À l’abordage: leggerezza in riva al fiume | MedFilm Festival 2020

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À l’abordage

Titolo originale: À l’abordage

Anno: 2020

Paese: Francia

Genere: Commedia

Produzione: Geko Films, ARTE

Distribuzione: Jour2fête, The Party Film Sales

Durata: 95 min
Regia: Guillaume Brac
Sceneggiatura: Guillaume Brac, Catherine Paillé
Fotografia: Alan Guichaoua
Montaggio: Héloïse Pelloquet

Attori: Eric Nantchouang, Salif Cissé, Édouard Sulpice, Asma Messaoudene

Trama di À l’abordage

In una calda notte d’estate a Parigi, Félix incontra una giovane donna,Alma. La mattina dopo, salta su un treno per unirsi alla sua famiglia nel sud della Francia. Félix, determinato a seguire la sua anima gemella, si imbarca in un giro in carpool con il suo migliore amico Chérif e il loro riluttante autista Edouard. Quando l’auto si rompe all’arrivo, le cose si complicano: Alma non sembra molto contenta da questa visita inaspettata.

Recensione di À l’abordage

In concorso al 26° MedFilm Festival di Roma, A’ l’abordage è il film di apertura della manifestazione, la traduzione del titolo in italiano sarebbe “all’arrembaggio” e, a conti fatti, è proprio uno dei punti centrali del film. Talmente centrale che viene esplicitamente dichiarato in una delle prime scene in cui Felix si confida con l’anziana signora cui fa da badante chiedendole se sia il caso d’intraprendere un lungo viaggio per raggiungere la ragazza incontrata giorni prima e di cui si è invaghito. Con il procedere della vicenda ci accorgiamo però che la storia tra i due ragazzi non è così centrale come l’inizio potesse far credere: a partire dai due amici Felix e Chérif, cui si aggiunge Eduard, l’autista del carpool che suo malgrado se li ritrova come passeggeri, si crea, nello spazio di una breve vacanza estiva, un’interessante rete di rapporti interpersonali che mostra l’evoluzione dei personaggi e, in un certo senso la loro maturazione.

E’ un film fatto d’incontri alcuni cercati, altri casuali nei quali il comune denominatore è di buttarsi, di prendere l’iniziativa complice la vacanza, il campeggio e l’atmosfera estiva. Insomma l’occasione di provare a vivere una vita diversa, un tentativo di uscire dai binari, siano questi la presenza soffocante di una madre insistente o un aspetto fisico non convenzionalmente attraente.

Il tono di questa commedia è leggero, divertente, senza grandi gag comiche, quello che colpisce di più è la naturalezza e il realismo dei comportamenti messi in scena, una conflittualità mai pericolosa che anzi si risolve presto in chiarimenti e bevute e che contribuisce a rendere fluida e interessante la visione.Quello che il punto di forza della pellicola rischia però di essere anche il suo punto debole: la leggerezza della narrazione, infatti, forse non consente di approfondire adeguatamente la psicologia dei personaggi, probabilmente è una precisa scelta registica che vuole fermarsi alla rappresentazione quanto più realistica degli avvenimenti come se l’osservatore fosse un passante che poco conosce dei protagonisti.

Il tema e gli snodi della trama, come anche il finale non sono particolarmente originali o ricercati, ma l’atmosfera generale è piacevole e rilassante. Con budget bassissimo e bravi giovani attori usciti dal Conservatorio Nazionale d’Arte Drammatica di Parigi, Guillaume Brac riesce a confezionare un prodotto fresco e interessante che riesce anche a riflettere in maniera delicata sulla diversità di una generazione di giovani francesi proveniente da punti diversi della società siano questi la periferia, la provincia o la ricca borghesia.

Note Positive

  • Naturalezza recitazione
  • Trama divertente

Note Negative

  • Mancanza di originalità
  • Poca profondità dei personaggi
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