Tron: Ares (2025). Una nuova frontiera digitale

TRON: Ares rappresenta un ambizioso tentativo di riportare in vita un franchise che aveva ridefinito l'estetica cyberpunk negli anni '80 e trovato nuova linfa con Legacy nel 2010.

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Jodie Turner-Smith as Athena in Disney's Live Action TRON: ARES. Photo by Leah Gallo. © 2025 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved
Jodie Turner-Smith as Athena in Disney’s Live Action TRON: ARES. Photo by Leah Gallo. © 2025 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved

Trailer di “TRON: Ares”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

“Tron: Ares” è  diretto  da  Joachim  Rønning  e  interpretato  da  Jared  Leto,  Greta  Lee,  Evan  Peters,  Jodie Turner-Smith,  Hasan  Minhaj,  Arturo  Castro  e Cameron Monaghan,  con  Gillian  Anderson  e  Jeff Bridges. Sean  Bailey,  Jared  Leto,  p.g.a.,  Emma  Ludbrook,  p.g.a.,  Jeffrey  Silver,  Justin  Springer,  p.g.a., e Steven Lisberger sono i produttori, con Trent Reznor & Atticus Ross, Russell Allen e Joseph Kosinski come  produttori  esecutivi.  La  sceneggiatura  è  di Jesse  Wigutow,  con  la  storia  di  David  DiGilio  e Wigutow, basata sui personaggi creati da Steven Lisberger e Bonnie MacBird. Il film Disney TRON: Ares è uscito nelle sale italiane il 9 ottobre 2025. 

Il  viaggio  di  Ares  è  tutto  incentrato  su  ciò  che  significa  e  comporta  essere  umani.  E cercare  di  rispondere  a  queste  domande  è  il  motivo  per  cui  ho  voluto raccontare  questa storia. Voglio fare film per il grande schermo. È con questo che sono cresciuto ed è questo che mi ha spinto a diventare regista. Il cinema è la mia forma d’arte.  E “TRON:  Ares” è  proprio  questo:  un’esperienza  cinematografica completa.  Io  e centinaia di straordinari artigiani abbiamo lavorato duramente per due anni per assicurarci che fosse così.

Note di regia

Trama di “Tron: Ares”

Ares (Jared Leto), un’intelligenza artificiale avanzata, viene trasferito dal mondo digitale alla realtà fisica per portare a termine una missione ad alto rischio, dando vita al primo vero contatto tra l’umanità e un essere sintetico dotato di coscienza. Mentre esplora il mondo umano, Ares inizia a sviluppare una crescente consapevolezza di sé e del suo ruolo, trasformando la sua natura da programma a entità pensante.

Nel suo percorso incontra Eve Kim (Greta Lee), brillante ingegnera informatica e CEO della ENCOM, impegnata nella ricerca di un codice cruciale creato da Kevin Flynn (Jeff Bridges). Uniti da obiettivi comuni e da una crescente fiducia reciproca, Ares ed Eve si trovano costretti a sfuggire a chi vuole fermarli, violando ordini e affrontando una caccia implacabile. La loro lotta non riguarda solo la sopravvivenza, ma la possibilità di costruire un futuro in cui esseri artificiali e umani possano convivere in armonia.

Recensione di “Tron: Ares”

“Tron: Ares” rappresenta un ambizioso tentativo di riportare in vita un franchise che aveva ridefinito l’estetica cyberpunk negli anni ’80 e trovato nuova linfa con “Legacy” nel 2010. Questa volta, il regista Joachim Rønning inverte la formula classica: non è più l’uomo che entra nel mondo digitale, ma è il digitale che irrompe nella nostra realtà.

Quando il digitale vuole farsi carne

La premessa è ambiziosa: due colossi tech, la Dillinger e la Encom (eredità della famiglia Flynn), si contendono il Santo Graal della programmazione – la “permanenza”, ovvero la capacità di mantenere entità digitali stabili nel mondo reale. È un’idea che risuona con i dibattiti contemporanei sull’intelligenza artificiale e sulla transizione tra virtuale e reale, conferendo al film una rilevanza che va oltre il puro intrattenimento fantascientifico.

