L’ultima notte di Amore (2023): interessante ma prevedibile

Condividi su
L'ultima notte di Amore locandina film manifesto

L’ultima notte di Amore

Titolo originale: L’ultima notte di Amore

Anno: 2023

Nazione: Italia

Genere: Thriller, Noir

Casa di produzione: Vision Distribution, Indiana Production, MeMo Films, Adler Entertainment

Distribuzione italiana: Vision Distribution

Durata: 124 min

Regia: Andrea Di Stefano

Sceneggiatura: Andrea Di Stefano

Fotografia: Guido Michelotti

Montaggio: Giogiò Franchini

Musiche: Santi Pulvirenti

Attori: Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Martin Francisco Montero Baez, Francesco Di Leva, Fifi Wang, Matilde Vigna, Katia Mironova, Carlo Gallo, Fabrizio Rocchi, Chandra Perkins, Mauro Negri, Pang Bo, Camilla Semino Favro

Trailer de L’ultima notte di Amore

Il cineasta attore romano Andrea Di Stefano, dopo aver diretto Escobar nel 2014 e The Informer – Tre secondi per sopravvivere nel 2019, continua il suo viaggio dentro il mondo del crimine e della polizia con il thriller a tinte noir “L’ultima notte d’Amore”, presentato in anteprima mondiale, fuori concorso, alla Berlinale 2022 e distribuito da Vision Distribution, Indiana Production, Memo Films e Adeler Entertainemt dal 9 marzo 2023 al cinema. Nel cast troviamo volti noti del panorama italiana come l’acclamato David di Donatello Pierfrancesco Favino (Nostalgia, 2022; Miracolo a Sant’Anna, 2008; Le chiavi di casa, 2004), Linda Caridi (Diabolik 2, 2021; Supereroi, 2020), Antonio Gerardi (La cena di natale, 2016; Io sono babbo natale, 2021) e Francesco Di Leva (Il bambino nascosto; 2021; Qui rido io, 2021; I nostri ieri; 2022).

Trama de L’ultima notte di Amore

Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di se stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che in trentacinque anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono, infatti, le parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà all’indomani della sua ultima di notte in servizio. Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.

Pierfrancesco Favino in L'ultma notte di Amore Ph.Loris T. Zambelli
Pierfrancesco Favino in L’ultma notte di Amore Ph.Loris T. Zambelli

Scopri anche: Intervista ad Andrea di Stefano su L’ultima notte di Amore (2023)

Recensione de L’ultima notte di Amore

Di Stefano ci consegna un prodotto cinematografico italiano intenso, suggestivo e ben confezionato, dimostrandosi un perfetto direttore d’orchestra in grado di dosare nella maniera giusta tutti gli elementi tecnici messi in campo. Tra tutti i tasselli spicca, senza ombra di dubbio, la musica, una colonna sonora estremamente sofisticata e che ci avvolge dentro le sue note, conducendoci, fin dalla sequenza d’incipit della pellicola, dentro quel mondo che il regista e sceneggiatore romano ha costruito drammaturgicamente. Udiamo un sospiro e poi un riff musicale affascinante, che possiede in sé quel sapore di paura e angoscia, tipico di quei soundtrack dei Goblin all’epoca dei cult movie di Dario Argento, in grado di creare una sorta di febbrile suspense nel suo pubblico. Accanto al lavoro musicale di Santi Pulvirenti troviamo una fotografia prettamente notturna di Michelotti, visivamente accattivante e che ci permette d’immergerci dentro la vita di un poliziotto che si ritrova catapultato all’interno di un mondo criminale fatto di droga e di perdizione dove tutto ciò che sapeva e che sperava di ottenere in futuro, svanisce, in uno schiocco di dita. La fotografia è al servizio di un abile regia, di un Di Stefano che è abile nel posizionare la macchina da presa e di creare un ritmo narrativo alquanto pieno di pathos, una tensione che ci cattura e che ci fa tenere incollati alla poltrona per l’intera durata della pellicola. Di Stefano sa come creare l’ansia, sa come metterla in scena, soprattutto nella scena in macchina in cui Franco Amore e l’amico Dino devono portare da un posto all’altro due “trafficanti di diamanti” asiatici, all’interno di una sequenza narrativa, avvolta dalla notte, dalla forte impronta poliziesca e crime, dove noi non possiamo che temere per le sorti del nostro protagonista, che vive un momento di alta tensione, dove la paura vibra nell’aria.

