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Educazione Fisica
Titolo originale: Educazione Fisica
Anno: 2022
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Paco Cinematografica, Rai Cinema, Luce Cinecittà, Agresywna Banda
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 88 min
Regia: Stefano Cipani
Sceneggiatura: Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Jacopo Quadri
Musiche: Mario Fanizzi
Attori: Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini, Claudio Santamaria
Trailer di Educazione Fisica
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Educazione Fisica, film del 2022 diretto da Stefano Cipani, scritto dai Fratelli D’Innocenzo e tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna ed è stato presentato in anteprima nella sezione “Grand Public” della 17° edizione del Festival del Cinema di Roma. Il lungometraggio – che vanta la presenza di un cast ben congeniato e affiatato – affonda la lente cinematografica nel degrado e cinismo di una moderna (assai comune) categoria genitoriale, molto lontana dalla rappresentazione di un modello educativo sano e funzionale.
Trama di Educazione Fisica
Un gruppo di genitori viene convocato dalla preside di un vecchio istituto scolastico per parlare della condotta dei loro figli. Il motivo dell’improvvisa chiamata a raccolta, però, si rivelerà ben presto agghiacciante: una violenza inaudita e silenziosa si sarebbe consumata nello spazio anonimo e decadente di quelle mura.
Recensione di Educazione Fisica
L’occhio del regista in armonia con la penna dei gemelli romani ci conducono con sguardo lucido nelle trame di una storia drammatica senza scampo, dove il male oscuro – e ingiustificato – non coincide solamente con un atto di abuso perpetrato da minorenni nei confronti di una loro compagna di classe ma anche – e soprattutto – con l’atteggiamento e disposizione d’animo assunti dai loro genitori di fronte alla scoperta di questa cruda verità. È la loro meschina reazione a suscitare sgomento e incredulità. Madri e padri, ciascuno guidato da sfumature caratteriali differenti, intessono dibattiti pretestuosi e vili, con l’insulso scopo di attenuare, minimizzare e negare un fatto comprovato, troppo grave da accettare e metabolizzare.
I genitori sono dei mostri, non meno dei loro figli, contemporaneamente carnefici e vittime di tipi umani cristallizzati su torri di scuse e fallaci percorsi mentali. Sono i genitori, dunque, a essere maggiore oggetto di “attrazione”. Non è un caso, infatti, che, per tutta la durata del film, siano loro gli unici protagonisti visibili sulla scena piuttosto che i bambini, appena scorgibili in risate e sottili schiamazzi fuori campo. E’, questo, un espediente scenico-narrativo emblematico. Sono gli adulti, le loro infime modalità di azione e pensiero a stare sotto il mirino indagatore degli autori. Ed è con la loro rabbia e ipocrisia che ci è dato fare i conti.
Immerso in un impianto drammaturgico di stampo teatrale, che, per tono e scelte ambientali ricorda l’ineguagliabile Carnage di Woody Allen, lo spettatore si imbatte nella rappresentazione puntuale di un’escalation di bassezze umane; in una densa galleria di personaggi calcolatori, alimentati da nevrosi, cattiverie e cinismo, disposti a qualunque prezzo pur di assecondare e giustificare il comportamento dei propri figli e non assumersi la piena responsabilità dei propri errori educativi.
La preside dell’istituto, interpretata da una Giovanna Mezzogiorno cupa e inquieta, fa da saldo contraltare a questo ritratto di anime corrotte, simbolo di un’umanità che cade letteralmente a pezzi, proprio come le mura e gli attrezzi che arredano la palestra in cui tutti, a turno, prendono parola, annientando ogni fibra di possibile moralità e giustizia. È lei che, infatti, con fare pacato e diplomatico, cerca di disciplinare la ferocia verbale e accusatoria dei suoi interlocutori, andando incontro a una soluzione finale dal sapore tragicomico e grottesco, a seguito della quale non fa che crescere a dismisura la Colpa e l’Assurdo.
In conclusione
Al netto di una storia che non lascia spazio né a vinti né a vincitori, rimane la chiara sensazione di aver visto una pellicola che non ha paura di scavare nelle crepe dell’attualità sociale, nell’intimità corrosiva di quei modelli parentali disfunzionali, incapaci di guardare la realtà – e le sue componenti – con sguardo oggettivo e veritiero. Il risultato audiovisivo? L’ora del disfacimento morale, in cui nemmeno le dolci note di “Love me to the end of love” di Leonard Cohen possono salvare dal naufragio collettivo.
Note positive:
- Analisi profonda: La tua analisi offre una visione approfondita della trama e della psicologia dei personaggi, evidenziando il ruolo dei genitori nell’incidente e l’aspetto drammatico del comportamento umano.
- Paragone efficace: Il paragone con opere teatrali come “Carnage” di Woody Allen aiuta a contestualizzare lo stile drammaturgico del film e ad enfatizzare le dinamiche dei personaggi.
Note negative:
- Dettagli sul film: Potresti includere alcuni dettagli specifici sul film, come il titolo o il regista, per offrire un contesto più completo per chi legge l’analisi senza conoscere la pellicola.
- Espansione sulla cinematografia: Potresti ampliare l’analisi includendo elementi visivi o di regia che contribuiscano alla comprensione complessiva del film.