The Turning – La casa del male (2020), dalla novella horror Il giro di vite

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The Turning – La casa del male

Titolo originale: The Turning

Anno: 2020

Paese: Stati Uniti D’America

Genere: Horror

Produzione: Amblin Entertainment, Vertigo Entertainment

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 94 min

Regia: Floria Sigismondi

Sceneggiatura: Carey Hayes

Fotografia: David Ungaro

Montaggio: Duwayne Dunham, Glenn Garland

Musiche: Nathan Barr

Attori: Mackenzie Davis, Finn Wolfhard, Brooklynn Prince, Mark Huberman, Niall Greig Fulton, Barbara Marten, Kim Adis, Denna Thomsen

Trailer italiano di The Turning – La casa del male

Trama di The Turning – La casa del male

Una giovane insegnante di nome Kate, lascia la sua classe di bambini, per recarsi a lavorare entro una misteriosa tenuta sulla costa del Maine come istitutrice di una bambina, Flora, che ha perso tempo prima in un incidente stradale i suoi genitori. Ben presto però Kate dovrà iniziare ad occuparsi anche del fratello maggiore della bambina poiché è stato cacciato per cattivo comportamento dal collegio in cui studiava. Il ragazzo, come del resto la governante della casa, non vedranno di buon occhio l’istitutrice dandogli filo da torcere. In tutto ciò sembra che i bambini nascondino un terribile segreto e che nella casa ci siano delle strane presenze.

I personaggi di The Turning - La casa del male
I personaggi di The Turning – La casa del male

Recensione di The Turning – La casa del male

Dalla cineasta d’origini italiane Floria Sigismondi, famosa per i suoi videoclip per artisti musicali dal calibro di Katy Perry, David Bowie, Björk, Muse, Justin Timberlake e Marilyn Manso, The Turning – La casa del male, il suo primo lungometraggio di genere horror distribuito su Prime Video Italia da Maggio 2021, non può che richiamare alla mente la serie contemporanea Netflix, The Haunting of Bly Manor (2020), che condividono il medesimo materiale di partenza, ovvero Il giro di vite (The Turn of the Screw) di Henry James, famosa novella di carattere horror del 1898. Nonostante l’incipit di partenza sia il medesimo i creatori hanno trattato il testo letterario attraverso la propria personalità conducendoli su strade totalmente divergenti; se Mike Flanagan aveva improntato il tutto entro un forte sentimentalismo e romanticismo tanto da trasformare una storia di fantasmi in una riflessione sul senso d’amore, ecco che Sigismondi grazie alla sceneggiatura di Chad Hayes e Carey W. Hayes conduce lo spettatore entro una storia dal marcato approccio horror psicologico ponendo al centro della narrazione il personaggio dell’istitutrice Kate, ben interpretato da Mackenzie Davis (Blade Runner 2049, Terminator – Destino oscuro), di cui assistiamo alla lenta discesa nella perdita della ragione fino ad un inquietante finale e un’incredibile sequenza musicale – visiva dei titoli di coda.

Affermare che The Turning – La casa del male si regga esclusivamente sulla performance di Mackenzie Davis in Kate, è dire certamente il vero ed è proprio questa sua grande capacità attoriale a rendere la pellicola godibile. Inizialmente vediamo l’istitutrice come un personaggio solare e sicuro di sé, pronta a buttarsi dentro una nuova avventura dove spera di lasciarsi definitamente alle spalle tutti i suoi problemi come quello riguardante la madre rinchiusa in un ospedale psichiatrico, ma il suo lavoro presso la tenuta di Bly si dimostra fin da subito complesso a causa della governante Mrs Grose che farà di tutto per non metterla a suo agio, a complicare il tutto c’è anche l’arrivo del fratello di Flora che la manderà, a causa del suo strano comportamento, maggiormente in crisi che la condurrà entro una sorta d’isolamento interiore.

La regista riesce a donare all’interno della pellicola questa sensazione d’isolamento di Kate, attraverso delle riprese in totale o figura intera che vanno a mettere in netto contrasto il colore rosso acceso del cappotto di Kate con quelli freddi e grigi tendente al marrone della tenuta che per lunghi tratti appare come un luogo maledetto abbandonato da Dio, dove ogni singola attività ludica, come una passeggiata a cavallo o un giro al lago, divengono opportunità per istanti macabri e tristi piuttosto che felicità. Proprio questa scelta cromatica dal forte impatto visivo distanzia notevolmente il personaggio di Kate dal luogo, mostrando in maniera interessante come la tenuta di Bly stia lentamente rifiutando Kate. La stessa pellicola porta a galla proprio le emozioni della sua protagonista che attraverso l’isolamento, la conseguente frustrazione, la consapevolezza che in quella casa si è tenuto un omicidio e l’inizio di alcune visioni inizierà ad entrare dentro un caos mentale, una discesa negli inferi dura e profonda che rovinerà la sua psiche. Il tutto è potenziato dal volto della Mackenzie Davis impressionante nelle sue variazioni mostrando allo spettatore proprio questo suo cambiamento, sia grazie al trucco efficace sia grazie alla suo forza d’indossare perfettamente quel personaggio tanto che alla fine dal suo sguardo traspare realmente quel senso di follia.

Mackenzie Davis in The Turning- La casa del male
Mackenzie Davis in The Turning – La casa del male

The Turning – La casa del male però è tutto qui, in questa interpretazione formidabile, per il resto il lungometraggio mostra degli evidenti problemi di superficialità narrativa non tanto di resa visiva o musicale, con un impeccabile composizione di Nathan Barr dalle corde oscure, ma nella costruzione stessa della struttura drammaturgica con una prima parte che non riesce a creare dei personaggi iconici partendo proprio dai bambini Fairchild, di cui sappiamo veramente poco, ma anche riguardo la glaciale Mrs Grose che appare come un personaggio stereotipato e poco incisivo nonostante la cineasta ritenesse importante a livello simbolico tale carattere.

Sigismondi ha visto, nei due personaggi femminili centrali della sceneggiatura la giovane tata Kate e la governante di lunga data della tenuta di Bly, Mrs Grose – una moderna allegoria di come la cultura patriarcale abbia storicamente messo a tacere le donne, e cosa succede quando le donne decidono di non rispettare più le regole per mantenere lo status quo.

Pressbook The Turning

La storia dunque risulta prettamente intimistica andando a mostrare attentamente la confusione mentale della protagonista, attraverso un montaggio a tratti realmente caotico, che però non riesce a donare quel pathos adatto alla storia anche a causa di una sceneggiatura che nel suo secondo atto doveva sviluppare meglio la misteriosa storia riguardante Quint e Jessel personaggi che fanno parte del racconto ma che restano in secondo piano e di cui sappiamo fin troppo poco sia noi che la nostra protagonista. Questa ommissione riduce, anche a causa di alcune trovate registiche horror che non incuto paura, ogni interesse narrativo e a lungo andare lo spettatore potrebbe iniziarsi ad annoiare dinanzi una storia che per tutto il secondo atto si ripete su se stessa.

Indubbiamente la pellicola possiede i suoi pregi ma ricade dentro una narrazione poco originale e che trova alcune scelte sbagliate a livello di sceneggiatura, nonostante ciò il materiale di partenza era ottimo come il cast dove troviamo anche il giovane Finn Wolfhard, famoso per Stranger Things, che mostra una discreta interpretazione come anche la giovanissima Brooklynn Prince.

Note positive

  • Prove attoriali
  • Fotografia
  • L’aver mantenuto un finale ambiguo

Note negative

  • Sceneggiatura che realizza una storia troppo caotica
  • Assenza di approfondimento dei personaggi
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