Alpha (2024). Un viaggio padre-figlio tra neve e fragilità umana

Recensione, trama e cast del film Alpha (2024), il dramma di Jan-Willem van Ewijk che esplora il rapporto padre-figlio tra le maestose Alpi svizzere.

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Trailer di “Alpha”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

La giuria composta da quattro esercenti del Network Europa Cinemas – Daira Āboliņa (Splendid Palace, Riga, Lettonia), António Costa Valente (Teatro Aveirense, Aveiro, Portogallo), Andrea Porta (Cinema Teatro Nuovo, Varese, Italia) e Jana Trnková (Kino Světozor, Praga, Repubblica Ceca) – ha assegnato ad Alpha, pellicola del regista olandese Jan-Willem van Ewijk, presentata durante Venezia ‘81 nella competizione parallela Giornate degli Autori 2024, l’Europa Cinemas Label come miglior film europeo nella sezione Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia. È la ventunesima volta che il Label viene conferito a Venezia. Ricevendo il Label, Alpha beneficia del sostegno promozionale di Europa Cinemas e di una migliore distribuzione grazie a un incentivo finanziario per i cinema della rete che lo inseriranno nella loro programmazione.

La giuria ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Alpha, di Jan-Willem van Ewijk, è stata la nostra scelta unanime per l’Europa Cinemas Label di quest’anno a Venezia. Siamo rimasti tutti molto colpiti dalla sceneggiatura, dall’editing, dalla fotografia e dallo sviluppo dei personaggi in questo studio dinamico e credibile della relazione tra padre e figlio. Ci è piaciuta anche la scelta della musica e l’assenza di qualunque tipo di sentimentalismo. I loro atteggiamenti e le loro scaramucce a inizio film vengono ridimensionati di fronte alla grandezza e potenza della montagna. Il film è girato in maniera meravigliosa, ma il regista non permette mai che l’attenzione del pubblico si sposti dall’intensità dell’interazione emotiva e fisica tra padre e figlio intenti a fronteggiare una lotta per la sopravvivenza. Un vero tour de force con cui pensiamo che il pubblico possa immedesimarsi. Congratulazioni!

Alpha è una produzione BALDR Film, una co-produzione Lomotion Stargara, in collaborazione con VPRO, SRF e Blu, con il supporto del Netherlands Film Fund, Netherlands Film Production Incentive, CoBO, Slovenian Film Centre, Ministero della Cultura della Slovenia, Federal Office of Culture (FOC), Creative Europe Media e Burgermeinde Bern. Il produttore è Frank Hoeve, insieme ai co-produttori Magdalena Welter, Louis Mataré, Jožko Rutar, Miha Černec e Martien Vlietman. La sceneggiatura è di Jan-Willem van Ewijk, la fotografia di Douwe Hennink, NSC, il montaggio di Sander Vos NCE e Eline Bakker, le musiche di Ella van der Woude, il suono di Vincent Sinceretti, la scenografia di Miha Knific e i costumi di Anne-Sophie Raemy. Gli attori principali sono Reinout Scholten van Aschat (Rein), Gijs Scholten van Aschat (Gijs), Pia Amofa (Laura), Julien Genoud (Julien), Daria Fuchs (Anna), Pia Nikolić (Priska) e Kaija Lederberger (Helicopter Pilot).

Trama di “Alpha”

Dopo la morte della madre, Rein si trasferisce in un tranquillo villaggio delle Alpi, dove trova rifugio nella natura e nella meditazione, lavorando come maestro di snowboard. Qui inizia a costruirsi una nuova vita, intrecciando amicizie e avviando una relazione sentimentale. Tuttavia, questa serenità viene presto interrotta dall’arrivo del padre, Gijs, un ex attore svedese carismatico e invadente, che sconvolge il fragile equilibrio emotivo di Rein.

Gijs, consapevole del suo fascino e della sua personalità dominante, non tarda a flirtare spavaldo con Laura, la nuova fidanzata di Rein, intensificando la tensione tra padre e figlio. L’atteggiamento invadente e narcisista di Gijs soffoca emotivamente Rein, che si sente sempre più schiacciato dalla sua presenza opprimente.

