Asako in Ruby Shoes (2000): Apatia, solitudine, depressione e desiderio di morire

Asako in Ruby Shoes locandina film

Asako In Ruby Shoes

Titolo originale: Asako In Ruby Shoes

Anno: 2000

Nazione: Corea del Sud

Genere: drammatico

Casa di produzione: Koo & Film Co. Ltd

Distribuzione:

Durata: 1h 57m

Regia: Je-yong Lee

Sceneggiatura: Je-yong Lee

Fotografia:

Montaggio: Yoon-Seup Jung

Musiche:

Attori: Lee Jung-jae, Misato Tachibana, Urara Awata, Ju-bong Gi, Kim Min-hee, Ji-yeong Kim, Kumija Kim, Yeong-jun Kim,

Trailer del film Asako in Ruby Shoes

Prima di dirigere il film romantico storico Untold Scandal del 2003, pellicola che ottenne un importante successo di botteghino in patria, il cineasta sudcoreano E J-yong nel 2000 ha realizzato una pellicola minore e a tinte autoriali come Asako in Ruby Shoes (let. Asako con le scarpe color rubino), che non ottenne un buon apprezzamento tanto che il lungometraggio fu un insuccesso commerciale. Nel film troviamo nei ruoli dei protagonisti Misato Tachibana, nel ruolo della giovane Aya, e Lee Jung-jae, nei panni di U-in, attore con cui il cineasta aveva già collaborato nella sua opera precedente del 1998, The Affair.

Trama di Asako in Ruby Shoes

In una torbida estate, il solitario coreano U-in vive una vita alquanto monotona. Tutti i giorni si reca in ufficio, dove svolge la mansione di funzionario comunale avendo le incombenze di consegnare i moduli delle tasse e di effettuare le carte d’identità, di notte invece per sconfiggere la sua solitudine e infelicità si reca sul mondo oscuro del web, esplorando siti porno dove guarda giovani donne a pagamento. Il suo voyeurismo però non si ferma solo qui, ma inizia a perseguire una ragazza punk dai capelli rossi che incontra di tanto in tanto sul luogo di lavoro, lui inizia a seguirla e a spiarla dalla porta del bagno, quando lei si spoglia. La sua situazione cambia quando riceve un email di spam a tema sessuale, l’uomo incuriosito clicca su di essa venendo inviato a una pagina che gli chiede di digitare quali caratteristiche deve avere la sua donna perfetta. U-in li completa ispirandosi alla donna dai capelli rossi da cui è attratto. Il sito, prendendo questi elementi da lui scritti, lo conduce verso la giovane e misteriosa Asako in Ruby Shoes, che lui inizierà a seguire costantemente in modalità online.

Parallelamente alla storia dell’impiegato seguiamo quella della studentessa giapponese Aya (Tachibana Misato), che distrutta dal lutto per la morte di sua nonna, non trova più un senso nel vivere decidendo di porre fine alla sua vita. Il suo unico desiderio, infatti, è quello di trovare un lavoro al fine di poter compiere un viaggio verso la cosiddetta International Date Line, dove intende trattenere il respiro e così morire.

Misato Tachibana in Asako in Ruby Shoes
Misato Tachibana in Asako in Ruby Shoes

Recensione di Asako in Ruby Shoes

Tra un mese morirò. Nel giorno in cui sono nata, in un luogo dove non è né ieri né oggi, tratterrò il respiro e morirò.

