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The Voices
Titolo originale: The Voices
Anno: 2014
Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, Germania
Genere: commedia nera, thriller
Casa di Produzione: 1984 Private Defense Contractors, Mandalay Vision, Studio Babelsberg, Vertigo Entertainment
Distribuzione: Lions Gate Entertainment, Amazon Prime Video
Durata: 103 min
Regia: Marjane Satrapi
Sceneggiatra: Michael R. Perry
Fotografia: Maxime Alexandre
Montaggio: Stéphane Roche
Musiche: Olivier Bernet
Attori: Ryan Reynolds, Anna Kendrick, Gemma Arterton, Jacki Weaver, Adi Shankar, Gulliver McGrath, Stephanie Vogt, Ella Smith, Valerie Koch
Trama di The Voices
Jerry, un uomo malato di schizofrenia, lavora in una fabbrica dove si innamora di una sua collega, Fiona. A causa della sua malattia ha delle allucinazioni in cui sente i suoi animali domestici parlare: Mr. Whiskers, il gatto, che cerca di convincerlo di essere un serial killer, e Bosco, il cane, che cerca di convincerlo del contrario. Un omicidio commesso cambia la vita di Jerry, che dovrà affrontare situazioni sconvenienti accompagnato dalla sua malattia mentale.

Recensione di The Voices
Pellicola del 2014 diretta dalla regista e fumettista franco-iraniana Marjane Satrapi (al suo primo lungometraggio in lingua inglese) che ci proietta nell’instabilità mentale di Jerry (interpretato da Ryan Reynolds), uomo tranquillo affetto da schizofrenia. Le voci (da qui il titolo) nella sua testa ci accompagneranno per tutto il film, mostrandoci la quotidianità del protagonista nel suo disagio di vivere con questa malattia, a seguito di un’infanzia che lo ha segnato per tutta la vita.
Milton, scenario di una commedia nera nella quale troviamo Jerry, operaio di una fabbrica follemente innamorato di Fiona (Gemma Arterton), impiegata dell’ufficio contabile insieme a Lisa (Anna Kendrick). La trama è semplice e lineare, e mostra agli spettatori la precaria condizione mentale del protagonista, che durante tutto lo sviluppo della pellicola ci fa partecipi del suo disagio abituale, essendo consapevole di essere malato e di vedere le cose in maniera più positiva di quello che è la realtà, a seguito della sua decisione di non prendere i farmaci prescritti dalla dott.ssa Warren (Jacki Weaver), che lo porterebbero ad una sensazione di solitudine e depressione.
Una sera Jerry riaccompagna a casa Fiona e, dopo un incidente in macchina, le cose finiscono in tragedia: il protagonista uccide la ragazza, di cui in seguito conserverà la testa nel frigo. È proprio con questa che comincerà a dialogare, e da cui sarà persuaso e convinto nel procurarle una ‘amica’.
La trama in The Voices è sì semplice, ma forse un po’ troppo scontata, lasciando lo spettatore privo di veri e propri colpi di scena che lo portino a seguire la pellicola con più interesse. Per gli amanti dello splatter il film è senza dubbio interessante, non risultando comunque mai troppo eccessivo e presentando molte scene che riescono a inquietare lo spettatore, riuscendo in quello che sicuramente era l’intento della regista.

Cane e gatto, come nell’immaginario collettivo
Gli animali domestici di Jerry, di cui sente le voci (doppiate dallo stesso Reynolds), sono le vere e proprie estensioni dei suoi pensieri contrastanti: Mr Whiskers, il gatto, che cerca di convincerlo ad agire da serial killer e Bosco, il cane, che cerca di convincerlo del contrario. La confusione mentale di Jerry su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato viene rappresentato molto bene nella pellicola, nella quale vengono proposte più di una volta scene tragicomiche insieme ai suoi animali: cane e gatto, due facce della stessa medaglia.

L’instabilità mentale di Jerry: tra bene e male
La condizione mentale precaria del protagonista è sicuramente una cosa che si porta dietro fin da piccolo, aggravata da un avvenimento accadutogli da bambino: in un flashback vediamo il piccolo Jerry confessare con sua madre, malata a sua volta, di sentire delle voci come lei. Una sua richiesta lo segnerà profondamente per tutta la vita.
Nel film The Voices vediamo infatti un Jerry bloccato in un limbo, carico di una ansiosa incertezza. Ora deve decidere cosa scegliere: il bene o il male?
In conclusione
Note positive
- Scrittura semplice e lineare
- Ottima rappresentazione dell’instabilità mentale del protagonista
Note negative
- Assenza di colpi di scena
- Scrittura superficiale