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Cicle Line
Titolo originale: Circle Line
Anno: 2023
Nazione: Singapore
Casa di produzione: Taipan Films, mm2 Entertainment
Distribuzione italiana: Blue Swan
Durata: 80 minuti
Regia: J.D. Chua
Soggetto: Tang Chi Sim, Juan Foo, Andrew Chiang Meng Ngin
Sceneggiatura: Siew Pek Chye, Allan Ho, Andrew Chiang Meng Ngin
Fotografia: James Hia
Musiche: Teo Wei Yong
Attori principali: Jesseca Liu, Nathaniel Ng, Peter Yu, Andie Chen, Patrick Lee, Johnny Ng, Ashley Seow, Alan Tan
Trailer di “Cicle Line”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Opera prima del cineasta JD Chua, basata su una sceneggiatura di Siew Pek Chye, Allan Ho e Andrew Chiang Meng Ngin, Circle Line rappresenta il primo monster movie prodotto nello stato di Singapore, segnando così l’avvio di un nuovo genere cinematografico per la nuova generazione di filmmaker dell’isola situata nei pressi della Malesia.
Le riprese principali del lungometraggio si sono svolte nel 2018, mentre sul finire del 2019 è stato completato il lavoro di post-produzione, inclusi montaggio ed effetti speciali, realizzati presso Omens Studios a Singapore e Kantana Post a Bangkok, in Thailandia. Sebbene il film fosse pronto per una distribuzione cinematografica già nel 2020, l’emergenza legata alla pandemia di Covid-19 ne ha bloccato l’uscita, sia sul mercato locale che internazionale. Durante il periodo pandemico, i produttori hanno deciso di tornare in sala di montaggio in Thailandia per rieditare il film e migliorarlo in vista della sua distribuzione.
La pellicola ha finalmente debuttato al cinema il 5 gennaio 2023, con una prima nei mercati di Singapore e Malesia. In Italia, Circle Line non ha avuto una distribuzione cinematografica, approdando invece direttamente sul mercato home video in formato DVD il 19 dicembre 2024, grazie alla distribuzione di Blue Swan.
Trama di “Cicle Line”
In una città del sud-est asiatico di Singapore, è stata inaugurata la nuova metropolitana completamente automatizzata. Tuttavia, le cose non vanno come previsto. I treni subiscono frequentemente ritardi, blackout e malfunzionamenti inspiegabili. Né gli ingegneri né gli addetti ai lavori riescono a individuare la causa di questi guasti, trovandosi sotto crescente pressione da parte dei gestori, decisi a non tollerare ulteriori problemi tecnici.
Una sera, però, accade l’impensabile: l’ultimo treno notturno viene deviato, inspiegabilmente, in una serie di vecchi tunnel abbandonati, scomparendo dai radar della videosorveglianza. Nessuno è in grado di stabilire dove si trovi il convoglio o cosa gli sia successo. A bordo del treno ci sono circa venti passeggeri, tra cui Janice, figlia di uno degli addetti della metropolitana, e Yi Ling, che viaggia insieme al figlio Lucas, un bambino segnato dal trauma di un grave incidente stradale in cui ha perso il padre.
La situazione si trasforma presto in un incubo quando, dai meandri della metropolitana, emerge un gigantesco animale dalle sembianze di un geco, che inizia a nutrirsi dei passeggeri intrappolati. L’unico che l’animale sembra risparmiare è proprio Lucas. Perché il mostro non vuole fargli del male?
Tra disperazione e terrore, Janice, Yi Ling e Lucas tenteranno l’impossibile per sfuggire a quella situazione infernale. Riusciranno a salvarsi?

Recensione di “Cicle Line”
Circle Line rappresenta senza dubbio un punto di partenza significativo per il genere monster movie a Singapore, aprendo la strada a un filone mai esplorato nel panorama di un cinema di Singapore emergente e in continuo fermento, in particolare nel contesto dell’horror. Pur riconoscendo l’importanza di questo lungometraggio per la nazione che lo ha prodotto, l’opera prima di JD Chua risulta carente e insoddisfacente per il pubblico internazionale. Le carenze non riguardano tanto gli aspetti tecnici, come la fotografia, la regia e gli effetti speciali, che complessivamente funzionano e conferiscono credibilità visiva alla storia, quanto piuttosto il lato sceneggiativo.
