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Bad Luck Banging or Loony Porn
Titolo originale: Babardeală cu bucluc sau porno balamuc
Anno: 2021
Paese: Romania, Croazia, Repubblica Ceca, Lussemburgo
Genere: Drammatico, Commedia
Produzione: microFILM
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 106 minuti
Regia: Radu Jude
Sceneggiatura: Radu Jude
Fotografia: Marius Panduru
Montaggio: Catalin Cristutiu
Musiche: Juria Ferina e Pavao Miholjevic
Attori: Katia Pascariu, Claudia Ieremia, Olimpia Malai, Nicodim Ungureanu, Alexandru Potocean, Andi Vasluianu
Bad Luck Banging or Loony Porn è un film scritto e diretto da Radu Jude, cineasta attivo negli ultimi vent’anni in Romania e che – con le sue opere – ha trionfato in diversi festival cinematografici nel corso della sua carriera. La pellicola si è aggiudicata l’Orso d’Oro alla 71ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, sollevando molte questioni. Protagonista di Bad Luck Banging or Loony Porn è Emi, interpretata da Katia Pascariu, su cui ruota tutto il film.
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Trama di Bad Luck Banging or Loony Porn
Girato mentre era già in corso la pandemia da Covid19, il film racconta una storia tragicamente comune ai giorni nostri. Emi (Katia Pascariu) è una professoressa di un’importante scuola di Bucarest che gira un video amatoriale mentre è in atteggiamenti intimi – e spinti – con il marito. Il filmato viene caricato in rete, rendendo difficile la vita lavorativa e personale dell’insegnante. Infatti l’istituto per il quale lavora sarà costretto a indire un’assemblea con i genitori per decidere se Emi potrà continuare a insegnare oppure licenziarla perché non ritenuta più credibile.

L’assemblea dei genitori
Recensione di Bad Luck Banging or Loony Porn
“Che cos’ha che non va (la mia morale)?
Emi
Non posso fare l’amore con mio marito?”
Bad Luck Banging or Loony Porn pone allo spettatore un importantissimo quesito: la sfera intima di una persona – quando svolta in maniera consenziente – può rendere non accettabile la vita pubblica di un individuo? Soprattutto quando a divulgarla non è il diretto interessato ma terze persone?
Il film non ha paura di osare e ha un forte intento provocatorio. Mette in scena, senza aspettare nemmeno i titoli di testa, il filmato girato da Emi e il marito senza censure, in maniera integrale. Possiamo dire che non è un prodotto adatto a chi si scandalizza facilmente.
Dopo questi primissimi minuti così reali e irriverenti, il film si dipana allo spettatore diviso in quattro capitoli molto peculiari: 1) Strada a senso unico; 2) Breve dizionario di aneddoti, simboli e meraviglie; 3) Prassi e allusioni; 4) Tre possibili finali. Sembrerebbe caotico, confusionario, al limite dello sperimentale (soprattutto il secondo capitolo) ma in realtà rivela una scelta coerente e consapevole da parte dell’autore nel voler mettere in luce – partendo da un fatto particolare – tutta una serie di ipocrisie sociali e culturali di una Romania ancora troppo ottusa. È un discorso che Jude decide di applicare al suo Paese di origine ma che si potrebbe allargare a molte altre Nazioni come l’Italia, sotto tanti punti di vista.
Emi si ritrova catapultata, suo malgrado, in una situazione scomoda e – soprattutto – a doversi giustificare con più persone di un qualcosa che doveva rimanere privato. La riflessione è chiarissima: la vera oscenità sta in ciò che Emi e il marito hanno fatto nella loro intimità o in ciò che le persone (dopo aver visto e rivisto il video) pensano di lei? Emi è da condannare – e licenziare – per aver creato scalpore intorno a sé o piuttosto è la società che dovrebbe andare al di là di ogni bigottismo e analizzare ciò che realmente è accaduto?

Quando la curiosità vince: una mamma mostra il filmato
La cinepresa segue la protagonista – intenta a compiere commissioni quotidiane – mentre gira per la città, testimone di uno stato di caos e nervosismo che regna sovrano. Si litiga per ogni motivo: la mascherina abbassata, una macchina parcheggiata che ostruisce il passaggio di un marciapiede. Per chi vive in città tutto ciò è normale amministrazione e di colpo il secondo capitolo: scene che raccontano attraverso simbologie, immagini, filmati di repertorio una cultura plasmata da anni di ideologie rigide e perbeniste. Sembra di vedere un altro film ma il terzo capitolo ci riporta alla vita di Emi.
La donna arriva a scuola dove un gruppo di genitori è pronto ad additarla come una poco di buono. La curiosità di questa dilagante ipocrisia arriva quando si vuol mostrare il filmato incriminato e, pur di vederlo, si dimentica ogni regola e restrizione imposta dalla pandemia in corso. In questo tribunale aberrante, c’è chi vuole accusare Emi senza sentire ragioni. Nessuno sembra mettersi in discussione, il giudizio negativo ricade sempre e solo sul prossimo e mai su sé stessi.
Tra momenti grotteschi e ragionamenti molto lucidi, Bad Luck Banging or Loony Porn è un film che lascia un segno indelebile nello spettatore, in tempi in cui situazioni simili accadono all’ordine del giorno.
Note positive
- Messa in scena senza filtri di questioni molto attuali
- Semplicità della narrazione
- Intermezzi calzanti
Note negative
- Film crudo, non adatto a tutti