Il limite dei 29 minuti prima che tutto ritorni nel Grid è un espediente narrativo efficace, un countdown che inietta tensione e urgenza nella storia, ricordando le migliori tradizioni del thriller tecnologico.

Bellezza Digitale e Logica dell’IA

L’aspetto visivo è, prevedibilmente, spettacolare. Le sequenze che mostrano l’integrazione del codice digitale nel tessuto della realtà fisica creano momenti di genuina meraviglia cinematografica. La colonna sonora elettronica rende omaggio ai capitoli precedenti pur cercando una propria identità.

Il concetto di “primo contatto” con un’IA incarnata offre spunti interessanti, specialmente quando il film esplora le incomprensioni tra logica binaria e complessità umana.

Un triangolo morale complesso

Jared Leto interpreta Ares, e qui sta una delle scelte più intriganti del film: il supersoldato digitale destinato a essere strumento di guerra diventa invece catalizzatore di redenzione. È un personaggio che incarna il classico dilemma dell’essere creato che supera la sua programmazione, un tema caro alla fantascienza da Blade Runner in poi.

Evan Peters nei panni di Julian Dillinger porta sullo schermo l’archetipo del CEO senza scrupoli, forse fin troppo familiare nell’era dei tech billionaires. Il suo personaggio rappresenta la deriva militarista della tecnologia, l’ossessione per il profitto a scapito dell’etica.

Di contro, Greta Lee come Eve Kim incarna una visione più umanista, quasi utopica della tecnologia. Il suo legame con l’eredità di Kevin Flynn (il cui fantasma aleggia sul film attraverso Jeff Bridges) rappresenta una continuità ideologica con i capitoli precedenti.

Oltre gli effetti speciali

“TRON: Ares” è uno spettacolo visivo che riflette sulla natura dell’esistenza digitale. Il film pone domande scomode: cosa significa essere “vivi”? Un’entità digitale può avere diritti? Dove tracciamo il confine tra strumento e persona? La contrapposizione tra l’uso militare e quello umanitario della tecnologia non è certo originale, ma viene qui declinata attraverso la lente del mondo Tron con risultati interessanti. La scelta di far “tradire” Ares la sua programmazione originale è un commento potente sul libero arbitrio e sulla possibilità di redenzione.

Purtroppo, “Tron: Ares” soffre di una sceneggiatura che non riesce a sfruttare appieno le sue premesse. I dialoghi risultano spesso poco profondi, e lo sviluppo dei personaggi secondari è un pò superficiale. Il ritmo alterna momenti frenetici a segmenti che rallentano un pò la narrazione. Il film risulta essere un blockbuster adrenalinico che ragiona sull’intelligenza artificiale, ma in modo un pò superficiale.

In conclusione

“TRON: Ares” è un intrattenimento visivamente impressionante che affronta temi rilevanti ma non raggiunge la profondità necessaria per diventare memorabile. I fan della saga apprezzeranno l’espansione del mondo TRON, mentre i neofiti potrebbero trovare alcuni riferimenti oscuri. Un film che vale la visione per lo spettacolo visivo, ma che lascia la sensazione di un’opportunità non completamente colta.

Note Positive

  • Regia
  • Recitazione
  • Effetti visivi

Note Negative

  • Alcuni dialoghi sono pochi profondi
  • Il ritmo è altalenante

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozione
SUMMARY
3.9
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Renata Candioto
Renata Candioto

Diplomata in sceneggiatura alla Roma Film Academy (ex Nuct) di Cinecittà a Roma, ama il cinema e il teatro.
Le piace definirsi scrittrice, forse perché adora la letteratura e scrive da quando è ragazzina.
È curiosa del mondo che le circonda e si lascia guidare dalle sue emozioni.
La sua filosofia è "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita".