Things Will Be Different (2024). Niente andrà come speravano

Recensione, trama e cast di Things Will Be Different (2024), un thriller fantascientifico di Felker che esplora viaggi nel tempo, famiglia e destini incrociati.

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Trailer di “Things Will Be Different”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il thriller fantascientifico Things Will Be Different, diretto dall’americano Michael Felker al suo esordio registico, è stato presentato in anteprima mondiale l’11 marzo 2024 al SXSW Film Festival. La prima italiana si è tenuta il 31 ottobre 2024, all’interno del Trieste Science+Fiction Festival, dove il film ha ottenuto il Premio della Critica Italiana SNCCI TS+FF 2024, con la seguente motivazione:

“Entrare nei meandri, apparentemente abusati, del viaggio nel tempo e dei paradossi richiede coraggio per non sembrare banali. In questo caso, si aggiunge anche il talento di costruire una storia originale, in grado di trasmettere una sottile angoscia e un’emozione intima, mantenendo ritmo e attori in costante tensione grazie a una messinscena accurata e a un montaggio incisivo. Per la capacità di inventare e di mantenere sempre la rotta, attribuiamo il Premio SNCCI per la migliore opera prima a Things Will Be Different.”

Felker, originario di Huntsville, Alabama, ha costruito la sua carriera prevalentemente come editor di film di genere acclamati dalla critica, come The Endless e Synchronic. Con Things Will Be Different, il regista compie un passo oltre l’editing, passando dietro la macchina da presa per esplorare temi complessi come il destino e l’ambiguità del tempo, mutevole e sfuggente. Per i ruoli dei protagonisti, Felker ha scelto Adam David Thompson, noto per serie come Godless e The Sinner, e Riley Dandy, che ha recitato nell’horror natalizio dissacrante Christmas Bloody Christmas e nella commedia romantica di Netflix That’s Amor.

Negli Stati Uniti, il film è stato distribuito sia in streaming che nelle sale il 4 ottobre 2024, a cura di Magnet Releasing.

Trama di “Things Will Be Different”

Quando i fratelli Joseph (Adam David Thompson) e Sidney (Riley Dandy) si ritrovano in una tavola calda dopo una rapina finita fortunosamente senza gravi conseguenze, decidono di fuggire verso una casa situata in una fattoria abbandonata, un luogo capace di trasportarli indietro nel tempo, in un’altra epoca. Questo nascondiglio perfetto li proteggerà dalla polizia che è sulle loro tracce. I due fratelli progettano di restare in questo rifugio per quattordici giorni per poi tornare alle loro vite e riabbracciare i propri cari, in particolare Sidney, che ha lasciato la sua bambina per portare a termine il colpo e mettere in atto il loro misterioso piano.

Tuttavia, giunti al quattordicesimo giorno, Joseph e Sidney scoprono di essere intrappolati nella casa e bloccati in questa linea temporale. La loro fuga è interrotta da una presenza metafisica criptica, che minaccia di “cancellarli” dall’esistenza, come se non fossero mai esistiti. Per evitare la morte, Sidney e Joseph stringono un patto con questo enigmatico carceriere, il quale rivela loro che non potranno andarsene finché non avranno eliminato un misterioso viaggiatore del tempo che, con la sua comparsa, porterà devastazione. Il carceriere, però, non sa quando questo viaggiatore apparirà, lasciando i due fratelli a un’attesa indefinita in vista del suo arrivo. La loro missione è chiara: solo uccidendo il viaggiatore potranno fare ritorno alle loro vite; se dovessero fallire, Sidney e Joseph verranno “cancellati” per sempre.

Adam David Thompson and Riley Dandy in THINGS WILL BE DIFFERENT, a Magnet release. Photo courtesy of Magnet Releasing.
Adam David Thompson and Riley Dandy in THINGS WILL BE DIFFERENT, a Magnet release. Photo courtesy of Magnet Releasing.

Recensione di “Things Will Be Different”

“Things Will Be Different” è indubbiamente un film affascinante per gli appassionati di fantascienza incentrata sui viaggi nel tempo, capace di creare un universo narrativo innovativo, dal fascino retrò, evidenziato dall’uso delle musicassette come mezzo di comunicazione con i carcerieri. Questo film cattura sapientemente l’interesse dello spettatore anche grazie a un uso intelligente della macchina da presa, che costruisce una vivida atmosfera di tensione fin dai primi istanti narrativi. Attraverso carrellate in avanti o in precedenza, con movimenti fluidi e lenti, la regia si muove attorno ai personaggi principali, spesso ripresi da vicino, con piani americani e campi medi che tengono costantemente al centro della scena Joseph e Sidney. Questa scelta pone l’accento sulla loro tensione e sul terrore in crescita, rivelando la loro evoluzione emotiva lungo il percorso drammaturgico.

“Things Will Be Different” non è solo una storia di fantascienza; prima di tutto, è una storia familiare. Attraverso lo sci-fi, il film esplora il dramma di due fratelli, Joseph e Sidney, figure ferite e incapaci di vivere armoniosamente, al punto da ritrovarsi costretti a una rapina per sopravvivere in un mondo brutale. La sceneggiatura, senza approfondire in maniera esplicita il background dei protagonisti, preferisce mostrarceli attraverso il tempo trascorso nella “fattoria magica”, rivelandone la crescita interiore con dialoghi essenziali e momenti ben dosati. Il montaggio e la costruzione delle scene sono calibrati con attenzione per presentare episodi significativi nel rapporto tra i due fratelli, offrendo uno sguardo sull’evoluzione del loro stato d’animo, di fronte a un momento di grande tragicità e a un’attesa potenzialmente infinita.

