Kids (1995). La sessualità nella subcultura statunitense

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Locandina di Kids

Kids

Titolo originale: Kids

Anno: 1995

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: drammatico

Casa di produzione: Guys Upstairs, Indipendent Pictures (II)

Distribuzione italiana: Cecchi Gori Distribuzione

Durata: 91 min

Regia: Larry Clark

Sceneggiatura: Harmony Korine

Fotografia: Eric Alan Edwards

Montaggio: Christopher Tellefsen

Musiche: Various Artists

Attori: Leo Fitzpatrick, Justin Pierce, Chloë Sevigny, Rosario Dawson

Trailer di Kids

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Kids è un film uscito nel 1995, diretto da Larry Clark. Celebre fotografo operativo specialmente negli anni 70 e 80, si conferma come un nome di punta della nuova fotografia mondiale, fino al suo approdo nel mondo della settima arte, dove entra in piena attività nel periodo dei 90’s. Regista indipendente, porta avanti un proprio ideale di cinema, composto da una serie di tematiche, che tende a riproporre in una chiave sempre diversa. Il mondo adolescenziale, la gioventù in crisi con problemi di varia natura e il rapporto con la sessualità. Questo primo lungometraggio, presentato in concorso al festival di Cannes, vede la collaborazione con l’altro regista Harmony Korine, qui in veste di sceneggiatore all’età di 21 anni. L’unione delle due menti creative produce un prodotto artistico che cattura, seduce e attira l’interesse della critica internazionale, elevando autori indipendenti al rango di nuovi maestri della cinematografia statunitense.

Trama di Kids

Due ragazzini di nome Telly e Casper passano le giornate nel parco degli skaters, raccontandosi le prime esperienze sessuali, che li vedono coinvolti. L’ossessione di Telly in particolare, si concentra sull’avere rapporto con una serie di ragazze vergini, alimentando così il proprio ego di esperto in materia. Nello stesso tempo una sua precedente ex, chiamata Jennie, scopre durante una visita medica di aver contratto il virus dell’HIV, nonostante l’unica relazione avuta sia quella con Telly. Inizia quindi a girare la città di New York, alla ricerca dello sprovveduto ragazzo, per comunicargli la notizia.

Fotogramma di Kids
Fotogramma di Kids

Recensione di Kids

La prima opera di Larry Clark stupisce per il forte impatto che le seguenti immagini comunicano su schermo. Un film crudo, diretto e ampiamente sfacciato, che non si preoccupa minimamente di turbare lo spettatore più moralista. Un coraggio che emerge con grande determinazione, frutto di una solida esperienza artistica alle spalle e che hanno contribuito a forgiare l’identità del provocatore Clark. Uno dei titoli più realistici che siano mai stati realizzati sull’argomento adolescenziale. L’autore spinge sul pedale dell’acceleratore, evidenziando una larga fetta di grosse problematiche che coinvolgono i ragazzi dei bassifondi neyworkesi. La pellicola vive in un periodo abbastanza prolifico per il cinema indipendente americano. Gli anni 90 sono anni di grandi sperimentazioni, in cui viene totalmente ribaltato il concetto di cinema, aprendo le porte a nuovi orizzonti, che vedono una netta rottura col passato. L’affermarsi di giovani promesse autoriali, come ad esempio avvenuto con Tarantino, permettono all’industria di aprirsi nei confronti di artisti, che non sposano grandi numeri di audience, ma che condividono una visione del mondo rivoluzionaria, in conseguenza al forte controllo, che le imprese hanno avuto sulla cinematografia, nel decennio scorso, in piena era Reagan.

L’opera in questione vive e si nutre pienamente dell’atmosfera tipica anni 90. Si ricalca un certo tipo di immaginario, che riporta subito alla mente tutta una sequenza di elementi che ne costituiscono il periodo. Il vestiario dei protagonisti, le rampe da skateboard, l’estetica di alcuni locali notturni. Ogni componente si incastra perfettamente nel disegno mentale di chi almeno una volta abbia fantasticato su quel preciso periodo storico, di pieno fermento sociale. Il racconto di tale forma non poteva che caratterizzarsi da uno stile dinamico e intraprendente. Il film ha un ritmo pazzesco, merito di momenti interessanti che prendono l’attenzione. Si assiste a un flusso estremo di episodi, che scorrono senza mai fermarsi, a una velocità incredibile. Le inquadrature tendono a isolare i personaggi dal contesto, facendo leva esclusivamente sugli atteggiamenti che coinvolgono i soggetti rappresentati. L’interesse verte tutto sulle azioni di quei ragazzi e sulle emozioni che li descrivono. Il regista ricorre perciò all’uso sistematico di vari primi piani, nei minuti della narrazione, dove la tensione e la drammaticità si fanno più sentire, a conferma di uno sguardo tipicamente giovanile e street, che si vuole attribuire al lavoro.

