The Morning Show (2019): La realtà non inquadrata di un programma mattutino

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The Morning Show

Titolo originale: The Morning Show

Anno: 2019

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: drammatico

Produzione: Echo Films, Hello Sunshine, Media Res

Distribuzione: Apple TV+

Stagione: 1

Episodi: 10

Durata: ca. 50 min.

Ideatore: Jay Carson

Regia: Mimi Leder

Sceneggiatura: Jay Carson, Kerry Ehrin

Fotografia: David Lanzenberg, Michael Grady

Montaggio: Carole Kravetz Aykanian, Vikash Patel

Musiche: Carter Burwell

Attori: Jennifer Aniston, Reese Witherspoon, Steve Carell, Billy Crudup, Mark Duplass, Gugu Mbatha-Raw, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Bel Powley

Trailer italiano di The Morning Show

Ideato da Jay Carson, già produttore di House of Cards e sceneggiatore di The Front Runner – Il vizio del potere (J. Reitman, 2018), The Morning Show è una delle prime serie originali distribuite da Apple TV+. Principalmente diretta da Mimi Leder, regista di Una giusta causa (2018), film basato sulla vita del giudice Ruth Bader Ginsburg, la serie è musicata da Carter Burwell, conosciuto per Tre manifesti a Ebbing, Missouri (M. McDonagh, 2017), ma soprattutto per le collaborazioni con i fratelli Coen, specialmente in Fargo (E. Coen, J. Coen, 1996) e Ave, Cesare! (E. Coen, J. Coen, 2016). La serie, composta da dieci puntate, è prodotta in qualità di produttrici esecutive da Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, rispettivamente Alex Levy e Bradley Jackson in The Morning Show. A completare il cast sono il candidato agli Oscar Steve Carell, Billy Crudup, Mark Duplass e Gugu Mbatha-Raw, già vista in Free State of Jones (G. Ross, 2016) e Miss Sloane – Giochi di potere (J. Madden, 2016). La serie ha ottenuto tre nomination ai Golden Globe 2020: miglior serie di genere drammatico e miglior attrice protagonista sia per la Aniston che per la Witherspoon. Billy Crudup ha invece vinto il Primetime Emmy nella categoria miglio attore non protagonista in una serie drammatica.   

Trama di The Morning Show

Dopo quindici anni trascorsi insieme alla conduzione del programma mattutino The Morning Show, la conduttrice Alex Levy (Jennifer Aniston) deve annunciare l’allontanamento dell’anchormen Mitch Kessler (Steve Carell), accusato di molestie sessuali. Per sostituire l’ex collega di Alex e discostarsi dall’immagine di Mitch, la produzione decide di assumere la battagliera reporter Bradley Jackson (Reese Witherspoon), convinta di proseguire, anche al The Morning Show, la sua personale e ambiziosa sfida per comunicare esclusivamente la verità. Una situazione, fortemente voluta da Cory Ellison (Billy Crudup), che però non prevede, almeno apparentemente, un probabile conflitto con la veterana Alex, sempre più tesa nella sua intenzione di apparire come prima, nascondendo i conflitti che ormai caratterizzano lo studio coordinato dallo stressato Charlie “Chip” Black (Mark Duplass).

Recensione di The Morning Show

Il primo pregio della serie disponibile su Apple TV+, che equivale ad una rischiosa scommessa vinta anche da parte della piattaforma di distribuzione, consiste certamente nel trattare un argomento che definire scottante può essere considerato un eufemismo. Del resto, impostare una sceneggiatura incentrata sul tema delle molestie e caratterizzata da tale complessità al tempo del movimento #MeToo, appare come qualcosa di assolutamente delicato, se non addirittura inappropriato. E in fondo, le probabilità di riuscita non erano di sicuro alte. La classica caduta dovuta ad una scrittura troppo convenzionale o eccessivamente politically correct era una problematica individuabile fin da subito, nonostante un cast sempre più d’eccezione.

Reese Witherspoon, Steve Carell e una Jennifer Aniston tornata, dopo Friends, a realizzare una serie, potevano, grazie alle loro risapute qualità interpretative, promuovere un involontario e tuttavia comprensibile abbassamento dell’attenzione nei confronti dello sceneggiatura. Una possibilità che, grazie alla bravura di Jay Carson e Kerry Ehrin non si è poi rilevata, garantendo l’alto livello di ogni episodio di The Morning Show. Un’opera apprezzabile, interessante e direi quasi eccelsa per come riesce ad indagare un ambiente – quello di un programma mattutino – che, paradossalmente, pur essendo costantemente inquadrato dalle telecamere, riesce sempre a celare la sua vera essenza. Non quella dominata dall’opinione pubblica, ma il retroscena, la nicchia rimasta nell’ombra dove però accadono le vicende più rilevanti.

Lo scandalo che colpisce Mitch Kessler, per esempio. Ben interpretato da Steve Carell, l’ormai ex anchorman di The Morning Show rappresenta il primo pezzo di un puzzle purtroppo destinato a sconvolgere la prosecuzione del programma. Non solo in termini di reputazione, ma soprattutto per le dinamiche umane generate dal suo deplorevole comportamento. A incominciare da Alex Levy, esperta conduttrice costretta a comunicare live le accuse rivolte contro il suo collega, e tuttavia anche la prima a subire negativamente la sua mancanza. Mitch Kessler, del resto, resta un personaggio diviso tra i ricordi, in parte positivi, di Alex e la realtà che si imbatte contro la sua immagine, deflagrata da manifestazioni pubbliche all’esterno dello studio e un’intervista, sempre su TMS, con la vittima dei suoi comportamenti.

In questo caso, è interessante notare come sia l’emittente stessa, principalmente nella figura di Cory Ellison a utilizzare la “vicenda Kessler” per rilanciare un profilo in rapido calo di popolarità. Da apprezzato anchorman, il personaggio di Carell diventa presto l’oggetto su cui organizzare l’intera programmazione di TMS, inserendo al fianco di Alex una giornalista, Bradley Jackson, che appare infatti come il trionfo della verità. Un verità però ben lontana da quella autentica, definendo piuttosto una sceneggiatura automatizzata e dominata dal teleprompter. Lo stesso su cui Alex legge il comunicato scritto per raccontare la vicenda di Mitch. Lo stesso da cui potrà dipendere la sua ipotetica sostituta. Forse quella Bradley Jackson sempre più in auge, nonostante l’avvicinamento – o meglio l’adattamento – verso la simulata autenticità di cui il network è solito servirsene. Perché in fondo The Morning Show tratta il tema delle molestie, l’arrivismo, la sopraffazione del potere nei confronti dell’umanità e dei comportamenti socialmente accettabili, ma anche – e forse più di tutto – descrive quel mondo cartonato che contraddistingue un programma del mattino. E in cui, delle volte, ogni persona appare più simile ad un oggetto. Esattamente come quelle sagome che raffigurano Alex e Mitch all’ingresso dello studio di TMS. Come a dire, tutto fa parte del gioco. O come cantavano i Queen, The Show Must Go On nonostante tutto e tutti.

Note positive

  • L’interpretazione corale del cast (un plauso particolare a Jennifer Aniston e, pur in un ruolo secondario, Gugu Mbatha-Raw)
  • La sceneggiatura di Jay Carson e Kerry Ehrin, perfetta nell’interpretare un tema al centro del movimento #MeToo
  • La regia di alcune sequenze

Note negative

  • Nessuna da segnalare
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