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Una figlia
Titolo originale: Una Figlia
Anno: 2025
Nazione: Italia
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Rodeo Drive, Rai Cinema
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Durata: 103 minuti
Regia: Ivano De Matteo
Sceneggiatura: Ivano De Matteo, Valentina Ferlan
Fotografia: Giuseppe Maio
Montaggio: Giuliana Sarli, Ivano De Matteo
Musiche: Francesco Cerasi
Attori: Stefano Accorsi, Ginevra Francesconi, Michela Cescon, Thony, Toni Fornari, Beatrice Puccilli, Barbara Chiesa, Anita Pititto
Trailer di “Una Figlia”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
“Una figlia” è un film diretto da Ivano De Matteo. Scritta dallo stesso regista con Valentina Ferlan, l’opera si ispira liberamente al romanzo Qualunque cosa accada di Ciro Noja, pubblicato nel 2018. Il lungometraggio, prodotto da Rodeo Drive e Rai Cinema e presentato in anteprima al Bari International Film Festival 2025, è distribuito nelle sale cinematografiche italiane dal 24 aprile 2025 da 01 Distribution.
Trama di “Una figlia”
Pietro è un uomo di mezza età con un grande dolore alle spalle: la morte di sua moglie che lo ha lasciato solo con la loro figlia. Non ha avuto tempo per il dolore perché ha dovuto occuparsi di lei crescendola con amore e dedizione in un rapporto esclusivo, totalizzante, in cui uno curava le ferite dell’altro attraverso le proprie. Quando, dopo qualche anno, proverà a rifarsi una vita con una nuova compagna, non tutto andrà come sognato: la reazione di sua figlia sarà esplosiva e Pietro sarà messo a dura prova. Si ritroverà a lottare tra rabbia e istinto paterno: quanto le può perdonare? Quanto è più forte l’amore della ragione?
Note di Regia
Ho diretto questo film da regista ma anche da padre. Ho una figlia della stessa età della protagonista. E tante volte mi sono chiesto: e se accadesse qualcosa, se uno dei miei figli si dimostrasse diverso da come l’ho sempre immaginato, se non seguisse ciò che gli ho insegnato, se si perdesse, se sbagliasse... cambierebbero i miei sentimenti verso di lui?
Quando ho partecipato agli incontri col pubblico per il mio film precedente “Mia” in molti chiedevano: ma il padre del ragazzo cattivo? Cosa fa? Come reagisce? Gli rimane vicino o lo abbandona? Sotto il segno di questi interrogativi è nato “Una figlia”.
La sofferenza delle “vittime” è più semplice da descrivere ma per quella del “carnefice” bisogna usare particolare cautela. Ecco, ho girato questo film con molta delicatezza, con attenzione, tentando di non ferire e di non infierire. Tentando di essere solamente un obiettivo che riprende, senza giudicare. Senza mai soffermarmi sulla parte violenta della storia ma tentando di dare luce alle conseguenze.
Per fare questo sono stato particolarmente attento ai volti, alle atmosfere, agli stati d’animo, a tutto ciò che sta sotto la pelle, dietro gli occhi. Si dice: mettetelo in carcere e gettate la chiave. Io ho raccolto quella chiave e sono entrato. Ho provato a seguire i protagonisti di nascosto, rubare le loro emozioni e trasmetterle in modo immediato e vivido, senza filtri. Creare emotività e immedesimazione, in modo che anche il pubblico non si senta in sala ma nella stanza, sulla strada, accanto agli attori, dentro la storia.
Il montaggio segue alla lettera le scene descritte sulla sceneggiatura. Non è un montaggio veloce con accelerazioni improvvise ma va dietro al ritmo dei personaggi. Impaurito e nervoso della figlia, spaesato e ferito del padre.
Entrambi i protagonisti cambiano. Passano da una vita normale a qualcosa di impensabile che non è neanche possibile più chiamare vita.
Ho usato anche la musica per segnare questi cambiamenti, questi passaggi. Passando da quella ascoltata dai ragazzi alle composizioni del Maestro Francesco Cerasi che da sempre sottolineano i momenti fondamentali dei miei film. La pellicola (che ho scelto fin dall’inizio per girare tutti i miei film) anche qui è stata fondamentale con la sua capacità di percepire la luce esattamente nello stesso modo dell’occhio umano e rendere ancora più vivi i volti dei miei personaggi.
Recensione di “Una Figlia”
“Una Figlia” di Ivano De Matteo è un’opera intensa e commovente che esplora con rara sensibilità le dinamiche complesse di una famiglia segnata dal lutto. Il film si addentra nella relazione simbiotica tra un padre e una figlia uniti in modo differente dal dolore, raccontando con autenticità cosa accade quando nuovi equilibri minacciano questo fragile ecosistema emotivo. Al centro della narrazione troviamo Pietro, interpretato da uno Stefano Accorsi sempre trattenuto, quasi imprigionato nelle proprie emozioni.
