Bird (2024). Crescere e ritrovarsi

Recensione, trama e cast di Bird (2024), il nuovo film di Andrea Arnold distribuito nelle sale dall’8 maggio e presentato alla Festa del cinema di Roma

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Bird (2024) – Regia di Andrea Arnold – © Lucky Red – Immagine concessa per uso stampa.
Bird (2024) – Regia di Andrea Arnold – © Lucky Red – Immagine concessa per uso stampa.

Trailer di “Bird”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Presentato in anteprima al Festival del cinema di Cannes, Bird di Andrea Arnold ha già conquistato i favori di critica e pubblico. Oltre a Cannes, è stato presentato in diversi festival cinematografici di alto livello tra cui il Telluride Film Festival, il Toronto International Film Festival e il Festival del cinema di Roma dove è stato incoronato Miglior film nella sezione Alice nella città.

Andrea Arnold torna a dirigere un film di finzione dopo aver lavorato a Cow (2021), documentario incentrato sulla vita due mucche con un ragionamento sull’allevamento intensivo. Il precedente lungometraggio di finzione è American Honey (2016). Nel frattempo, ha diretto alcuni episodi di note serie TV quali I Love Dick, Transparent e Big Little Lies – Piccole grandi bugie. Andrea Arnold, inoltre, ha curato anche la sceneggiatura di Birds.

Nel cast vediamo volti nuovi del panorama cinematografico britannico tra cui la protagonista Bailey (Nykiya Adams). Questo film segna il suo debutto sul grande schermo. Ma anche Jason Buda che nel film interpreta il giovane Hunter. Tra i volti più noti nel cast troviamo Barry Keoghan (Il sacrificio del cervo sacro, Saltburn) e Franz Rogowski (Lubo, Passages, Freaks Out).

Il film è distribuito nelle sale italiane grazie a Lucky Red dall’8 maggio 2025.

Trama di “Bird”

Bailey, 12 anni, vive con il padre Bug e il fratello Hunter in una casa occupata nel Kent settentrionale. Bug non ha molto tempo per i suoi figli e Bailey, quasi adolescente, cerca altrove attenzioni e avventure. Quando incontra un uomo di nome Bird la concezione delle cose cambia in lei e comincia a vedere il mondo in modo differente.

Recensione di “Bird”

La protagonista di Bird, Bailey (Nykiya Adams), è una nomade. Lei ha una casa, anzi, ne ha più di una, ma non si sente mai veramente a casa. Per tutto il film la ragazza si sposta, cammina, cercando di trovare un luogo dove poter essere sé stessa come più piace a lei. La regia di Andrea Arnold, fatta molto spesso di camera a mano e movimenti frenetici, aiuta proprio a darci questo senso di costante movimento. La camera segue Bailey che vaga nelle strade della contea di Kent, nel sud-est di Londra. Un posto piccolo fatto di viali stretti e campi dove possono pascolare i cavalli. Per Bailey però fuggire non è la soluzione ai problemi. Infatti, anche se scappa dal padre Bug (Barry Keoghan), lei ritorna sempre a casa. Lo sviluppo del personaggio di Bailey è molto interessante. All’inizio del film notiamo la sua giovane età, un classico personaggio con genitori problematici che non sa a che figura rivolgersi. Successivamente capiamo come Bailey si sia fatta già adulta. Una ragazza di dodici anni che a causa della sua situazione tutt’altro che florida è costretta a comportarsi da persona responsabile. A volte sembra essere più responsabile del padre Bug che prende delle decisioni avventate, come quella del matrimonio o di comprare un rospo come fonte di guadagno.

Avviene una svolta nel film quando Bailey incontra casualmente un uomo un po’ particolare: Bird (Franz Rogowski). Bird le si presenta in modo giocoso, la sua presenza sembra onirica, perché l’incontro avviene dopo che Bailey si sveglia in mezzo a un campo avendo passato la nottata fuori casa. In effetti, fino a che Bird non comunica con altre persone oltre Bailey, lo spettatore ha il sentore che Bird non sia reale. Un uomo strano, dagli atteggiamenti ambigui che passa il suo tempo sopra ai tetti della cittadina. Bird sarà una figura di rilievo per Bailey, la quale non ha persone adulte che la ascoltano, che la incoraggiano. Quando la ragazza decide di tagliarsi i capelli e avere un taglio da maschiaccio nessuno degli adulti la incoraggia, soprattutto il padre che la sgrida in vista del suo matrimonio. Vorrebbe che fosse tutto perfetto e quella capigliatura di Bailey non lo è. Bug è maggiormente concentrato su se stesso anziché sul benessere della figlia. Bird invece supporta Bailey, la sostiene. Così come Bailey sostiene Bird nella ricerca della verità sul suo passato. Bird non conosce i suoi genitori ed è arrivato nel Kent per cercare maggiori informazioni in merito.