La situazione precipita durante un’escursione sugli sci, organizzata per cercare di ristabilire un contatto tra i due. Rein, esasperato, decide di isolare il padre dal resto del gruppo, approfittando della fatica crescente di Gijs su un percorso particolarmente ripido. La tensione tra i due raggiunge il culmine quando si ritrovano soli in un ambiente ostile e pericoloso.

Nonostante le proteste di Gijs, Rein insiste affinché continuino la scalata fino alla vetta. L’interazione tra padre e figlio si trasforma in un confronto emotivo e fisico, carico di competizione e rancore. La spedizione avrà un esito inaspettato, portando entrambi a confrontarsi con le loro paure più profonde e con un cambiamento radicale nelle loro vite e relazioni.

ALPHA - Credits Douwe Hennink Frank Hoeve
ALPHA – Credits Douwe Hennink Frank Hoeve

Recensione di “Alpha”

Sembra emergere un filo conduttore tra le opere del cineasta Jan-Willem van Ewijk. Il regista olandese, dopo aver esordito nel 2006 con il suo primo lungometraggio, Nu, realizzato insieme a ex colleghi bancari, amici e familiari, torna al cinema otto anni dopo con Atlantic, un film che racconta la storia di un windsurfista marocchino che si confronta con le immense e implacabili forze della natura.

Successivamente, dopo il periodo pandemico, van Ewijk ha girato due lungometraggi in parallelo: Alpha e Pacifica, quest’ultimo ancora inedito e incentrato sulla vicenda di un padre che perde la propria figlia adolescente in una sparatoria. Alpha, in maniera evidente, si collega tematicamente agli altri lavori del regista-sceneggiatore: da un lato, esplora l’elemento naturalistico, con una natura affascinante e imprevedibile che, con la sua potenza, può alterare profondamente le vite umane (come già visto in Atlantic); dall’altro, affronta un tema umano e universale, il rapporto conflittuale tra padre e figlio, che probabilmente sarà centrale anche in Pacifica, seppur declinato in maniera diversa.

Alpha attinge così a elementi stilistici e narrativi cari al regista, sviluppandosi attraverso una narrazione che combina più generi, risultando un’opera audiovisiva fortemente ibrida. Il film è, nella sua essenza, un dramma familiare, ma si avvale di una regia che richiama il genere thriller, instaurando una tensione costante. Questa tensione si manifesta sia tramite la messa in scena – con un uso strategico del posizionamento della macchina da presa – sia attraverso la colonna sonora, capace di amplificare la drammaticità delle situazioni.

L’intento è quello di coinvolgere lo spettatore nel cuore pulsante del lungometraggio, il suo epicentro tematico: il conflitto di mascolinità e individualità tra Rein e Gijs, interpretati rispettivamente da Reinout Scholten van Aschat e Gijs Scholten van Aschat, padre e figlio anche nella vita reale.

Nel suo primo atto, Alpha si sviluppa attraverso connotazioni da thriller con sfumature di dramma familiare, focalizzandosi sul passato dei due protagonisti. Gradualmente, la trama svela i dettagli del loro rapporto deteriorato, offrendo al pubblico le motivazioni della freddezza e della distanza emotiva che dominano il loro legame.

Con il progredire del film, nella seconda parte, la narrazione si trasforma in un autentico dramma di sopravvivenza. I due uomini, costretti a fronteggiare le forze selvagge e implacabili della natura, si trovano a lottare disperatamente per restare in vita. Questa situazione estrema li obbliga a mettere da parte il rancore e a collaborare, formando una fragile alleanza per tentare di tornare a casa sani e salvi.

Sopraffatti dalle intemperie e dai problemi fisici che colpiscono prima uno e poi l’altro, padre e figlio riscoprono la loro umanità e fragilità. Questo viaggio estremo diventa l’occasione per abbattere le barriere emotive, rivelando la profondità del loro affetto reciproco. Entrambi lasciano cadere le maschere di rigidità e mascolinità, mostrando per la prima volta i loro veri volti: quello di un padre e di un figlio che, nonostante tutto, si vogliono profondamente bene.