Frame di Kids
Frame di Kids

La descrizione di una subcultura giovanile che rifiuta i valori della classe dominante e sviluppa una singolare visione del mondo. I protagonisti vivono secondo un loro codice morale e seguono gli istinti, senza preoccupazione alcuna. Il film vuole evidenziare la mancanza di un’istruzione generale e di una conseguente educazione sessuale. Il risultato è la trasmissione della malattia, che circola da persona a persona, attraverso un rapporto sessuale non protetto. Ragazzi abbandonati dalla società, che imparano a crescere esclusivamente secondo le regole del gruppo di pari, nella quale si ritrovano inseriti, sin dalla prima età. La drammaticità della loro condizione viene sviscerata senza pietismo, ma con una narrazione fresca e genuina. Il motivo per cui alcuni dei protagonisti sono veramente presi dalla strada e che accrescono la sensazione di realtà, catturata in modo quasi documentaristico. Nessuno si sente responsabile degli atti che compie, a dimostrazione di una reazione sociale, che nutrono nei confronti di un sistema che non tutela e garantisce loro protezione assistenzialista. Si potrebbe parlare di categoria di devianti, se vogliamo affrontare la questione in chiave sociologica.

Tra le nuove generazioni vige molta più libertà sessuale, in cui il tabù del sesso pare essere stato completamente sdoganato tra uomini e donne. Tutti ne parlano con estrema semplicità, sia all’interno del proprio gruppo, sia in presenza dell’altro sesso. Siamo già un passo avanti rispetto a decenni addietro, dove la sessualità veniva percepita come appartenente alla sfera intima e privata di ciascuno individuo. Il regista sottolinea però un grosso problema, ancora molto evidente. L’assenza di un’istruzione sessuale, che conduca i ragazzi verso forme di protezione riproduttiva. I giovanissimi sono lasciati vivere la dimensione erotica in modo del tutto indipendente. Quello che viene assorbito in merito all’argomento non proviene da canali legali e giusti di insegnamento, ma dai media e dai giornali, incuranti ovviamente della portata educativa del loro lavoro. La conseguenza è la carenza di una formazione necessaria che prevenga danni irreparabili all’organismo, come appunto la trasmissione del virus dell’HIV. Ci sarebbe da sottolineare inoltre che i ragazzi rimangono sprovvisti di un’educazione femminile, in quanto vivono la vita secondo una visione oggettificante della donna, vista solamente come un trofeo da esibire e di cui vantarsi in presenza del gruppo maschile di appartenenza, dominato da un’idea patriarcale e violenta della società.

Foto dal set di Kids
Foto dal set di Kids

In conclusione

Il film racconta la gioventù americana e il rapporto con l’intima condizione sessuale, che vivono alle prime armi i giovani adolescenti anni 90. Lo stile è originale e il ritmo narrativo si muove con un andamento piacevole e dinamico. Il minutaggio complessivo è perfetto e crea un affresco divertente e allo stesso istante drammatico e profondo, sulla realtà giovanile statunitense. Due aggettivi giusti da usare per la descrizione del seguente prodotto sono punk e street. Il primo termine perché i protagonisti si pongono in netto contrasto con la cultura borghese dominante. Il secondo termine perchè l’ambientazione principale è la metropoli urbana, dove si svolgono le vicende dei ragazzi protagonisti. Le interpretazioni funzionano correttamente e ognuno di loro risulta visivamente perfetto per la parte. La fotografia e il montaggio sono inoltre all’avanguardia, figli chiaramente dei tempi che corrono, come l’ascesa planetaria nella cultura di massa del canale di MTV.

Note positive

  • Narrazione dinamica
  • Buona regia
  • Ottime interpretazioni

Note negative

  • /
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