La narrazione soffre di evidenti problemi di scrittura: la trama procede in modo maldestro, compromessa da errori di impostazione e da un mancato approfondimento delle dinamiche e del contesto in cui si svolgono gli eventi. A ciò si aggiunge una gestione superficiale dei personaggi, privi di una caratterizzazione adeguata. Questa mancanza impedisce allo spettatore di provare empatia per i protagonisti, lasciandolo distante e indifferente di fronte alle loro vicende e al loro destino.
Gli sceneggiatori cercano di dare spessore a qualche personaggio, ma senza riuscirci realmente. La pellicola, ad esempio, dedica un breve lasso di tempo alla descrizione della tristezza dell’adolescente Janice e del suo legame con il proprio padre, ma senza approfondire a sufficienza la sua condizione interiore. Un trattamento simile si applica al background di Yi Ling e Lucas, due personaggi che ricevono un po’ più di attenzione rispetto agli altri. Tuttavia, non si può affermare che abbiano una vera profondità al di là del loro rapporto madre-figlio e della tragedia passata che li ha segnati: il drammatico incidente d’auto in cui sono rimasti coinvolti.
Accanto a loro, troviamo gli altri passeggeri del treno della metropolitana, personaggi del tutto dimenticabili, privi di qualsiasi caratterizzazione significativa. Inseriti nella trama unicamente per diventare “carne da macello”, non hanno alcun ruolo oltre a essere vittime del mostro. Tra i passeggeri, si distingue leggermente il personaggio di Nam, che riesce a emergere un minimo rispetto agli altri. Tuttavia, anche lui è trattato in modo superficiale, tanto che la sua morte lascia lo spettatore completamente indifferente.
Rimanendo sui problemi legati alla sceneggiatura, si può osservare anche una significativa mancanza di approfondimento del mostro. L’incipit e i titoli di apertura sembrano introdurre un elemento fantascientifico, suggerendo una storia basata su esperimenti scientifici: un dottore che tenta di salvare il proprio figlio dalla morte ricorrendo a metodi non convenzionali. Tuttavia, questo impianto narrativo rimane confinato ai titoli di apertura e non assume una reale importanza nello sviluppo della trama.
Il racconto si sposta invece completamente nel buio della metropolitana, abbandonando le potenzialità della premessa scientifica per concentrarsi su temi come la maternità. Questo aspetto emerge nello scontro tra Yi Ling e la creatura mostruosa, ma manca di una solida connessione con l’elemento fantascientifico iniziale, creando una dissonanza tra ciò che viene anticipato e ciò che effettivamente viene sviluppato.
JD Chua, a livello visivo, si ispira chiaramente a pellicole come Godzilla. Non è un caso che il mostro ricordi, nell’aspetto, proprio questa iconica creatura cinematografica giapponese, con fattezze fisiche e colore della pelle che evocano un enorme dinosauro. Tuttavia, mentre Godzilla è supportato da una profonda caratterizzazione narrativa, la creatura di Chua, pur ben realizzata dal punto di vista della CGI, manca della stessa profondità, risultando un mostro dimenticabile.
Anche la regia, sebbene riesca a garantire un discreto dinamismo in alcune scene, non osa abbastanza. Questo limite si riflette soprattutto nella mancanza di sequenze visive capaci di generare autentica tensione e inquietudine. Tale carenza emotiva deriva in parte da una sceneggiatura che non riesce a suscitare empatia per la vicenda, ma anche dall’assenza di una colonna sonora efficace, capace di amplificare l’angoscia, e da scelte registiche poco incisive nel posizionamento della macchina da presa, che non riescono a costruire una suspense adeguata.

In conclusione
Nel complesso, si poteva fare di più, soprattutto in termini di scrittura e audacia creativa. Tuttavia, c’è motivo di essere fiduciosi: i giovani registi di Singapore hanno il potenziale per creare storie horror e monster movie più intriganti e accattivanti in futuro.
Note positive
- L’importanza produttiva del film
Note negative
- Regia non sempre efficace
- Sceneggiatura
- Bidimensionalità dei personaggi
- Attori non sempre nella parte
Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazione |
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Emozioni |
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SUMMARY
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2.6
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