
Alcarràs – L’ultimo raccolto
Titolo originale: Alcarràs
Anno: 2022
Genere: drammatico
Produzione: Maria Zamora, Stefan Schmitz, Tono Folguera, Sergi Moreno
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 120min
Regia: Carla Simón
Sceneggiatura: Carla Simón, Arnau Vilaró
Fotografia: Daniela Cajías
Montaggio: Ana Pfaff
Musiche: Andrea Koch
Attori: Jordi Pujol Dolcet, Anna Otin, Xènia Roset, Albert Bosch, Ainet Jounou, Josep Abad
Vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino 2022, Alcarràs – L’ultimo raccolto arriva in Italia al cinema dal 26 maggio 2022 grazie a I Wonder Pictures. La regista, Carla Simòn, descrive il suo secondo lungometraggio come una storia universale.
L’agricoltura è qualcosa che riguarda tutti noi: è ciò che mangiamo ogni giorno. Pensare a chi ci fornisce il cibo e a come lo fa è qualcosa che dovremmo fare tutti. La soppressione dell’agricoltura tradizionale a favore dell’industria agricola è un fenomeno che interessa strutturalmente tutto il mondo.
Carla Simón
Trama di Alcarràs
La famiglia Solé vive ad Alcarràs, piccolo villaggio della Catalugna, lavorando nella terra ricevuta dal nonno e beneficiando dei suoi frutti. Il film racconta della fine di questa vita rurale per mano del reale proprietario terriero, che vuole sbarazzarsi degli alberi e dei terreni agricoli per dar spazio al ben più proficuo business dei pannelli fotovoltaici. Questa decisione irrompe nella famiglia in maniera devastante, la quale si trova per la prima volta ad affrontare un grosso cambiamento dagli esiti incerti e dei drammi che vanno oltre la perdita di quella che era la loro dimora felice.

Recensione di Alcarràs
Carla Simón colpisce dritto al cuore degli spettatori con la sua seconda opera per il grande schermo, dopo il già acclamato Estate 1993 del 2017, che anch’esso piacque alla giuria della Berlinale che lo premiò come migliore opera prima. La regista mette tutta se stessa e la sua infanzia in questa pellicola che, fin dal titolo, ha origini nella terra e nel lavoro agricolo. Alcarràs infatti è un piccolo paesino della Catalogna noto per la coltivazione di pesche dove Simon è cresciuta. La morte del nonno l’ha spinta dunque ha fare una narrazione reale che potesse essere d’impatto e universale. Perché la famiglia Solé è una famiglia semplice che vive dei frutti della terra, in un’epoca in cui l’agricoltura tradizionale lascia spazio a quella industriale, più proficua e sostenibile. La loro storia è quella di un’identità che viene spezzata, un’identità collettiva che ha le radici nella sua terra, che adesso, per la prima volta, viene a mancare sotto i piedi.

La regia di Simón è asciutta e si avvale di attori non professionisti che danno al lungometraggio quel realismo crudo e necessario. Inoltre, la componente biografica non rischia mai di scivolare nel sentimentalismo ma, anzi, crea forte empatia con quei personaggi che sono poi le reali vittime di un mondo sempre più diverso. La sequenza del nonno che porta i fichi ai proprietari della terra per provare a convincerli di cambiare idea è di grande tenerezza e genuinità.
In conclusione
In conclusione Alcarràs è una riflessione sull’agricoltura, ma anche sulle relazioni umane e sull’importanza del rimanere uniti nei momenti di crisi. La storia dei Solé diventa specchio della storia di ognuno di noi.
Note positive
- Regia
- Fotografia
- Attori non professionisti
Note negative
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