Un altro elemento interessante di Bird è l’uso che Bailey fa del cellulare. Oltre chiaramente a mettersi in contatto con i conoscenti e i famigliari, lo utilizza per le fotografie o i video. Sin dalla prima scena, Bailey è incantata dal volo degli uccelli. Durante tutto il film la ragazza sembra avere un contatto peculiare con gli uccelli; quando deve consegnare un biglietto alla sua amica Moon, non potendo raggiungerla di persona, un corvo arriva nelle sue vicinanze e la aiuta. Da quel momento in poi si capisce che Bird ha qualcosa di sovrannaturale. Proprio il personaggio di Bird sembra poter comunicare con Bailey anche a distanza, quando lui non può essere vicino a Bailey ma utilizza degli uccelli per raggiungerla. Il film però non dà una risposta certa a questa supposizione, lasciando che sia lo spettatore a trarne le conclusioni. Bailey ha con sé questo strumento che è il cellulare e lo utilizza anche per fare giustizia. Riprende il compagno violento della madre e invia il video ai suoi amici che si fanno giustizia da soli perché “la polizia non fa niente”. Il cellulare è un dispositivo che le permette di vedere le cose da un altro punto di vista. La realtà non piace a Bailey, la quale è circondata da incomprensioni. È meglio rifugiarsi nella natura e nelle piccole cose che danno sollievo: una farfalla che si posa sulla mano o una gita in spiaggia con le sorelle e il fratello. Il cellulare può essere interpretato anche come sinonimo del dispositivo di ripresa: il cinema ci permette di vedere le cose da un altro punto di vista. Spesso succede nel vedere un film e in questa storia Bailey ha la possibilità di farlo tramite una videocamera.

La colonna sonora, curata da Burial, supporta la trama di Bird portandoci da sonorità hip-hop/rap a composizioni di musica leggera. Quando Bailey girovaga per i quartieri ascoltiamo sonorità dal ritmo veloce e scattante come ASBO di H1 & Slay Productions e Slay Products. Oppure i Fontaines D.C. con Too Real. Sono canzoni che si avvicinano inoltre allo stile di vita condotto da Bailey e i suoi amici. Sonorità che sono maggiormente ascoltate dai giovani. D’altra parte, non mancano tracce più note al grande pubblico come Yellow dei Coldplay o The Universal dei Blur. Quest’ultima è utilizzata da Bug per produrre maggior muco per il suo rospo, sensibile alle canzoni dalle sonorità soft. The Universal è utilizzata anche per il matrimonio a cui assistiamo alla fine, una canzone dai toni soavi seppur il significato non rappresenti una canzone d’amore.

Bird non si annovera tra i film più originali del genere, una storia di formazione adolescenziale con protagonista una ragazza con genitori problematici. Film simili ne sono usciti numerosi, ma i dettagli della alienazione e dell’amicizia improbabile ne fanno una storia da attenzionare. Oltre a questo c’è anche il discorso sull’identità e sul sentirsi in pace con sé stessi. Bailey non si sottomette alla volontà coercitiva del padre e agisce secondo la sua volontà. Non si sente una bambina, nonostante il padre la vede come una persona immatura. Come detto, agisce in modo responsabile avendo sviluppato le capacità prematuramente. Bird è un film che fa riflettere sulla condizione di alcune persone, ma fa anche emozionare per quell’epilogo che può sembrare un lieto fine, ma lascia quel senso di sofferenza sapendo che lo stato delle cose non sono poi così cambiate. La giovane Bailey non ha trovato una casa dove stare, ma forse ha trovato maggiore consapevolezza.

In conclusione

Bird racconta la storia di Bailey e del suo complicato rapporto con i famigliari.
È una storia di crescita personale oltre che di disagio giovanile. Un’ottima regia di una regista che indaga ancora su storie complicate. Colonna sonora e ambientazione ben selezionate.

Note positive

  • Regia
  • Colonna sonora
  • Interpretazioni, soprattutto della giovane Nykiya Adams
  • Trama ben sviluppata

Note negative

  • Soggetto che non rappresenta una novità assoluta

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
4.1
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Tommaso Lesti
Tommaso Lesti

Laureato in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. Appassionato della settima arte e di serie TV, non disdegno qualsiasi genere esistente. Quindi, se avete raccomandazioni, fatevi pure avanti.