Alpha è una pellicola che, nonostante il suo ritmo lento, riesce a evocare un profondo senso di inquietudine nello spettatore. Questo risultato è ottenuto grazie a una regia che si adatta sapientemente agli eventi mostrati, modificandosi in parallelo all’evoluzione narrativa e ai personaggi. Nei primi momenti, la macchina da presa è statica, ma diventa a mano durante le scene più drammatiche, seguendo il crescendo del climax e amplificando l’intensità emotiva.

Anche la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale, con i suoi suoni metallici e introspezioni sonore che richiamano l’atmosfera di un thriller psicologico. Questi elementi musicali penetrano nell’animo dello spettatore, creando un effetto di tensione costante. La fotografia, poi, è uno dei punti di forza del film: girato in un suggestivo formato 1:1, costringe il pubblico a immergersi accanto ai personaggi, rendendo l’esperienza ancora più intima. Le riprese naturalistiche e panoramiche delle Alpi svizzere sono mozzafiato, mostrando la maestosità delle montagne innevate e mettendo in risalto la piccolezza dell’essere umano di fronte a questa immensa e imponente natura. Questo contrasto visivo sottolinea l’insignificanza e la vulnerabilità dell’uomo rispetto alle forze della natura.

Alpha è un film sul carattere mutevole della mascolinità nella società contemporanea. Spoglia lentamente un padre e un figlio dei loro privilegi occidentali moderni, della tecnologia, dei rancori personali e del loro ego, lasciandoli nudi di fronte alla natura. Il film inizia nel caotico ambiente di una stazione sciistica, ma la storia culmina nelle silenziose, gelide e spietate distese di neve e nelle pareti rocciose delle Alpi. Inizialmente ripresi con inquadrature fisse, accompagnate da suoni meccanici e musica nevrotica, i due uomini avvertono un fastidio reciproco, oltre a essere a disagio con l’ambiente circostante. Man mano che il loro cammino procede verso la cima, però, le cose iniziano a fluire sempre di più; la macchina da presa si muove più liberamente e quei precedenti suoni cedono il posto alla musica delle montagne e al silenzio della natura. 

Dichiarazione del regista Jan-Willem van Ewijk

Le interpretazioni degli attori, Reinout Scholten van Aschat e Gijs Scholten van Aschat, padre e figlio anche nella vita reale, risultano straordinariamente intense. Nonostante i dialoghi ridotti, riescono a trasmettere una tensione vivida attraverso le espressioni facciali, capaci di comunicare più di mille parole. In particolare, Reinout offre una performance eccezionale nel ruolo di Rein, incarnando la depressione e il senso di perdita del suo personaggio. La relazione tra Rein, il padre e la montagna diventa il fulcro di una narrazione che esplora la distruzione emotiva del protagonista, lasciandolo, alla fine del film, più annientato e smarrito di quanto fosse all’inizio.

Gijs Scholten van Aschat e Reinout Scholten van Aschat in Alpha (2024)
Gijs Scholten van Aschat e Reinout Scholten van Aschat in Alpha (2024)

In conclusione

Alpha di Jan-Willem van Ewijk è un’opera che esplora con delicatezza e intensità il rapporto padre-figlio, immergendolo in un contesto naturale che diventa un personaggio a sé stante. Nonostante un ritmo lento e una narrazione che richiede pazienza, il film si distingue per la sua capacità di evocare emozioni profonde e universali. Tra le riprese mozzafiato delle Alpi, la tensione palpabile e la straordinaria interpretazione degli attori protagonisti, Alpha si conferma come un viaggio intimo e al contempo epico nella mascolinità, nella fragilità umana e nella riconciliazione con sé stessi e con gli altri.

Note positive

  • Fotografia straordinaria con panoramiche mozzafiato delle Alpi.Intensa interpretazione di Reinout Scholten van Aschat e Gijs Scholten van Aschat.
  • Regia che evolve in armonia con la narrazione, trasmettendo tensione crescente.
  • Uso dell’aspect ratio 1:1 per immergere lo spettatore nell’intimità dei personaggi.
  • Colonna sonora efficace, con suoni metallici che accentuano l’inquietudine.

Note negative

  • Ritmo lento che potrebbe risultare impegnativo per alcuni spettatori.
  • Conclusione aperta che lascia molte questioni irrisolte.
Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozioni
SUMMARY
4.3
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.