La sua esistenza è stata sconvolta dalla morte prematura della moglie, un evento che con il tempo ha metabolizzato e superato trovando una nuova compagna Chiara (una convincente Thony) e dedicandosi anche alla figlia Sofia, brillantemente interpretata da Ginevra Francesconi. Questa giovane attrice riesce a trasmettere con straordinaria intensità la fragilità e la rabbia di un’adolescente che ha costruito la propria identità attorno alla perdita e al rapporto esclusivo con il padre.
Un mix che le fa avere un rapporto difficile con Chiara. Il film racconta molto bene come padre e figlia abbiano trovato un precario equilibrio, curandosi reciprocamente attraverso una relazione un pò disfunzionale, permettendo a entrambi di sopravvivere, ognuno in modi diversi. Quando a Sofia succede qualcosa di drammatico, questo delicato equilibrio si infrange, scatenando reazioni devastanti e inaspettate.
Una storia di perdita e rinascita
Ivano De Matteo, che firma anche la regia, insieme a Valentina Ferlan ha adattato con grande sensibilità il romanzo “Qualunque cosa accada” di Ciro Noja. La sceneggiatura brilla per la sua capacità di creare situazioni e dialoghi profondamente realistici, evitando stereotipi o facili sentimentalismi. Particolarmente apprezzabile è l’approccio non giudicante verso i personaggi: nessuno è completamente vittima o carnefice, ma tutti sono esseri umani complessi alle prese con emozioni contraddittorie.
La regia di De Matteo accompagna con delicatezza questo viaggio emotivo, dosando sapientemente i momenti di tensione e quelli di tenerezza. La macchina da presa si avvicina ai personaggi nei momenti più intimi, quasi a voler cogliere le sfumature impercettibili dei loro sentimenti, per poi allontanarsi quando la narrativa richiede una visione più ampia delle dinamiche familiari. Stefano Accorsi non sempre offre una buona performance.
Il suo Pietro è un uomo che ha imparato a sopravvivere non reprimendo le proprie emozioni, un padre che prova amore per la figlia, senza rinunciare alla possibilità di una nuova felicità. La sua interpretazione poco espressiva, purtroppo, è un limite, che a volte penalizza il personaggio. Ginevra Francesconi emerge come una rivelazione nel ruolo di Sofia. La giovane attrice riesce a rendere credibile ogni sfaccettatura del suo complesso personaggio: la vulnerabilità, ma anche l’esplosiva ribellione quando sente minacciato il suo modo di vivere.
Thony completa il trio protagonista con una performance misurata nel ruolo di Chiara, la donna che cerca di inserirsi in un legame consolidato, trovandosi a fronteggiare resistenze inaspettate e dolorose. “Una Figlia” affronta interrogativi universali che risuonano profondamente: fino a che punto può spingersi l’amore incondizionato di un genitore? Quanto è sottile il confine tra protezione e orgoglio? È possibile ricostruire la propria vita dopo un evento devastante senza tradire il passato?
Il delicato equilibrio tra lutto e legami familiari
La pellicola esplora con particolare acume la complessità del lutto adolescenziale e come questo possa cristallizzare relazioni familiari in dinamiche disfunzionali. Allo stesso tempo, mette in luce la difficoltà di un genitore single nel bilanciare i propri bisogni emotivi con quelli del figlio. Il pregio maggiore del film è la sua capacità di mantenere un perfetto equilibrio tra intensità emotiva e narrazione misurata. De Matteo evita sapientemente sia il melodramma lacrimevole sia il freddo distacco, creando invece uno spazio in cui lo spettatore può immedesimarsi nei dilemmi dei protagonisti senza sentirsi manipolato.
Particolarmente efficace è la costruzione della tensione narrativa, che cresce organicamente man mano che la rabbia di Sofia diventa sempre più incontrollabile, portando Pietro a chiedersi quanto possa perdonare in nome dell’amore paterno e quanto debba invece stabilire dei confini per il bene di tutti. “Una Figlia” è un film profondamente umano che affronta temi complessi con sensibilità e intelligenza emotiva.
Non offre risposte facili né giudizi morali, ma invita piuttosto a riflettere sulle dinamiche familiari e su come il dolore possa sia unire che dividere. La forza della pellicola risiede nella sua autenticità: personaggi credibili, emozioni genuine e situazioni riconoscibili che risuonano con l’esperienza di chiunque abbia vissuto legami familiari complessi. Un’opera che conferma il talento di Ivano De Matteo nel raccontare le fragilità umane e la capacità del cinema italiano di esplorare con profondità le dinamiche familiari contemporanee.
In Conclusione
Per gli amanti del cinema che non si accontenta di facili emozioni ma cerca di scavare nelle complessità dell’animo umano, “Una Figlia” rappresenta un’esperienza cinematografica intensa e memorabile, che continuerà a risuonare ben oltre i titoli di coda.
Note Positive
- Scrittura
- Regia
- Recitazione
Note Negative
- Spesso Accorsi non è sufficientemente espressivo