In questo contesto risultano particolarmente efficaci le due sequenze narrative dedicate all’introspezione dei personaggi. La rappresentazione dei quattordici giorni trascorsi nella casa riesce a essere accattivante, rivelando i momenti di tranquillità, monotonia e fratellanza tra Joseph e Sidney. Qui la sceneggiatura adotta un approccio ripetitivo, riproponendo alcuni gesti di convivialità come il riempire i bicchieri di alcol e altre scene di vita quotidiana, che scandiscono il ritmo narrativo e sottolineano il fluire del tempo. Degna di nota è anche la palette cromatica dai toni caldi e vivaci, che facilita l’empatia con questi personaggi imperfetti, animati da speranze per il futuro, come emerge nella prima parte del film.

Se la prima sequenza riflette la speranza e l’umanità dei protagonisti, una seconda sequenza narrativa ci mostra i 355 giorni successivi all’interno della stessa abitazione. Attraverso un movimento panoramico della macchina da presa, che illustra l’evoluzione del paesaggio esterno alla fattoria, la pellicola riflette anche il cambiamento interiore dei due personaggi, con una narrazione incentrata maggiormente su Sidney. A questa transizione si accompagna un mutamento nella palette cromatica: le tonalità calde lasciano il posto a una fotografia dai colori freddi, accentuando così il dramma e l’angoscia che li pervadono. Senza ricorrere a dialoghi, ma solo attraverso una sequenza visiva, si percepisce l’evoluzione di Joseph e Sidney: lui scivola in un cambiamento radicale, mentre lei, da figura inizialmente fragile, emerge come una donna forte, capace di prendersi cura del fratello. Entrambe le sequenze visive, pur opposte, sono accompagnate dalla stessa traccia sonora, il brano originale del film Time Keeps Dancing di Jimmy LaValle, che dapprima evoca un senso di serenità e, successivamente, amplifica la disperazione nella seconda parte della narrazione.

Il film si presenta con una struttura narrativa che inizialmente riesce a bilanciare in modo efficace sentimenti di speranza e tensione, inserendo questi elementi in un dramma umano avvolto da un’atmosfera fantascientifica. Nella prima metà, la storia appare coinvolgente e ben costruita, riuscendo a introdurre i personaggi e il loro dramma in un contesto che utilizza la fantascienza per amplificare la profondità emotiva, senza risultare forzata. Tuttavia, nella seconda parte, nonostante il finale di forte impatto emotivo e inquietante, che ruota attorno a un destino cupo e cicli temporali ricorrenti, si percepisce un calo di ritmo che incide sull’intensità complessiva.

Questo rallentamento si deve in parte a una svolta narrativa prevedibile riguardante l’identità dello sconosciuto. La rivelazione, anziché arricchire la complessità dei personaggi o aggiungere nuovi significati alla trama, appare debole e non aggiunge spessore né alla dimensione psicologica dei protagonisti né alle tematiche esplorate. Sembra, invece, che l’ambizione di creare una narrazione profonda e stratificata finisca per sovraccaricare il racconto, portandolo verso un enigma eccessivamente criptico. Gli elementi fantascientifici, come il portale e la casa, si rivelano quindi semplici espedienti narrativi, funzionali ma marginali rispetto al vero cuore della storia: il dramma personale dei due protagonisti.

Questa struttura, sebbene apprezzabile nelle intenzioni, risulta alla fine poco equilibrata. Il potenziale simbolico degli elementi sci-fi rimane inespresso e, anziché arricchire la storia, rischia di distogliere l’attenzione dal dramma umano che si sta raccontando. La seconda metà del film avrebbe beneficiato di uno sviluppo più approfondito che non solo mantenesse alto il ritmo ma che aggiungesse anche nuovi livelli di introspezione e conflitto. In questo modo, la narrazione avrebbe potuto sostenere l’interesse dello spettatore fino alla fine, senza lasciare l’impressione che il climax si esaurisca anticipatamente e che le ambizioni tematiche restino in parte irrisolte.

Riley Dandy in THINGS WILL BE DIFFERENT, a Magnet release. Photo courtesy of Magnet Releasing
Riley Dandy in THINGS WILL BE DIFFERENT, a Magnet release. Photo courtesy of Magnet Releasing

In conclusione

Things Will Be Different si distingue per la sua originale combinazione di elementi fantascientifici e dramma familiare, offrendo una narrazione avvincente e una direzione stilisticamente ricercata. La performance intensa di Adam David Thompson e Riley Dandy rende i loro personaggi memorabili, ma la seconda parte del film sembra soffrire di una certa prevedibilità. Nonostante ciò, l’atmosfera inquietante e l’uso intelligente della cinematografia mantengono l’attenzione dello spettatore. Nel complesso, il film è una prova promettente per il regista Michael Felker, che riesce a trasmettere tensione e profondità emotiva.

Note positive

  • Atmosfera di tensione ben costruita nella prima parte del film
  • Approccio originale al tema dei viaggi nel tempo
  • Cinematografia e montaggio efficaci

Note negative

  • Seconda parte del film prevedibile
  • Sviluppo limitato dei personaggi
Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozioni
SUMMARY
3.6
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.