sun Rises on Us All

Titolo originale: Ri gua zhong tian

Anno: 2025

Paese: Cina

Genere: Drammatico

Casa di Produzione: Guangzhou Mint Pictures, Guangzhou Zizai Media

Distribuzione internazionale: mk2

Durata: 131’

Distribuzione internazionale: mk2

Regia: Cai Shangjun

Sceneggiatura: Han Nianjin, Cai Shangjun

Fotografia: Kim Hyunseok

Montaggio: Matthieu Laclau, Yann-shan Tsai

Musica: Guo Sida

Attori: Xin Zhilei, Zhang Songwen, Feng Shaofeng

Trailer di “The Sun Rises on Us All”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il regista Cai Shangjun sbarca al Lido di Venezia quattordici anni dopo aver vinto il Leone d’Argento per la miglior regia per Ren shan ren hai (2011). The Sun Rises on Us All segna anche il trionfo per la protagonista Xin Zhilei che si è aggiudicata la Coppa Volpi come migliore attrice alla 82^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, riconoscimento che l’attrice ha accolto con grande emozione dichiarando dal palco: “Guardate, oggi sono finalmente qui”.

Trama di “The Sun Rises on Us All”

Un uomo e una donna si erano amati profondamente in passato, ma il loro rapporto venne spezzato da un evento drammatico che segnò per sempre le loro vite. Lui, spinto da un amore assoluto e dal desiderio di proteggere la sua compagna, si assunse la colpa di un crimine che in realtà era stato commesso da lei. Questo gesto di estremo sacrificio, però, non ottenne la gratitudine sperata: incapace di sopportare il peso di quanto accaduto e l’impossibilità di ricambiare un simile atto d’amore, la donna decise di abbandonarlo per iniziare una nuova vita altrove.

Molti anni dopo questo doloroso addio, il destino fa sì che i due ex amanti si incontrino nuovamente. Entrambi hanno costruito esistenze separate, apparentemente distanti dal loro passato comune, eppure le loro vite quotidiane tradiscono gradualmente i segni indelebili di quella tragica storia condivisa. L’uomo ha vissuto questi anni portando il peso della sua scelta e delle conseguenze che ne sono derivate, mentre la donna ha cercato di costruire una nuova identità, senza mai riuscire completamente a liberarsi dal senso di colpa.

Il loro nuovo incontro riaccende sentimenti che sembravano sopiti e riapre ferite mai completamente guarite. Tra chi cerca disperatamente la redenzione per gli errori del passato e chi anela alla liberazione definitiva da un fardello troppo pesante da portare, i due protagonisti si trovano a fare i conti con un amore che non è mai davvero finito, ma che è stato irrimediabilmente compromesso dalle circostanze. Il loro percorso li condurrà verso un confronto finale con la verità e con i propri sentimenti, in un ultimo tentativo di trovare pace e comprensione reciproca.

Recensione di “The Sun Rises on Us All”

Il cinema orientale ci ha sorpresi e spesso anche entusiasmati nel corso degli anni. In questo contesto è impossibile non ricordare pilastri del cinema cinese come Zhang Yimou e Chen Kaige. Alla 82^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia erano presenti un film coreano, quel capolavoro che è No Other Choice di Park Chan-wook, il taiwanese Girl di Shu Qi e quest’opera cinese del regista già noto al Lido, Cai Shangjun.

Ebbene, se non fosse per il lungometraggio coreano, il resto della selezione asiatica mostra un’evidente involuzione a livello stilistico e narrativo. Nel caso specifico, The Sun Rises on Us All è un melodramma incentrato su una coppia disfunzionale che risulta privo di pathos autentico. Cai Shangjun punta tutto sulle interpretazioni piuttosto che sulla storia, che risulta fin troppo simile a mille altre già viste in precedenza.

Una narrazione priva di originalità e slancio creativo

Lei ritrova lui, che aveva abbandonato dopo che l’uomo si era assunto la colpa di un incidente stradale scontando il carcere. La donna, invischiata in una relazione problematica, sente il bisogno di sdebitarsi e accoglie l’uomo nella propria casa.

La speranza che il loro rapporto possa ricomporsi si rivela vana: lunghi silenzi, ripicche talvolta violente e situazioni al limite dell’assurdo li allontanano progressivamente. Il tutto culmina in un finale che rappresenta l’unico momento di lucidità, dove la donna cerca la propria assoluzione attraverso un gesto estremo.

Sacrificio e redenzione: questa è una storia che parla di valori morali. Un uomo si sacrifica per amore e si assume la colpa di un crimine commesso dalla sua amante. Eppure lei lo tradisce e se ne va.(Cai Shangjun)

Il regista cinese non gioca alcuna carta particolare a livello visivo, mantenendo tutto immobile e statico. Come statiche risultano le interpretazioni, per evidente volontà registica. Si tratta di un percorso completamente interiore, denso di non-detti e scarno di azioni concrete. In questa situazione diventa arduo empatizzare con i personaggi, soprattutto quando la storia non brilla per originalità.

Interpretazioni al minimo sindacale senza guizzi interpretativi

Xin Zhilei e Zhang Songwen, i protagonisti, vantano una lunga esperienza nonostante siano poco noti a livello internazionale. Xin Zhilei interpreta l’algida donna infedele che vorrebbe liberarsi dal peso di una colpa che comunque avverte su di sé. Rimane sempre composta e persino i momenti di maggiore emotività – come quelli legati alla scena del bagno della stazione degli autobus – mantengono una compostezza eccessiva.

Zhang Songwen dimostra la stessa rigidità espressiva, benché incarni un personaggio più ruvido e caratterizzato rispetto a quello della collega. Un uomo che oltre ad affrontare il proprio passato deve confrontarsi con il presente. Entrambi gli attori appaiono compassati, quasi indossassero una maschera neutra cara a un certo tipo di cinematografia d’autore che però non corrisponde a ciò che Cai Shangjun intende rappresentare.

Quando si incontrano di nuovo molti anni dopo, scoprono che il pentimento non porta perdono e il sacrificio non porta giustizia. Nel loro addio alla stazione degli autobus, si lanciano in un ultimo disperato tentativo di redenzione. (Cai Shangjun)

Xin Zhilei si aggiudica la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile superando una serie di attrici che hanno avuto l’opportunità di esprimersi con maggiore efficacia – Emma Stone e Amanda Seyfried su tutte. Pur essendo felici per il suo riconoscimento, la sua interpretazione, così come questo lungometraggio, non lascerà traccia nella memoria né degli spettatori né degli appassionati di cinema.

In conclusione

Una storia dal sapore di déjà vu, una regia piatta e interpretazioni al limite del didascalico per oltre due ore di proiezione. Non si tratta di un lavoro raccomandabile, se non agli estimatori dei melodrammi puri, senza tuttavia nutrire eccessive aspettative.

Note positive

  • Alcuni momenti apicali, troppo pochi però

Note negative

  • Storia già vista altre volte
  • Interpretazione distaccata
  • Senza una impronta registica definita
  • La durata

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Musiche
Interpretazione
Emozioni
SUMMARY
2.2
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Renato Soriano
Renato Soriano

Mi occupo di spettacolo ed eventi culturali dal lontano 1991. Nasco come attore per diventare poi regista e autore teatrale. I miei studi mi hanno portato a specializzarmi verso la rappresentazione omonormativa nel cinema, italiano e non. Inoltre, sono ideatore del progetto TeatRealtà, legato alla consapevolezza delle nuove tecnologie usando il teatro come realtà.