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6 Underground
Titolo originale: 6 Underground
Anno: 2019
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Azione, Thriller, Commedia
Casa di produzione: Bay Film, Skydance Media
Prodotto da: Michael Bay, Ian Bryce, David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger
Distribuzione: Netflix
Durata: 2 hr 08 min (128 min)
Regia: Michael Bay
Sceneggiatura: Rhett Reese, Paul Wernick
Fotografia: Bojan Bazelli
Montaggio: Roger Barton, William Goldenberg, Calvin Wimmer
Musiche: Lorne Balfe
Attori: Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Manuel Garcia-Rulfo, Ben Hardy, Adria Arjona, Dave Franco, Corey Hawkins, Lior Raz, Payman Maadi
Girato per Netflix con un budget di ben 170 milioni di dollari (il più alto fornito dalla piattaforma a un regista), 6 Underground è il nuovo lungometraggio di Michael Bay, controverso regista con un passato da pubblicitario il cui cinema ha caratteristiche ben definite: sono progetti d’azione ad alto budget, patinati nella fotografia e sincopati nel ritmo, pieni di esplosioni e corpose dosi d’ignoranza. Insomma, il trionfo della forma sul contenuto.
Trama di 6 Underground
Uno (Ryan Reynolds) è il leader di una squadra specializzata nel risolvere missioni ad alto rischio. I sei membri della banda, provenienti da tutto il mondo, sono professionisti senza nome che hanno finto la loro morte per poter agire in piena libertà. Il primo obiettivo del team: eliminare il dittatore di un fittizio paese mediorientale per collocarne al suo posto il fratello più moderato.

Recensione di 6 Underground
Come sempre capita nel cinema di Bay, la trama è una semplice scusa per mettere assieme con lo sputo un’ininterrotta sequela di scene d’azione tamarre e inverosimili al suon di musica zarra, e i personaggi fanno a gara in stupidità mentre sciroppano battute di un umorismo talmente becero da strappare, al massimo, un sorriso imbarazzato. 6 Underground ha tutto questo, e se possibile peggiora pure la somma delle sue parti.
Inseguimenti sulle strade di Firenze in cui si passa nel giro di un’inquadratura nel centro di Siena per poi tornare alla “capitale” toscana, fughe disperate tra i grattacieli di Hong Kong, sparatorie all’ultimo sangue sui motoscafi… tutte scene d’azione che in mano a qualcuno con un’abilità registica migliore avrebbe reso entusiasmanti, ma che sotto la mano di Bay vengono macellate da un montaggio così frenetico e da un uso della macchina da presa così fuori controllo da renderle incomprensibili e fastidiose (l’aggiunta smodata dello splatter fine a sé stesso, poi, non le rende certo più interessanti).
Lasciato a briglia sciolta con una sceneggiatura indecente sul piano dell’ironia (le suore che alzano il dito medio) e obesa di stereotipi della peggior specie, Bay sballotta lo spettatore in una rincorsa all’eccesso che supera addirittura il barocchismo apocalittico della saga di Transformers. Lo spettacolo è frastornante, ignorante nel peggior senso del termine, pieno di product placement e luoghi comuni (auto luccicanti, modelle di intimo in abiti succinti, esplosioni più fiammeggianti delle esplosioni vere, patriottismo americano a tutto spiano) da far provare solo vergogna.
Per quanto i personaggi siano delle macchiette, gli attori se la cavano tutto sommato bene, anche se a spiccare sono un misurato Ryan Reynolds (le capacità non gli mancano, non sarebbe ora di scegliere progetti di maggior qualità?) e una Mélanie Laurent sexy e cazzuta come non mai.

In conclusione
Chi apprezza lo stile (perché, volenti o nolenti, quello di 6 Underground è uno stile) anarchico e folle di Bay, troverà ancora una volta pane per fauci affamate di tamarria. Chi lo odia o non apprezza particolarmente, passi a film del calibro di John Wick, Mad Max: Fury Road o The Raid.
Note positive
- Le performance attoriali
Note negative
- Sceneggiatura indecorosa
- Regia fuori controllo
- Montaggio sgangherato