Asako in Ruby Shoes

Sono le prime parole che udiamo all’interno della pellicola, una frase pronunciata da una voce di donna (quella di Aya) che udiamo in voice-over, mentre stiamo osservando un luogo incantato, un paesaggio naturalistico innevato dove sembra vivere solo la tranquillità e la bellezza della vita. La macchina da presa compie una carrellata all’indietro mostrando allo spettatore che non siamo in entro quel luogo, ma questo è solo una foto immessa in un calendario. Uno stacco di montaggio e scopriamo, in mezza figura, Lee Jung-jae, ovvero l’impiegato di ufficio U-in di cui notiamo subito il suo essere “rotto”, il suo essere apatico e disinteressato verso le cose del mondo e verso quel lavoro che svolge. Nuovo stacco di montaggio e cambio di scena, ora siamo dentro una scuola, all’interno di una classe e proprio in questo luogo facciamo la vera conoscenza di Aya, intenta, durante la lezione, a esercitarsi sul trattenere il respiro, il più allungo possibile, in maniera tale da essere in grado di morire nel giorno da lei stabilito. La giovane appare, come il protagonista maschile, un essere spezzato dalla vita, stanca di quella sua esistenza. Il suo volto mostra assenza di volontà di esistere, com’è per U-in. Per tutto il lungometraggio, la storia seguirà in maniera alterna e parallela i due personaggi uniti dal medesimo filo conduttore: mancanza di volontà di vivere, assenza di un qualcosa che li renda felici di esistere.

U-in vive e trova un suo equilibrio mentale grazie al mondo del porno online, l’unico posto dove riesce a sentirsi protetto, essendo nascosto da occhi indiscreti oltre a non aver contatti e connessioni umane con nessun’altra persona fisica e presente in quella stanza. Il porno e quei momenti sono per lui l’unico luogo di serenità ma tale sua tendenza diventa ben presto una dipendenza interiore che lo svuoterà sempre di più e lo renderà sempre più solitario e triste, togliendogli ogni possibilità di legame vero. Lui possiede tendenze legate allo voyeurismo, ama guardare, ma non entrare realmente azione, anche se non rimarrà completamente passivo quando inizierà a provare un interesse verso una donna dai capelli rossi che scruta inizialmente spogliarsi nel bagno, momento che gli darà piacere interiore. Proprio nei confronti di questa donna lui mostrerà una sua prima evoluzione, tanto che tenterà un approccio con lei, seppur non verrà ricambiato. Il rifiuto e l’ossessione per lei lo condurrà sempre più nell’online fino a creare e appassionarsi alla misteriosa Asako in Ruby Shoes, di cui sarà ossessionato, l’ossessione per lei e la sua vita priva di felicità e di bellezza lo condurrà verso il suo destino. Aya non è minimamente felice della sua vita, soprattutto non riesce a trovare un rapporto intimo positivo verso la sua famiglia, che ci appare disfunzionale, tanto che perfino il fratello per sentirsi vivo gioco in casa, ripetutamente, alla roulette russa puntandosi la pistola alla testa. Lei vive entro una bolla di apatia nutrendo solo un intimo desiderio: quello di morire come lei ha stabilito. Se U-in ha come unico obiettivo e interesse nel porno, lei lo ha nel programmare la sua morte e di come poterla attualizzare. Tutta la sua storia è incentrata su quest’obiettivo e su ciò che deve fare per poterlo realizzare nei modi a lei congeniali. 

La storia e il suo tema sono ben definiti fin dall’inizio della storia, e vengono raccontati con un buon mix di umorismo (soprattutto riguardo U-in) e tono malinconico – apatico, e non tanto quella drammatico, perché il dramma non entra mai dentro la narrazione che ha più un suo lato poetico che tragico. Ciò che manca alla pellicola è l’emozione, o meglio questa combinata da una regia congeniale e adatta, perché se l’emozione per tutto il film è l’apatia, la stessa regia tende a essere fin troppo lenta e statica volendo anch’essa rimarcare questa sensazione di vuoto interiore, ma ciò non fa altro che rendere la pellicola fin troppo piatta tanto che lo spettatore a lungo andare può trovare difficoltà nel rimanere concentrato annoiandosi un pizzico troppo, anche se le buone interpretazioni del cast sorreggono bene la vicenda.

Lee Jung-jae in Asako in Ruby Shoes
Lee Jung-jae in Asako in Ruby Shoes

In conclusione

Asako in Ruby Shoes è un lungometraggio tra il Giappone e il coreano che risulta interessante anche se il ritmo è eccessivamente lento.

Note positive

  • Attori
  • Tematica

Note negative

  • Ritmo

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.