Dalìland (2022). Una biografia intima su Salvador Dalì

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Trailer di Dalìland

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il film Dalìland è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival 2022 e al Torino Film Festival sempre nello stesso anno. Alla regia troviamo Mary Arron, nota per aver diretto American Psycho; nel cast invece abbiamo Ben Kinsley che interpreta Dalì, Barbara Sukowa nel ruolo di Gala, Christopher Briney nei panni del giovane James ed Ezra Miller come giovane Dalì. La pellicola viene distribuita dal 25/05/2023 al cinema.

La morte, non c’è cosa che mi terrorizzi di più ed è questa la base della mia ispirazione.

Dalì

Trama di Dalìland

Il film Dalìland segue gli ultimi anni della carriera dell’artista Salvador Dalì (Ben Kinsley). 1974, James (Christopher Briney) assistente in una galleria d’arte dovrà aiutare Salvor Dalì ad allestire una mostra nella galleria dove lavora. Il ragazzo sperimenterà in prima persona la vita frivola ed eccentrica che Dalì conduce, rimanendone affascinato all’inizio, fino a farsi coinvolgere da quell’esistenza apparentemente piena, ma realmente vuota ed effimera. Inoltre le fragilità di Dalì vengono amplificate dal rapporto conflittuale che ha con sua moglie Gala(Barbara Sukowa), sua grande musa del passato.

Dalìland - Un frame dal film
Dalìland – Un frame dal film

Recensione di Dalìland

Il film Dalìland porta sullo schermo uno spaccato di vita dell’artista Salvador Dalì. La storia si concentra su un periodo specifico della sua vita e viene raccontata attraverso i ricordi del personaggio di James, il giovane assistente della galleria d’arte che aiuterà l’artista per l’allestimento della mostra. Una scelta interessante che utilizza lo stesso personaggio di James come narratore, per far avvicinare ancora di più lo spettatore alle vicende; anche se ai fini dalla trama sarebbe stato interessante avere una caratterizzazione del personaggio più strutturata, dato che a tratti risulta poco incisivo nella narrazione. Il film vuole raccontare il lato più intimo ed emotivo del personaggio di Dalì, fatto di sregolatezze, ma composto anche di parecchia solitudine e continue insicurezze, sullo sfondo di una società che prima osannava lui e la sua arte, ma che ormai lo sta dimenticando. Non sempre la pellicola riesce nel suo intento, inserendo fin troppe tematiche e concetti; dalla paura della morte, il decadimento dell’esistenza, i problemi coniugali della coppia Dalì e Gala, il passato difficile dello stesso Dalì e altre due storyline che vengono poco approfondite. Troppa carne al fuoco che fa risultare la narrazione altalenante e discontinua, a discapito di una messa in scena che poteva essere molto più potente se fosse stata con meno contenuti e più lineare.

Dalìland - Un frame dal film
Ben Kingsley – Daliland


Traina il film Ben Kinsley che caratterizza il personaggio di Dalì in modo molto passionale, difatti quello che funziona di più nell’evoluzione della trama è la rappresentazione del suo rapporto conflittuale con la moglie Gala, interpretata da una convincente Barbara Sukowa. Il loro è un rapporto atavico che nasce e cresce nel passato dei due personaggi che ormai convivono con i loro demoni e che nel mentre si distruggono tra di loro. Un’analisi interessante, fatta di solitudine e di tradimenti alla luce del sole, lui con la sua musa Amanda Lear e lei con l’attore protagonista del musical Jesus Christ Super Star, entrambi alla ricerca di quella ventata di gioventù che il nome e la fama ancora gli porta. Nella pellicola convincono la fotografia, ma soprattutto la regia della Arron con alcune scelte visivamente interessanti, come i flashback del passato di Dalì rappresentati come se fossero i suoi quadri. Colpiscono inoltre i costumi che caratterizzano ulteriormente le eccentricità del personaggio, ma soprattutto l’utilizzo di questi, funzionali al personaggio come barriera che ha innalzato verso la società, insieme ai suoi immancabili baffi che lo caratterizzeranno per tutta la sua carriera.

In conclusione

La regista Mary Arron con Dalìland propone un ritratto intimo, a tratti quasi struggente degli ultimi anni di carriera di Dalì, in un film che purtroppo racchiude fin troppe tematiche per essere incisivo. Una biografia sulla nostalgia e sulla solitudine, che funziona soprattutto grazie al comparto tecnico e per l’ottima interpretazione del cast trainato da Ben Kinsley.

Note positive

  • Cast
  • Fotografia
  • regia
  • costumi

Note negative

  • Sceneggiatura discontinua

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