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Una pura formalità
Titolo originale: Una pura formalità
Anno: 1994
Paese di produzione: Italia, Francia
Distribuzione: Penta distribuzione
Durata: 108 minuti
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore e Pascal Quignard
Fotografia: Blasco Giurato
Montaggio: Massimo e Pamela Quaglia, Tatiana Taverna
Musiche: Ennio Morricone e Andrea Morricone
Attori: Gerard Depardieu, Roman Polanski, Sergio Rubini, Nicola Di Pinto
Trama di Una pura formalità
Uno sparo nella notte. Tra gli alberi di un bosco inondato da una pioggia torrenziale spunta un uomo che corre a perdifiato, sembra scappare da qualcosa. Viene fermato dalla polizia e condotto in un fatiscente commissariato in cui l’acqua che cade dal tetto viene raccolta in secchi sparsi in tutti gli ambienti, i mobili sono logori e l’unico orologio ha le lancette spezzate. L’uomo (Gerard Depardieu) si ritrova faccia a faccia con il commissario (Roman Polanski) al quale dice di essere il famoso scrittore Onoff, ma senza documenti non sa come dimostrarlo. Il commissario si rivela essere un fan dello scrittore e citando alcuni passi dei suoi libri si convince che l’uomo davanti a sé è proprio Onoff, anche se non riesce a spiegargli come mai non abbia più la sua folta barba. Onoff afferma di aver trascorso la notte con la sua agente, Daniela Febbraio, ma l’uomo ha dei ricordi confusi, non sa perché il lembo della sua camicia, ad esempio, è sporco di sangue, ma prima che se ne accorga qualcuno nel commissariato lo strappa e lo ingoia per paura di ricevere pesanti accuse. Tenta la fuga, approfittando di un’interruzione di corrente, ma viene prontamente fermato e catturato. Da qui in poi nuove rivelazioni attenderanno Onoff sul suo vero nome e sulla sua fortuna come scrittore, i ricordi riaffioreranno e renderanno chiaro allo spettatore chi è stato ucciso e chi è l’autore dell’omicidio.
È un reato non ricordare?
cit. Una pura formalità
Onoff prova a ricordare Onoff con una guardia – Una pura formalità
Recensione di Una pura formalità
Una pura formalità è il quarto film di Giuseppe Tornatore per il quale collabora ancora una volta con il maestro Ennio Morricone per le musiche. E’ un thriller dalle forti tinte noir che rende spaesato lo spettatore e aumenta la suspense grazie ai raffinati dialoghi serratissimi. Ha collezionato diverse nomination importanti, tra cui quella per la Palma d’oro al festival di Cannes e ha vinto il David di Donatello per la migliore scenografia.
La forza di questo film è imperniata tutta sulla scrittura, ogni battuta è calibrata e funzionale per ricomporre il significato ultimo del film alla fine. Del resto gli attori (pochi, ma buoni) si muovono tutti attorno a questo “non luogo”, rappresentato da un bizzarro commissariato che contribuisce alla sensazione di estraneità e spaesamento che percepiamo assieme al protagonista. Il ritmo di questo film è affidato a una sapiente regia con movimenti di macchina rapidi che scandiscono il tempo al posto di quell’orologio rotto di cui parlavamo prima e che sottolinea l’impossibilità di capire quanto tempo è passato dall’arrivo di Onoff al commissariato, è giorno o notte?
Gli attori protagonisti scelti da Tornatore (Depardieu e Polanski) sono eccellenti nel loro scambio concitato di battute sagaci, come lo sono anche i loro doppiatori italiani , rispettivamente Corrado Pani e Leo Gullotta. Una nota merita anche Sergio Rubini nei panni di un poliziotto, personaggio che porta qualche reminiscenza dei suoi film da regista. Il protagonista si muove in modo incerto in questo ambiente inusuale adibito a commissariato (non a caso la scenografia ha ottenuto un importante riconoscimento), mentre chi lo frequenta già da tempo è perfettamente a suo agio alimentando, così, il disagio e il disappunto di Onoff.
Le musiche, affidate all’ indimenticabile Ennio Morricone, con cui Tornatore ha intrapreso un lungo sodalizio artistico e personale già da Nuovo Cinema Paradiso (1988), sottolineano e alimentano la suspense e il ritmo concitato dei dialoghi e delle azioni. È un film che corre sul filo dell’assurdo e del complesso, in atmosfere Kafkiane che lasciano grandi spunti di riflessione su temi importanti quali il senso della vita e la morte.

NOTE POSITIVE
- Sceneggiatura impeccabile
- Attori eccellenti
- Musiche e scenografie accattivanti
NOTE NEGATIVE
- Trama complessa, la risoluzione dell’ enigma arriva di colpo alla fine.