Lato tecnico non possiamo che applaudire l’opera crime italiana L’ultima notte di Amore, un film che possiede una spiccata componente realistica nella costruzione della vicenda trattata, con dei dialoghi assolutamente ben scritti, nonostante una difficoltà (probabilmente voluta dal cineasta) di creare alcuni dialoghi, a tratti, difficilmente udibili e comprensibili. Il problema però non sta tanto nella costruzione dei personaggi, che possiedono delle spiccate interpretazioni di un Favino, sempre più padrone dell’arte attoriale, e di una splendida Linda Caridi, ma nella scrittura bidimensionale, di una sceneggiatura che non sa creare indizi per distogliere la nostra attenzione, facendoci dubitare di ciò che già sappiamo. Da metà pellicola abbiamo già un’idea ben precisa di dove andrà a parare la storia e così è.

Di Stefano nello scrivere la storia avrebbe dovuto creare una maggior complessità nel giallo, tessendo e intrecciando più storie e più personaggi per creare un’indagine più eccitante e meno prevedibile. La forza de L’ultima notte di Amore è assolutamente ed esclusivamente nella scrittura del protagonista, nell’abilità regista del cineasta e del lato visuale, ma la storia di per sé possiede pochissimi spunti interessanti, perdendosi entro una notte in prevedibili sviluppi sceneggiativi. Lo spettatore, però, riesce a empatizzare con il suo protagonista, un uomo onesto che però commette alcune piccole infrazioni, a causa dell’amicizia con Cosimo, una sorta di malvivente. Il nostro protagonista è un uomo che sta per andare in pensione e appendere il distintivo e che invece ci troverà a dover vivere nelle fiamme, ritrovandosi in un universo di cui non conosce le regole e che se lo divorerà lentamente, togliendogli ogni certezza e ogni speranza.

L’Ultima Notte di Amore è una discesa agli inferi di un uomo onesto, un marito devoto, un amico affidabile, un agente ammirato dai suoi colleghi per serietà e devozione alla divisa. Ho sempre immaginato questo film come un film d’altri tempi, sia per fabbricazione che per narrazione, e con l’obiettivo ultimo di raccontare la storia del suo protagonista come una parabola religiosa. Un avvertimento a tutti quelli che pensano di tradire la propria natura per il miraggio di una vita migliore. Le scorciatoie morali non sono per tutti, alcuni riescono a farla franca, persone come Franco Amore non sono tagliati per queste soluzioni avventurose. Le dinamiche emotive del protagonista mi è sembrato di conoscerle intimamente fin da subito. Ho cominciato a intervistare agenti delle forze dell’ordine avendo le idee piuttosto chiare su chi fosse Franco Amore. Durante le ricerche ho incontrato di persona quegli esseri umani che sarebbero poi diventati Viviana, Cosimo, Bao Zhang, Tito, Dino… È stato un grande divertimento osservare nella realtà quelli che sarebbero poi diventati i miei protagonisti. Volevo fare un poliziesco realistico ambientato nell’Italia contemporanea, ispirato dall’amore per i film di Kurosawa e affascinato dai meccanismi tensivi di Hitchcock, ho cominciato a scrivere la sceneggiatura immaginando sempre Franco Amore col volto di Pierfrancesco Favino. Poi, durante uno dei primi giorni di riprese, seduto davanti al combo, tutto è cambiato e il film è diventato mio. Ammirando l’umanità dello sguardo di Pierfrancesco Favino mentre sorrideva a Viviana, ho finalmente realizzato che avevo scritto un film su mio padre. Quella familiarità che sentivo nei racconti degli agenti che non si sentivano ripagati per i sacrifici fatti, la delusione di andare in pensione da sconfitti, la burocrazia statale che spesso premia solo i più furbi, erano la ripetizione degli stessi dolorosi sfoghi che avevo assorbito da mio padre negli anni della mia adolescenza. Questo film è un omaggio a tutte le persone che ambiscono a essere persone per bene, come Franco Amore, come mio padre.

Andrea di Stefano
Una milano notturna in L'ultima notte di Amore
Una Milano notturna in L’ultima notte di Amore

Scopri anche: Intervista di Pierfrancesco Favino sul L’ultima notte di Amore (2023)

In conclusione

Una prova tecnica interessante, una sorta di thriller ibrido che cattura la nostra attenzione ma che allo stesso tempo ricade entro un rete d’intrighi bidimensionali e fin troppo prevedibili.

Note positive

  • Musica
  • Fotografia
  • Interpretazione di Favino

Note negative

  • Il film è, a tratti, prevedibile
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.